.: Discussione: Blitz della GDF alla Clinica Santa Rita

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Sara Rossin

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Inserito da Sara Rossin il 29 Giu 2008 - 10:53
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Giovedì 26 giugno il Consiglio di Zona 3 si è finalmente occupato del caso "Santa Rita".
Abbiamo però assistito a una performance della maggioranza di centrodestra che ha dell'assurdo.
I cittadini milanesi devono sapere che per il centrodestra di zona 3 non è condivisibile nemmeno l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale, in quanto:
non è necessaria alcuna revisione dei criteri di accreditamento adottati in Lombardia, che ha il sistema sanitario migliore d'Italia e forse del mondo,
non si deve chiedere alcuna modifica ai sistemi di controllo, perchè il 6% messo in atto dalla Regione Lombardia è ben più di quello richiesto ed è perfetto, tant'è vero che le magagne vengono a galla,
il caso "Santa Rita" è da addebitare soltanto a qualche medico delinquente
e comunque le cliniche private funzionano molto meglio di quelle pubbliche, dove si lavora poco.
Siamo rimasti allibiti da tanta sfrontatezza.

Abbiamo ricordato che il caso "Santa Rita" è nato molti anni fa, quando quella clinica ha avuto l'accreditamento di posti letto e di specializzazioni inesistenti, ha "dovuto" edificare un palazzo di nove piani nei cortili delle villette circostanti, ha avuto l'agibilità e la conferma degli accreditamenti grazie a un numero impressionante di deroghe su una struttura ancora in fase di costruzione, ha messo in atto contratti "a cottimo" (più operazioni fai e più guadagni), ... eccetera eccetera.
Alla fine, tutta l'opposizione ha abbandonato l'aula e, senza numero legale, il Consiglio di Zona 3 non ha deliberato proprio niente.
Riporto qui sotto la mozione che avevamo presentato, trasformata in un comunicato di tutta l'opposizione.
Sara Rossin
capogruppo PD in CdZ 3


