.: Discussione: il cemento incombe sul Parco delle Cave

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Marco Righini

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Inserito da Marco Righini il 13 Lug 2009 - 12:21
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Articolo pubblicato su "Il Rile" (luglio 2009).

MR

 

 

IL COMITATO SALVAGUARDIA AMBIENTE ZONA 7 MILANO:

cittadini in difesa del patrimonio storico-ambientale dell’Ovest di Milano.

Una storia esemplare. A Milano i miracoli talvolta avvengono. Così è accaduto per gli appassionati sforzi, che i cittadini dell’Ovest di Milano hanno prodotto, nel corso di faticosi anni, affinché fosse realizzato il Parco delle Cave tra i vecchi borghi, trasformati in quartieri, di Baggio, Quarto Cagnino e Quinto Romano. Una grande area agricola, di antica origine, una volta percorsa da numerosi fontanili e ricca di boschi, quindi sfruttata per le attività di scavo di inerti, infine lasciata in abbandono fino a una sua spontanea rinaturalizzazione. E il relativo progetto di recupero a parco comunale, dapprima rimasto sulla carta, eppoi compiuto in piccola parte. Alla fine degli anni novanta del secolo scorso, al degrado ambientale, con varie discariche e diffusi abusivismi, si era aggiunto anche l’infernale problema dello spaccio di droga. Fu allora una straordinaria convergenza di forze, da parte delle autorità istituzionali, delle associazioni locali e dei cittadini stessi, a consentire la bonifica e la progettazione del più bel parco urbano milanese: un polmone verde, diventato ecosistema e inserito nel tessuto urbano. Ciò per effetto della gestione di ItaliaNostra-CFU, che aveva inserito il parco, con il contiguo Boscoincittà, nel più ampio comprensorio del “Parco dei Sentieri Interrotti”, ovvero un’area di verde agricolo, naturalistico e di uso ludico-sportivo, aperto dalla città alla campagna, dal Quartiere Ippico di San Siro verso l’Ovest di Milano. Un progetto rimasto utopico, che aveva tuttavia ottenuto il riconoscimento di “Tesoro del Mondo”, conferito dalla “Federazione Mondiale Associazioni Club UNESCO” (WFUCA) durante il Congresso di Cipro del 2003 (approvato e assegnato a tutti gli effetti e, in quanto dato storico, acquisito per sempre).

Una triste parabola. Ma le storie esemplari possono avere un esito imprevisto. L’unità di intenti delle associazioni locali, riunite nel Comitato di Salvaguardia del Parco delle Cave (che ebbe il proprio vertice operativo in occasione della memorabile festa di inaugurazione del 2 giugno 2002), iniziò presto a essere insidiata da divisioni e contrapposizioni, che avrebbero portato allo spezzettamento delle competenze ad alcune associazioni stanziali. Di conseguenza, fu inevitabile il ridimensionamento del ruolo stesso di ItaliaNostra-CFU, limitato in pratica all'ordinaria manutenzione del parco, in base a un contratto di collaborazione (e non più di concessione) con il Comune di Milano. E la frattura nel vecchio comitato si consumò definitivamente. Mentre tale situazione veniva ripresa con grande clamore dai mezzi di comunicazione, un colosso di cemento stava nel frattempo emergendo, nel silenzio, nello strabismo e nella distrazione di molti: un fungo velenoso (per lo scacchiere del territorio) nell'inavvertito degrado verso l'indifferenza, da parte di un tessuto sociale sano e forte, dove gli effetti esteriori sono i vari corpi fruttiferi, che appaiono quando le ife sono già vigorose nel terreno.

