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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 26 Maggio, 2007 - 13:04

DA TERRA FUTURA SPUNTI E IDEE PER ALTRA POLITICA

DA TERRA FUTURA SPUNTI E IDEE PER UN ALTRA POLITICA

Grande richiesta di partecipazione alle iniziative promosse dal Forum
Ambientalista a della rete del Nuovo Municipio, in occasione della
mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità

Di Salvatore Amura Coordinatore Nazionale Rete del Nuovo Municipio
Ciro Pesacane Presidente Nazionale Forum Ambientalista

Sempre maggiore è il debito tra la capacità della politica di
rispondere ed interpretare le esigenze e alle necessità nel
migliorare la qualità della vita dei cittadini e la capacità di
integrare con le proposte di autogoverno che si esprime e si è
espressa in questi anni attraverso la dinamicità dei movimenti per la
pace, per l’acqua, contro la precarizzazione della vita, per la
democrazia partecipativa e per l’espressione piena dei diritti di
cittadinanza.

Processi sempre più rapidi ed efficaci di spostamento ad un livello
comunitario delle dinamiche politiche istituzionali, delle grandi
operazioni finanziarie, nella stessa direzione dei processi di
globalizzazione, hanno fatto sì che si creassero nuove situazioni di
conflitto, in un processo top down, distaccandosi ancora di più dalle
realtà locali, dalle questioni che già erano scarsamente prese in
considerazione all’interno degli stati nazionali, questo ha aumentato
questo debito.

In questi anni sono state migliaia le realtà territoriali dove si
sono create reti, movimenti, rivendicazioni di diritti legati ai beni
comuni fondamentali, alla tutela del lavoro e dei lavoratori, ad una
diversa gestione della cosa pubblica, trasparente, efficiente,
partecipata, alla tutela delle istanze ambientali, le vertenze
territoriali, sono state il vero motore dei processi di democrazia
partecipativa dal basso in questo paese.

E in questo senso si sono realizzati processi contrari, bottom up,
che hanno espresso grandissime potenzialità, dovute fondamentalmente
alla necessità dei soggetti di un nuovo modo di fare politica, più
attento alle esigenze legate al territorio, non in senso localistico
chiuso, bensì cercando di spostare l’attenzione sul consumo
spregiudicato delle risorse locali, la svendita dei territori, i
processi di privatizzazione dei servizi e dei beni comuni, che ha
generato una mobilitazione di individui, di movimenti per la difesa
dell’acqua, bene inalienabile di tutti, lavorando in un percorso di
sperimentazione e relazione continua nella costruzione di uno statuto
dei luoghi.
Ed è stato un lavoro serio, costruttivo, che ha raggiunto obiettivi
importanti, come la modifica di numerosi provvedimenti che avrebbero
altrimenti minato alcuni dei diritti fondamentali del cittadino, come
la prospettata moratoria sull’acqua, il successo ottenuto nella
sostanziale modifica al DDl 772/Lanzillotta sulla liberalizzazione
dei servizi pubblici locali, l’inversione di tendenza espressa nella
finanziaria 2006, sulla possibilità da parte degli oneri di
urbanizzazione di finanziare le spese correnti degli enti locali, o
come nell’approvazione della nuova legge sull’immigrazione, il
superamento dei CPT e il sostegno alla prospettiva dell’espressione
piena dei diritti di cittadinanza diventino finalmente una realtà.

Questi sono stati i temi affrontati a Terrafutura, dove le reti e i
movimenti, sorti in questi anni in contrapposizione alla
degenerazione neoliberista, si sono confrontate sul lavoro sin qui
svolto, sugli obiettivi da raggiungere e sulle modalità di attuazione
della “resistenza locale”, che ha operato in rete, condividendo
preoccupazioni, esperienze locali, proposte di mobilitazione
unitaria, compatta.

Qui i rappresentanti delle istanze territoriali hanno discusso di
come poter generare un nuovo modo di fare politica, che non sia più
esclusivamente l’inseguimento sordo e sfrenato dell’aumento del PIL,
ma che guardi agli indicatori reali della crescita di un Paese,
identificabili nella qualità dei servizi locali, quelli più prossimi
al cittadino, nella garanzia di tutele ai lavoratori, nella necessità
di superare ancor’oggi situazioni di povertà assoluta, cosìm possiamo
colmare questo debito.

In questo quadro di coscienza e mobilitazione si rendono necessarie,
parallelamente ai movimenti dal basso, realtà che si facciano carico
a livello europeo, oltrechè nazionale, delle istanze provenienti
dalle realtà locali, realtà politiche forti, organizzate, connotate
dall’attenzione verso le questioni dei diritti, della difesa dei
lavoratori, della tutela dei beni comuni, delle “piccole” storie
legate al territorio locale: questi soggetti sono rappresentati dai
risultati dei nuovi processi di unitarietà delle forze di sinistra
italiane ed europee, che hanno trovato in questi grandi temi lo
slancio ideale per ricompattare tutte quelle realtà che ancora oggi
credono nella necessità di una sinistra forte, che stia dalla parte
di coloro che non hanno la possibilità di incidere sulle policies,
soprattutto quando queste toccano in modo così arrogante i diritti
fondamentali dei cittadini e vincolano in modo così netto ed
escludente le scelte e le modalità di sviluppo locale.

Forze di sinistra che discutano di quali siano i contenuti politici
prioritari, le piattaforme dell’azione concreta, legate ai problemi
reali vissuti dalle persone, per disegnare insieme un forte e
condiviso percorso di costruzione di una nuova comunità attraverso,
un nuovo modo di stare insieme, nel dare voce a chi non ha voce, nel
proporre come centrale un efficace sostegno alle politiche di genere
e un serio ricambio di generazioni e culture politiche.

La Rete del Nuovo Municipio e il Forum Ambientalista hanno provato a
parlare vicino al cuore e alla testa del nostro popolo, interagendo
con le tante realtà che hanno attraversato questa tre giorni, come i
Comitati e il Contratto Mondiale per l’acqua, le Reti di Economia
Solidale, la Rete dei Comuni Virtuosi, Castelli di Pace, Legambiente,
Città del Bio, CambieResti, Rete dei Comuni Solidali, Rete Lilliput,
Forum Mondiale dell’Energia, Attac, Carta – Cantieri Sociali, le
Camere del Lavoro di Brescia, di Bologna, di Vicenza, ma anche con la
CGIL FIOM e Funzione Pubblica in particolar modo, tutti
posizionandosi sempre più lontano dal CDA, i nuovi centri di potere
dove si costruiscono gli scenari di decisione per la politica di
domani per l’attività imprenditoriale e bancaria, commistione
mefitica che inquina i processi di partecipazione democratica.

Usciamo da questi CDA, da queste forme di società chiuse e
autoreferenziali, qui si giocano i poteri e le decisioni come in una
roulette del casinò, dove per fiches si puntano le vite di tanti
uomini e tante donne di questo paese, che alla fine perdono sempre.

Apriamo tanti nuovi gruppi di acquisto solidale, facciamo la raccolta
differenziata, investiamo come unica e vera grande priorità per le
opere pubbliche nella ristrutturazione delle rete idrica nazionale,
promuoviamo i bilanci partecipativi nei comuni e processi di sviluppo
locale autosostenibile, alimentamo iniziative per la pace e la
cooperazione decentrata, da qui possiamo ripartire.