.: Discussione: VivereMilano: Lista Civica Indipendente

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 15 Feb 2006 - 09:35
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da ViviMilano – caso del giorno
 
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2006/02_Febbraio/15/caso.shtml
 
Alcuni mesi fa lei in questa rubrica ha supportato, condividendone le velleità, quanto sosteneva un gruppo di 30-40enni per uscire, a Milano, dal loro dichiarato isolamento. Confesso, non capii bene di cosa si lamentassero quei vecchi ragazzi. Io avrei voluto scriverle di quanto fossi scettico e divertito dagli entusiasmi di questo insieme maldestro di persone che pensavano di cambiare la città e di ottenere da Milano non so bene cosa. I soliti velleitari che si aspettano dal gregge quel che essi non hanno in sé stessi. Vede, io ho 70 anni, vado per mostre, sono andato a votare per le primarie, fino agli anni scorsi ho rimorchiato quanto bastava, mi occupo di fotografia, frequento il teatro, vado a far ginnastica, mi sono prenotato per «Dialogo nel Buio». In breve, credo di essere vivo. Preciso tuttavia: non appartengo alla schiera di quelli che fanno per contratto attività frenetica, che fanno tutto ed il contrario di tutto. Vivo e ho vissuto Milano in maniera fisiologica. Ma di cosa si lamentavano quei giovani «cresciutelli»? Vorrei dire a questi ragazzini cresciuti che non c’è bisogno di proclami bellicosi, di azioni collettive, di progetti di gruppo. Chi vuole fare, faccia. Milano non impedirà loro di fare.
 
Filippo Crea
 
Caro Crea, ebbene sì, sono colpevole di aver dato credito e fiducia al sogno di un gruppo di giovani che coltiva l’illusione di cambiare in meglio la politica per questa città e non sono affatto pentito di aver creduto nel loro ingenuo entusiasmo. Dopo tanto parlare di distacco dalla politica, di menefreghismo e indifferenza delle nuove generazioni, il sussulto partito da una lettera a questa rubrica mi è sembrato un segnale di risveglio e di partecipazione da incoraggiare. Lei è libero di essere scettico, ha vissuto una stagione forse irripetibile, la rinascita di una nazione, gli anni del boom economico e delle grandi passioni, quando Milano era la città delle opportunità, dove chi aveva idee ed energie raggiungeva il suo scopo. Purtroppo non è più così, o almeno è sempre più difficile. Oggi trovare qualcuno capace di dare risposte e fiducia ai giovani è un’impresa: riescono a farlo soltanto i grandi vecchi, quelli che sanno sognare e vedere nel nuovo non un’insidia ma un’opportunità. Non c’è nessuno dietro questi giovanotti cresciuti, come si dice, nella bambagia, figli di un benessere un po’ troppo permissivo e accondiscendente: né sponsor interessati, né personalismi sgomitanti, né potentati economici. Sono così come li vede lei, nudi e senza le malizie della politica, fino ad apparire ingenui. Potevano starsene a casa loro, e continuare a bearsi nel loro trantran: per qualcuno non era neanche male. E invece vanno avanti, rischiando di andare a sbattere, convinti di portare un messaggio positivo, utile a tutti. Quel che mi sembra incredibile è che senza rabbia sociale, senza un collante sindacale, senza urli sguaiati contro qualcuno, ma semplicemente dicendo si riscopra un impegno politico. Anch’io, come lei, dopo la fiammata iniziale in Galleria, ho pensato che si sarebbero ritirati in buon ordine, lasciando il posto ai soliti noti, ai grimpeur della politica politicante: ai professionisti, insomma. Quando ho saputo che presentavano una lista civica per le elezioni comunali ho tentato di dissuaderli. Loro hanno risposto portando 600 persone in Triennale, mettendosi in gioco, senza neanche una lira per la campagna elettorale. Lo so che rischiano di perdere la faccia, ma se manterranno la pulizia e l’onestà delle origini, forse aiuteranno il risveglio di quella Milano, grande e generosa, che anche lei un po' rimpiange.
 
di Giangiacomo Schiavi
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 13 Feb 2006 - 15:21
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