Benvenuti a Quarto Volpino. Lo hanno denominato PII “Parco delle Cave”: un progetto edilizio molto invasivo nel quartiere di Quarto Cagnino, inserito per tre quarti al confine del parco, a poca distanza dal laghetto e dall’area naturalistica della Cava Casati e dalla settecentesca chiusa Tribaselloni, e nelle vicinanze del percorso petrarchesco della Cascina Linterno. Il termine sarebbe già contradditorio, poiché un Programma Integrato d’Intervento nasce per la bonifica di un ambiente degradato, ma in questo caso l’area ex-industriale dismessa (mitigata dalla vegetazione) non rappresentava neanche la metà di quella complessiva, mentre si è sacrificata un'area demaniale, con bosco e parte del fontanile Marcionino (testa e primo tratto d'asta): un luogo della memoria caro ai milanesi, per le guarigioni del Pret de Ratanà con le sue acque di risorgiva. Un’attenta analisi della storia di questo PII rivelerebbe i costumi e i vizi tipici del “Bel Paese”: dalla caotica delibera del Consiglio di Zona 7 nel 2004, alla delibera comunale in seconda convocazione (con la maggioranza spaccata e l’opposizione a ranghi ridotti), alle successive procedure istituzionali, nei fatti elusive, di fronte alle ripetute richieste per una puntuale verifica di conformità a leggi e regolamenti vigenti (in particolare sul documento di impatto paesistico). Dal 2006 un gruppo di cittadini, inizialmente ristretto, ha cercato di opporsi contro un’intricata rete, sinergica ai vari livelli, senza il sostegno di associazioni e movimenti, altrove chiassosi su questioni di minore importanza. Eppure si tratta di una battaglia strategica, poiché dai suoi esiti dipende il futuro dell’Ovest di Milano, con il rischio di prevedibili squilibri e di un effetto a catena sul lato est del Parco delle Cave, fin sulle preziose aree agresti di Cascina Linterno. Non si vuole contrastare a priori lo sviluppo urbanistico di Milano (la città più inquinata d'Europa), purché tutto sia coordinato con rigore, armonia e lungimiranza, rispetto alle esigenze della cittadinanza. Ma si reagisce all’avida “logica del cemento”, che induce al consumo del suolo o alla grossolana riconversione delle aree dismesse (con massimi indici UT “o quasi”) in palazzoni incombenti sul verde (con centinaia di appartamenti “vista parco”).

Un nuovo comitato. Il Comitato Salvaguardia Ambiente Zona 7 Milano si costituisce nel 2007, proprio per superare i condizionamenti delle opposte coalizioni e dei relativi accordi trasversali, che non sembrano privilegiare gli interessi collettivi su quelli particolari, talvolta meno limpidi. Lo scopo è di unire più voci (politicamente eterogenee) nell’ideale comune della tutela del patrimonio storico-ambientale del territorio. Alcuni consiglieri di zona ne hanno appoggiato le azioni, così come Montalbetti, Merlin, Rizzo e Salvini (in Comune) e Patta (in Provincia). Il Comitato si è occupato con successo del rischio di uno sfondamento dell'asse viario sul lato ovest del Parco delle Cave. Per quanto riguarda il PII “Parco delle Cave”, esso ha chiesto il parere della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali della Lombardia e ha inoltre esposto le problematiche alla Provincia e al Comune di Milano, al fine di ottenere vincoli paesaggistici e compensazioni ambientali (compreso il recupero della sorgente del fontanile Marcionino). Il gruppo ha poi svolto varie uscite sul campo, come in occasione dei volantinaggi (contro il cemento al confine del parco) e della festa “Parco in Comune”, con gazebo e raccolta di trecento firme (per il completamento del parco stesso nell’area dismessa della Cava Ongari-Cerutti) tramite una ventina di volontari. Inoltre sta seguendo le vicende inerenti il Quartiere Ippico di San Siro e il Parco Agricolo Sud Milano (incontro con il FAI). Come si legge dal verbale, diffuso agli aderenti, il comitato è un gruppo di liberi cittadini, che si riuniscono per la discussione dei temi ambientali della zona Ovest di Milano. Non è una consulta di dottori né un’accolta di carbonari. Chiunque ha il diritto di parola, senza arroganze né prevaricazioni, ma con umana comprensione e reciproco rispetto. (Le riunioni si tengono presso l’Associazione Culturale “R. Ronchi”, in un locale affacciato sul quartiere di Baggio). Anche l’uomo della strada può partecipare: passa, entra e interviene. Qui si coltiva l’ideale della democrazia partecipata.

Per informazioni: mderigo@gmail.com.

Marco A. Righini - Massimo de Rigo

In risposta al messaggio di Massimo De Rigo inserito il 28 Maggio 2007 - 18:00
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