.: Discussione: Moratti in campo, parte la sfida per il Comune

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 24 Gen 2006 - 16:25
accedi per inviare commenti
Vi segnalo da www.vivere.milano.it



Ecco di seguito il secondo articolo di Semi-Seri, dedicato ai 100 progetti presentati dal candidato sindaco Letizia Moratti.


Dando una occhiata ai 100 progetti …


Viene spontanea un’obiezione di principio. Ma che senso ha buttare in pasto all’opinione pubblica un insieme di 100 progetti staccati gli uni dagli altri, in parte sovrapposti, alcuni faraonici ed altri minuscoli?

100 progetti dei quali si indica solo il titolo, ma non le risorse, i tempi, le compatibilità reciproche ?

Sembrano davvero solo la trovata di qualche esperto di comunicazione di vecchia scuola.

Ma le osservazioni più preoccupanti vengano quando ci si addentra nei contenuti.

Sono usciti ieri, non ho ancora fatto una analisi completa. Sono riuscito solo a guardare dentro a due temi. Ho volutamente scelto di non guardare al trasporto perché abbiamo già avviato un dibattito al quale ci farebbe molto piacere se i candidati Sindaco partecipassero personalmente.

Ho scelto il lavoro e il capitale umano. Anche perché sono temi certamente rilevanti, ma, soprattutto il secondo, completamente ignorati.

L’impressione complessiva è che si tratti di un insieme di progetti che sa di burocrazia e non di speranza di futuro.

Il lavoro

I progetti che riguardano il lavoro sono sostanzialmente progetti di collocamento. Certamente è utile migliorare il rapporto tra domanda ed offerta di lavoro. Ma credo che il problema fondamentale sia quello di capire come sarà la domanda di lavoro in un prossimo futuro e come fare ad aumentarla.

Cioè il problema è quello dello sviluppo economico di Milano. In che direzione avverrà? Meglio: in che direzione vogliamo farlo andare?

Ho provato a spulciare tra i diversi progetti perché non vi è una categoria di progetti che si definisce sviluppo economico. Anzi questa è una categoria che non compare mai nelle proposte dei diversi candidati. E questo, purtroppo, mi sembra significhi che nessuno ha o vuole rivelare la sua proposta per lo sviluppo economico di Milano.

Ho spulciato e cosa ho trovato?

Lo sviluppo economico

Nei cento progetti si indicano tante piccole microdirezioni: il commercio, l’artigianato, l’imprenditoria femminile.

Sono certamente microdirezioni che possono produrre occupazione, ricchezza. Ma in un mondo globalizzato è necessario ben altro. Crediamo sia necessario individuare una (o più) mission dello sviluppo economico.

Le alternative (salvo il contributo di nuova fantasia) sono almeno le seguenti: la finanza, le moda e il design, le professioni, l’arte e la storia, lo spettacolo e l’intrattenimento, i media e l’editoria, le telecomunicazioni, l’education, il volontariato e il no profit, la salute e la medicina, la ricerca sui sistemi tecnologici, la ricerca sul funzionamento di sistemi umani. Occorre scegliere una mission nella quale Milano possa buttare unicità, cioè risorse che le altre città del mondo non hanno.

E dopo aver indicato una mission che sia emozionante e, quindi, mobilitante, occorre raccontare come perseguirla … E ci aspettiamo che tutto questo venga raccontato con speranza.

Proviamo a buttare qualche frammento di differenza?

Se mi si permette una proposta a titolo personale, io sceglierei come via di sviluppo di Milano, capace di costruire lo sviluppo dell’Italia, la ricerca sul funzionamento dei sistemi umani. Da qui si svilupperà una nuova "industria" delle professioni …. Ma non voglio commettere l’errore degli altri. Quando si fa una proposta occorre fare la fatica di svilupparla fino in fondo. Per poterne raccontare tutto lo sviluppo e riuscire ad emozionare… Allora rimando al nostro incontro del 12 dove proveremo ad indicare una direzione per lo sviluppo economico di questa città.

