.: Discussione: Zona Stazione Centrale invivibile!

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Eugenio Galli

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Inserito da Eugenio Galli il 6 Feb 2008 - 21:33
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Il degrado e le sue colpe

Sottoscrivo quanto denunciava Gianni Ravelli nel suo intervento del 5 febbraio (“Fermate il degrado in Centrale”).

Mi permetto però di dissentire su un punto relativo alle conclusioni cui giunge l’autore: l’apatia, la rassegnazione, il disinteresse dei cittadini che li spinge ad accettare qualsiasi cosa, sarebbero le chiavi di lettura di questi fenomeni.

Che anche i cittadini abbiano delle colpe non è in discussione. Di cattivi comportamenti e pessimi modelli siamo purtroppo circondati. E per osservare persone che badano esclusivamente agli affari propri non occorrono complesse analisi sociologiche, è sufficiente abitare in qualsiasi condominio o attraversare la strada.

Ma nella vita della città sono anche molti i cittadini che si spendono da anni con energia e dedizione, che vivono con sofferenza e senza rassegnazione molte delle situazioni di degrado che la quotidianità ci mostra e con cui siamo costretti a convivere.

Ciò che a volte induce al pessimismo e alla frustrazione è la mancanza di risposte, di interlocutori.

Con questo cittadini, associazioni, comitati devono ogni giorno fare i conti. E non è sempre facile mantenere alta la tensione verso l’obiettivo, nonostante tutto.

Proprio sulla stazione Centrale, ad esempio, ho firmato a metà novembre, insieme all’associazione VAS, una richiesta al sindaco affinché venga realizzata lì una bicistazione, considerato che il progetto in corso di attuazione, pur assai oneroso, non prevede alcun tipo di spazio per servizi di noleggio, ricovero, riparazione biciclette, e vendita di pezzi di ricambio. Anche questo è un modo per far vivere la città rendendola più civile. Risposte? Finora nessuna.

Ci sono poi i Comitati, che a Milano sono numerosi, e che si occupano di temi di vivibilità della città. Non si può seriamente credere che queste espressioni di partecipazione nascano solo dalla sindrome di nimby. Eppure, si chieda loro quali e quante difficoltà incontrano nel farsi ascoltare, nell’ottenere risposte che non siano solo di mera cortesia (a volte sono mancate anche quelle).

Ancora. C’è una interessante esperienza milanese di e-participation, a riprova del fatto che anche dalla Rete possono scaturire contributi importanti. L’iniziativa si chiama partecipaMi.it: Forum tematici, proposte concrete, interventi dei cittadini non mancano. Mancano invece, spesso, proprio gli interlocutori. Perché?

E’ vero che la rassegnazione produce danni.

Tuttavia, se si vuole favorire la partecipazione, la presa di coscienza collettiva, il senso di appartenenza a questa città – che qualcuno ama come una suocera – occorre che anche l’ascolto (e non solo il degrado) sia visibile. Occorre che di fronte a una proposta strutturata, e non a un generico borbottio, chi ha responsabilità istituzionali dica sì o no, motivando, e si impegni coerentemente.

Ma bisogna per ora prendere atto che questa, a Milano, è una pratica tutt’altro che corrente: quando accade è più un’eccezione, che non la regola.

Eppure solo così si consolida la fiducia nel cambiamento, nella possibilità di farcela tutti insieme.

Chi sceglie l’impegno andrebbe considerato come una risorsa per la città.

Dovrebbe essere noto: le aspettative tradite si trasformano in frustrazioni profonde.

 

Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 15 Set 2007 - 12:47
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