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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 23 Maggio 2007 - 22:24
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Lettera aperta per una sinistra rinnovata


Riporto una mia lettera aperta appena redatta. Due italiani su tre non hanno fiducia nel Parlamento: credo che occorra intervenire per una modifica strutturale della politica. E' un impegno necessario: si rischia l'involuzione civica e civile. E da questa involuzione si crea cinismo, qualunquismo, antipolitica, senso individualistico, conflittualità. Come accade ultimamente con una sorta di avversione tra ceti poveri, che si contrastano senza capirne le motivazioni. I Rom non possono stare in città, loro hanno attenzioni mentre noi povera gente che lavora no: sono queste le espressioni che maggiormente vengono pronunciate dalla moltitudine di coloro che si sentono abbandonati dalla politica. Politica nel senso ellenistico, platonico: ossia occuparsi del comune, come "dono di tutti" "patrimonio di tutti e disponibile per tutti", quindi governabile da parte di tutti. A Sinistra forse qualcosa si può definire e costruire: un patto convenzione per un rilancio della partecipazione, e, soprattutto, un'autonomia della politica da ogni sfera economica e di invadenza economica, affaristica, individualistica, aziendalista. Forse si può ricostruire un rinascimento, dove la cittadinanza sia la soggettività attorno cui elaborare il futuro di questa città. La sinistra con la sua capacità dialettica può farlo. Ne sono sicuro. Ecco i pilastri della mia lettera aperta, invito a determinare un'attenzione dovuta a questi temi: attuali e da superare, come ogni conseguenza di una contraddizione oggi presente nel tessuto sociale.

Una lettera aperta. Alla sinistra milanese. Forse sarà una ulteriore lettera appello alle forze della sinistra milanese, in un contesto difficile, fortemente difficile, quale quello nostrano, presente nel tessuto sociale e culturale di una città che ha vissuto in prima face la stagione di Mani Pulite, l'ondata di ripulitura e rigenerazione morale ed etica nella cosa pubblica, sfociata anche in toni populistici e propagandistici di vario genere. Milano è pronta a cambiare pagina? Non saprei se rispondere affermativamente o negativamente. Ma la questione che più mi preoccupa è individuare se la sinistra milanese riesce a proporsi come alternativa di governo, di modello di amministrazione, di programma e progetto culturale. La sinistra milanese storicamente ha vissuto l'era dell'ondata operaistica, delle propulsioni mutualistiche, delle prime eseprienze delle leghe delle lavoratrici e dei lavoratori, del sindacalismo in tutte le sue sfaccettature, della progettualità sociale e della promozione della giustizia e dell'eguaglianza. Oggi siamo a una crisi di quei modelli novecenteschi: cambiate forse sono le contingenze storiche, cambiati sono i presupposti politici, il quadro generale culturale e civico. Ma la sinistra vive un momento di forte crisi e smarrimento, di mancanza di riferimenti politici e ideal-valoriali. Costruiamo una nuova piattaforma programmatica? Su quali basi e con chi? Non è il momento di parlare di contenitori, ma di contenuti. E' vero. Ma quali contenuti, e partendo da quali principi e criteri. Io credo che sia giunto il momento di costruire una nuova soggettività della sinistra milanese. Cos'è la sinistra? E' tutto ciò che si oppone alla deriva demagogica e affaristico illiberale e liberista che intesse gran parte dei poteri forti prevaricanti sulla politica in questa città. La politica autonoma dall'economia. La politica che sappia riportare la partecipazione al momento decisionale per antonomasia. La politica deve ritornare a essere servizio della cittadinanza per la cittadinanza. Non è nostalgia di un periodo fiorento dell'ellenismo democratico, ma è una necessità. Uno studio della Caritas predispone che l'assenza di politica nelle scelte universalmente condivise per la programmazione del territorio delle periferie estreme delle città metropolitane italiane ha determinato la presenza di sacche di emrginazione, che si esprimono in un rifiuto del senso della cosa pubblica, del rispetto dell'ambiente, del rispetto dell'altro, quando l'ipotesi è una delle migliori, fino ad arrivare in forme di disagio e di alto grado di ribellismo, che sfocia in compotamenti illegali e di contrasto rispetto a qualsiasi forma di ordine e di convivenza civica. Penso che a questo disagio non si risponda con maggiore ordine pubblico ma con una forma di promozione di ampi canali di partecipazione e collaborazione attiva, tramite consulte, bilanci partecipati, assemblee pubbliche, servizi di informazione e di comunicazione, referendum popolari, e-participation.
La sinistra deve guardare a questo, pena il ritorno alla barbarie, pena forme di populismo demagogico, pena la rottura del tessuto unitario sociale e civile della cultura storica del nostro Paese, dell'Europa, pena rigurgiti bestiali e forme di violenta contrapposizione.
