Caro Luca, Le passo i discorsi sul vuoto cerebrale di una o due generazioni davanti a quell'elettrodomestico infernale che è la tv. Non mi stancherò mai di lottare con mia figlia spiegandole, o almeno cercando di farlo, cosa significano certe cose che accadono "lì dentro". Immediatamente dicendole che o sono finte (es pubblicità...) o sono di parte. Se non altro posso augurarmi che il messaggio che recepisce sia quello di pensare il più possibile con la sua testa. Quanto alla differenza "push-pull" è forse un bene che sia così. Mi spiego. Se l'omelìa (o altre similitudini) fosse trasmessa in tv perderebbe quel valore di ricerca di un qualcosa che dovrebbe essere al centro delle persone che, ad esempio, cercano Dio. Lo cercano, appunto, non si sintonizzano su un canale televisivo. Mi creda, non faccia la guerra per i crocifissi. Oggi viviamo in una società complessa, multiculturale e multireligiosa. Sono più in sintonia con la laicità di uno Stato quale il nostro rispetto alla buona volontà religiosa di qualcuno. Almeno nei luoghi pubblici non esasperiamo le nostre differenze. Non c'è bisogno di vergognarsi. In Italia, credo unico dei Paesi "occidentali", la Chiesa è tenuta molto più in considerazione che altrove. Provi a cercare dichiarazioni di Ruini in Germania o Francia (Paesi assolutamente cattolici). Nemmeno un rigo. E forse, visto il periodo, perchè non dire a chiare lettere che il Natale così com'è, apoteosi del consumismo, non dovrebbe appartenere ai cattolici? Già, poi si esagera e si rischia di perdere qualche pecorella per strada. In ogni caso, insisto nel ritenere il nostro Paese un Paese libero. Certamente migliorabile, ma che ha garantito e garantisce piena libertà, laica o religiosa che sia.