CASO “SANTA RITA” E MODELLO SANITARIO LOMBARDO
(comunicato dei gruppi di opposizione in Consiglio di Zona 3)
Lunedì 9 giugno la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito quattordici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di primari, ex primari e altri medici dell’Istituto clinico Santa Rita e del suo rappresentante legale, verso i quali la magistratura ha formulato ipotesi di reato di lesioni personali gravissime, truffa al Servizio Sanitario Nazionale e falso ideologico.
In Lombardia ben 35 centri medici convenzionati con la Regione sono oggetto delle indagini e dei provvedimenti della Procura per reati dello stesso tipo: Multimedica, Humanitas, il Centro di Medicina Nucleare, il San Raffaele, le cliniche San Pio X,  San Carlo,  Santa Rita ecc.: l’elenco dei casi individuati dalla magistratura o in corso di indagine è ormai così lungo e così articolato da configurare un vero e proprio “sistema” diffuso del malaffare in campo sanitario.
Il 23 giugno il Consiglio Comunale di Milano, all’unanimità, ha chiesto la revisione dei criteri di accreditamento e di remunerazione adottato nella Regione Lombardia e lo stesso Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, ha già assunto pubblicamente l’impegno ad operare in tal senso
I gruppi consiliari di opposizione in Consiglio di Zona 3,
esprimono solidarietà ai lavoratori della Casa di Cura “Santa Rita” che, senza proprie responsabilità, sono travolti dalla situazione in atto e vedono messo a rischio il proprio posto di lavoro;
ricordano che già nel 2003, durante il lungo e tormentato iter dei progetti e delle realizzazioni di ampliamento della Casa di Cura “Santa Rita”, non sono state adeguatamente tenute in considerazione le numerose obiezioni formulate dai cittadini, dai loro comitati e da una parte significativa di questo Consiglio di Zona riguardo l’opportunità di un ulteriore espansione della struttura;
e sottolineano che non sono stati adeguatamente presi in considerazione nemmeno segnali allarmanti quali l’aumento abnorme dei rimborsi chiesti ed ottenuti negli ultimi anni dalla Casa di Cura “Santa Rita”(dal 2000 al 2006 + 122%, ossia da 22 a 49 milioni di euro) o che ben il 13% dei casi di morte in tutti gli ospedali della Lombardia si verificasse nella Casa di Cura “Santa Rita”;
ritengono necessaria la revisione dei criteri di accreditamento e di remunerazione finora adottati dalla Regione Lombardia e chiedono
·      che i nuovi criteri di accreditamento prevedano, fra l’altro,
-          una preventiva analisi delle effettive esigenze sanitarie della popolazione in rapporto alla domanda esplicita ed implicita di assistenza e la quantificazione delle possibilità di farvi fronte tramite strutture pubbliche e delle necessità di integrazione dell’offerta attraverso l’accreditamento di strutture private
-          la verifica preventiva circa la sussistenza di tutti i requisiti di idoneità delle strutture in termini di dimensioni dei locali, di distribuzione delle funzioni ai diversi piani, di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, di disponibilità di posti auto per gli utenti, escludendo la possibilità di deroghe
-          l’analisi del tipo di rapporto di lavoro che la Struttura sanitaria richiedente mette in atto, riconoscendo l’accreditamento solo quando sia esplicitamente previsto un tetto massimo per il "cottimo" di medici e infermieri, in analogia a quanto è in atto nelle strutture pubbliche
·      sia istituito un sistema di controllo che riguardi non solo gli aspetti economico-gestionali, ma anche la corretta applicazione delle linee guida nazionali per la diagnosi e la cura delle malattie
·      sia reso pubblico, anche sulla stampa non specializzata, l’elenco degli accreditamenti di ogni struttura e delle eventuali deroghe concesse, per favorire la scelta consapevole degli utenti.
·      venga messo in atto un percorso di riaccreditamento graduale per il quale propongono le seguenti priorità:
1.       i servizi di analisi di laboratorio e radiologici, gli accertamenti ambulatoriali, le visite di quelle specialità per le quali le indagini eseguite non hanno trovato nulla di irregolare, i servizi di riabilitazione e i piccoli interventi. Tutti questi servizi, di fatto, attraggono la gran parte dell'utenza e suppliscono alle insufficienze dei poliambulatori di via Don Orione e di via Andrea Doria.
2.      la definizione di regole certe sul rapporto di lavoro e gli interventi di ristrutturazione edilizia necessari a sanare tutti gli aspetti che hanno avuto bisogno di deroghe.   Tra gli interventi edilizi prevedibili si consideri anche la necessità di spostamento delle sale operatorie dai piani interrati a piani fuori terra e si valuti l’opportunità di dedicare il secondo e il terzo piano interrati ai parcheggi a rotazione per gli utenti che sono previsti per legge.   Una speciale attenzione dovrà essere posta alle norme di sicurezza, in particolare relativamente a possibili incendi.
3.      le specializzazioni per le quali le indagini eseguite non hanno trovato nulla di irregolare e il numero di letti convenzionati relativi, seriamente programmati.  
4.      soltanto a conclusione di questo percorso logico sia valutata l’opportunità di realizzare un “Pronto Soccorso” relativo alle specializzazioni presenti nella Clinica
·      non sia estesa la classificazione S/H ad altri immobili già acquisiti o di futura eventuale acquisizione da parte della Clinica Santa Rita nell'isolato Catalani – Jommelli o negli immediati dintorni;
·      si valuti l’opportunità che la ASL chieda il sequestro conservativo dell’immobile, a garanzia della restituzione delle somme pagate in eccesso
Milano, 26 giugno 2008
Partito Democratico – Lista Ferrante – Partito della Rifondazione Comunista – Verdi – Uniti con Dario Fo per Milano- Laici Socialisti Liberali Radicali – gruppo consiliare misto PCL
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 18 Giu 2008 - 11:41
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