Ora è chiaro perché ho parlato di burocrazie: anche in questo programma aleggia se non lo spirito dell’Amministratore di condominio, certo non la speranza profetica di costruire una nuova città.

Io credo che l’attuale classe dirigente sia convinta (con tutte le migliori intenzioni) che esista un equilibrio economico-sociale complessivo che va bene così com’è! Che va aggiornato, ma solo nei suoi interstizi, nei suo complementi. Più esplicitamente, per quanto riguarda lo sviluppo economico non si desidera veramente una nuova economia. Ma ci si scontra tra coloro che vogliono difendere quella che c’è e chi desidera da decenni soltanto distruggerla.

Io credo che sia il momento della proposta, forte audace, di rinnovazione.

Direttamente connesso (ne è il motore fondamentale) allo sviluppo economico vi è il problema (la risorsa a dire il vero) del capitale umano. Esiste un raggruppamento di progetti relativi al capitale umano. Guardandoci dentro mi aspettavo di trovarci descritto in che direzione sviluppare il capitale umano e come questo arricchimento può portare ad uno sviluppo economico, sociale, politico, istituzionale e cultura di questa città. E cosa troviamo? Che si parla di piccole elite.

Il capitale umano

L’obiettivo dichiarato è quello di fare di Milano la "capitale della scienza e della salute" valorizzando le eccellenze scientifiche e le competenze cliniche". Ma cosa si intende per scienza? Solo la medicina e le bioscienze? Oppure si intendono anche altre branche della scienza? Fino alla fisica delle altre energie? Fino a costruire un "Hadron Collider" più Large di quello del CERN? La risposta non può rimanere in sospeso: non è banale la differenza in termini di investimenti necessari e ricadute.

Forse le risposte sono negli altri progetti? Allora provate a leggere più avanti. Trovare ancora una volta piccole strumentazioni come borse di studio e corsi estivi. E poi un respiro che diventa più ampio … "avviare scambi di "buone pratiche", iniziative di co-finanziamento di progetti" … ma poi si perde subito dopo nella genericità :" migliori relazioni commerciali e culturali con le principali città del mondo". Genericità perché si tratta di un obiettivo complessivo generale di tipo igienico (cioè che non si può non avere) che non riguarda solo la ricerca e che si tinge di qualunquismo programmatico.

Ancora una volta non vediamo un respiro di passione, speranza. Anche perché il linguaggio è generico, impreciso.

Proviamo a buttare ancora qualche frammento di differenza?

Il capitale umano non è fatto solo di una èlite di scienziati e tecnici. Il capitale umano è fatto da 118 età che sono espressione di 161 popoli della terra. Tutti questi uomini e donne portano tante e diverse culture profonde che raccontano tante visioni dell’uomo, della sua storia, del suo destino. Tanti miti e tante etiche.

Allora il problema è come far sì che questo capitale umano diventi capace di progettare una nuova civiltà ed una nuova cultura per il terzo millennio. Se Milano riuscisse in questa impresa diverrebbe la capitale di un nuovo rinascimento.

Vogliamo un progetto che riconosca tutte queste ricchezze, le mobiliti e deleghi loro la costruzione della città del futuro. Si deleghi loro il disegno di uno sviluppo economico che le elite non sanno più immaginare.

Magari si deleghi loro quella ricerca sul funzionamento di sistemi umani che può diventare motore di uno sviluppo complessivo.

Mi si lascia finire con la stampa ?

Oggi ho letto il commento del Corriere ai 100 programmi. Non sono il solo a guardare con scetticismo preoccupato. Anche la conclusione di Elisabetta Soglio va nella stessa direzione. Dopo aver descritto i 100 progetti conclude: "tutto ancora da vedere, insomma".

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 15 Dic 2005 - 11:37
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]