.: Discussione: Come seminare l'odio razziale e suscitare pensieri sconfortati

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Paolo Ramella

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Paolo Ramella il 1 Ott 2007 - 08:34
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Credo che le questioni "illegalità" e "sicurezza" siano temi molto delicati. Germana mi ricorda mia suocera che di fronte a certe micro illegalità, come il furto di qualche cosa per poter "campare" dice "massì questi poveracci....mi sembra di ricordare i tempi della guerra...". Per certi versi ha ragione, spesso gli stranieri presenti in Italia, in modo particolare quelli di area extracomunitaria, sono dei poveracci che hanno lasciato il nulla al loro paese per tentare una vita migliore qui. Senza dubbio hanno migliorato alcune cose, ma di fronte ad una società "organizzata" come la nostra restano sempre ai margini eccetto alcuni casi. Di base, c'è il problema dell'essere clandestino. L'immigrazione non voluta o non schedata diventa spesso, ma non sempre, manodopera per una certa criminalità o anch'essa è costretta a "inventarsi" un modo per stare qui e resistere (credo sia questo ciò a cui alludeva Germana affermando che una persona può arrivare anche a rubare per mangiare). Rubare è un reato, ha ragione Stefano, ma rubare o compiere altri reati per certe persone significa esserci o non esserci. E qui che noi, italiani ed europei, dobbiamo saper intervenire. Che senso ha invitare persone a restare sul nostro territorio per poi dar loro pochissime e rarissime alternative legali e rischiare che si cerchino da soli le strade per campare? E cosa fa davvero (per davvero, non solo coi proclami) l'Europa nei confronti di certi paesi di provenienza di questi disperati? Io contoinuo a pensare che il modello del nostro Stato sia già estremamente difficile e complicato per i nostri poveri, figurarsi per chi viene da altre culture e tradizioni. Voglio dire, ci sarà anche chi si approfitta di certe situazioni (è sempre stato così, anche quando ad emigrare eravamo noi), ma spesso le maglie del controllo sono troppo larghe e qui lo Stato si ritira sbattendo in faccia ai cittadini, spesso quelli più deboli, questa massa di persone incontrollabili. Da qui, la richiesta di legalità e sicurezza, è comprensibile. Ritorno a mia suocera per dire che sulla carta avrebbe ragione anche lei, ossia è nostro dovere autare il prossimo. In tempo di guerra quando i soldati "bussavano" alla sua porta qualcosa da mangiare lo trovava nonostante fosse in campagna e dormivano in sette in una stanza. Resta da capire se dobbiamo considerarci in guerra, con tutti i pro e contro, o se possiamo/dobbiamo trovare soluzioni più civili per noi e per loro. Non litigate...;)
In risposta al messaggio di Stefano Peverelli inserito il 28 Set 2007 - 17:14
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]