.: Discussione: Milano per l'Innovazione

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Viviana Targa

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Inserito da Viviana Targa il 10 Maggio 2006 - 09:42
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Prendo spunto dalla voglia di "partire dalle cose da fare, soprattutto sui terreni di confine come l'Innovazione e le Tecnologie" e segnalo il seguente aritcolo, comparso su Metro di oggi a pag 30: una proposta, il telelavoro, che una città come Milano dovrebbe prendere in considerazione poichè ha, secondo me, molte risorse per poterla attuare e molti interessi per farlo, ad esempio per ridurre i noti disagi di traffico/mobilità ed inquinamento...

Più di un terzo della nostra giornata lo passiamo "al lavoro", intendendo il luogo fisico in cui svolgiamo la nostra attività lavorativa. Non sarebbe forse bello, più salutare e sicuramente liberatorio lavorare da casa propria (o da dove si voglia) senza lo stress di doversi alzare ogni mattina, viaggiare un'ora per recarsi in uffcio con tutti i problessi annessi e connessi, strare "rinchiusi" 8 e più ore, uscire e rifarsi un'altra ora di viaggio e, finalmente, occuparsi della casa e della famiglia nelle poche ore che restano...

Sognare una vità più "libera" ora si può, con la speranza che il nuovo Governo faccia del telelavoro una sua e nostra priorità...

buona lettura!

Viviana

 

Il telelavoro va incentivato 

Lo scritto che segue vuol essere una sorta di promemoria per il nuovo governo che si insedierà a giorni. Posto che l'Italia ha ancora molto da fare per colmare quel "divario digitale" o tecnologico che la separa da Paesi molto più avanzati, anche nell'ambito dell'Unione Europea, e che permane persino dentro i suoi stessi confini tra regione e regione, tra Nord e Sud. Quindi non va abbassata, come si suol dire, "la guardia" del livello degli investimenti pubblici e privati per dotare il Paese di una moderna infrastruttura tecnologica e informatica (incentivi all'acquisto dei computer e implementazione delle reti di trasmissione, Adsl e quant'altro) ma - di pari passo - va anche cambiato l'approccio filosofico all'utilizzo delle nuove tecnologie e messe in pratica tutte le opportunità che l'applicazione delle più moderne apparecchiature sottendono. Si tratta di sfruttare le tecnologie per cominciare a cambiare il modo di lavorare, laddove è possibile farlo naturalmente. Contribuendo al miglioramento della "qualità della vita" di ciascuno di noi e di tutti. La formula magica è il telelavoro.

Se ne parla da tempo immemorabile, specie oltreoceano, ma il telelavoro lo stiamo già applicando perchè si telelavoro ovunque e in ogni luogo. Per strada come sui mezzi pubblici, all'aria aperta come nel chiuso di una stanza (persino in palestra) o di una vettura o in una qualsiasi sala d'attesa (dal medico come all'aereoporto). Basta osservare il numero delle persone che possiede un cellulare (siamo il 4° Paese al mondo per uso di telefonini). Si conversa del più o del meno ma anche di lavoro camminando o fermi a un semaforo. Il telelavoro non solo ha vinto ma ha stravinto. Tanto che, alla fin fine, si lavora di più e sempre. Però non è cambiato il modo id farlo. Si continua ad andare in azienza tutti i giorni, in ufficio, in un posto ben preciso per svolgere un compito che potrebbe essere facilmente svolto da casa, ovunque essa si trovi. Ciò che potrebbe contrinuire all'abbattimento di milioni di spostamenti giornalieri in auto, in moto, con mezzi pubblici. Risultato: meno traffico, inquinamento, infezioni, malattie, nevrosi. Già lo facciamo il telelavoro, si tratterebbe di razionalizzarlo, riconoscerlo, inquadrarlo contrattualmente ed economicamente, legandolo a obiettivi produttivi precisi e riscontrabili.

L'accordo siglato il 9 giugno di due anni fa tra Confindustria, sindacati e 19 associazioni imprenditoriali aveva questo scopo, cioè flessibilità organizzativa, dare più motivazioni ai dipendenti andando incontro a esigenze personali e contribuendo a migliorare i rapporti familiari, facendo risparmiare tempo e denaro. Ecco, il nuovo ministro delle Tecnologie dovrebbe dedicarsi a favorire questa integrazione continuando a promuovere lo sviluppo tecnologico. Non più solo per il "cazzeggio" (giochi, videogiochi, videochiamate d'amore e chat sessuali) ma per obiettivi un pò più nobili. Per il bene comune e per una società effettivamente  "liberata" dal lavoro tradizionalmente inteso.

 

In risposta al messaggio di Fiorello Cortiana inserito il 16 Dic 2005 - 10:29
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