Io penso che sia giunto il momento, è scoccata l'ora di vedere di poter ragionare insieme per una piattaforma per l'alternativa, una programmazione di un progetto altro di governo e di rivoluzione culturale civile e politica. Ma questo si può fare preparandoci anzitempo a creare le condizioni per costruire nel prossimo futuro un'epinay della sinistra milanese, come laboratorio nazionale da esportare in altri contesti. Una sinistra unitaria possibile adesso è più giusta e necessaria. Non è una forzatura, ma un'esigenza che lo stesso elettorato, l'altra Milano sana, la Milano della società civile impegnata e organizzata, la Milano dei comitati di quartiere che forumlano ipotesi di resistenza alla svendita di patrimonii indefferibili della città, la Milano del giovane precario, che attende certezze per il proprio futuro e per la propria vita, diventando soggetto autonomo e autodeterminato, la Milano delle nuove forme di partecipazione, la Milano dell'altra mobilità, dei ciclisti, la Milano dell'immigrazione, che chiede condivisione nella determinazione delle regole di vita, la Milano dell'associazionismo, dei Movimenti, quelli che si oppongono alla privatizzazione dell'acqua, quelli che si oppongono alla privatizzazione dell'energia pubblica, quelli che si oppongono alle varie città della moda, quelli che si oppongono ai grattacieli soffocanti la città e oscuranti il cielo e le stelle, la Milano delle donne che combattono per un'emancipazione ancora lontana, la Milano degli omosessuali che rivendicano giustamente una pari opportunità e un'eguaglianza nei diritti, contro ogni forma di discriminazione, contro ogni forma di illiberale spinta confessionale che presuppone scenari oscuransitici. Ma cosa fare ora? Occorre quanto mai accelerare questo processo che dia caratterizzazione unitaria e fortemente incisiva nell'equilibrio programmatico di una coalizione pronta a governare la città per una sua rinascita, etica, civica, morale, culturale, sociale, non solo economica, non solo imprenditoriale, come fino a oggi è stato fatto, disegnando una metropoli dell'esclusione, dell'affarismo, dell'individualismo, della competizione, delle diseguaglianze, della divsione sociale, della povertà generalizzata, delle sacche di ricchezza sempre più ristrette e sempre più impermeabili.
La sinistra inizi a pensare alla città e a sè stessa, alla sua rinnovazione culturale e politica. Anche tramite l'azione amministrativa. E' nato un nuovo movimento, la Sinistra Democratica, che si sta affacciando all'arcipelago della sinistra nostrana, anche a Milano. Ma esiste Sinistra Europea, esistono le forze ecologiste, esistono i movimenti, esistono i collettivi, esistono le realtà civiche, la Lista che rappresento, esiste la cittadinanza critica: sono tutte esperienze e percorsi che chiedono un'unica soggettività a cui fare riferimento per un nuovo rapporto di rappresentatività. Una reductio ad unum, che non vuole dire azzerare percorsi culturali che sono plus valori aggiuntivi se rimangono autonomi ma unitariamente sodali a costruire una proposta che si erga sui valori e sugli ideali progressisti e sociali, anche storici, ma che sappia rinnovarsi e sappia riproporsi sulla base delle trasformazioni e dei cambiamenti, sono molti, che la contemporaneità presenta.
E' ora della reductio ad unum che non deve significare omologazione, annessione: queste sono paure inesistenti oggi come oggi, quando l'allarme che scatta proviene dall'elettorato dell'altra Milano che vive, che sopravvive, nonostante spesso si sentisse e si sia sentita orfana di una casa comune di riferimento progettuale e programmatico.
Ora è il tempo di superare le paure, le vecchie ansie, le vecchie perplessità, le vecchie e ancronistiche resistenze ideologiche e conseguenze di un autoreferenzialismo fine a sè stesso.
E' il tempo dell'azione, del lavoro per una CONVENZIONE UNITARIA E PERMANENTE aperta ai MOVIMENTI, ALLE ASSOCIAZIONI, non sommatoria semplificata e semplificante, escludente ed esclusive di apparati precostituiti, per un PROGRAMMA DELL'ALTERNATIVA PER MILANO.
Un cambiamento è possibile: oggi si esca dalle segrete stanze, dai propri gruppi consiliari, dalle proprie referenze organizzative prestabilite, per CONTAMINARSI PER UN PROGETTO DI UNA MILANO POSSIBILE, ALTRA, ESPONSABILE, SOCIALMENTE SOLIDALE, DELLA GIUSTIZIA SOCIALE, DELL'EGUAGLIANZA, COSMOPOLITA, DELLE INCLUSIONI, DELLE DIVERSITA', E DELLA LAICITA', DELL'ANTIFASCISMO, DEL RISPETTO E DELLA TUTELA DELL'AMBIENTE E DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA COME OPPORTUNITA' DI ACCESSO AI SAPERI, DELL'AGGREGAZIONE E DEGLI SPAZI AUTOGESTITI DALLE ASSOCIAZIONI E DALLE REALTA' CHE APPORTANO PROPOSTE CULTURALI DI DIMENSIONE UNIVERSALE E INDIPENDENTE, DELL'ARTE COME FORMA LIBERA DI ESPRESSIONE DELLA PERSONALITA' E DELLA PROPRIA IDENTITA'.
Partiamo: io sono pronto, nel mio piccolo, ma che come goccia potrà cavare la roccia, per scavare e per scalfire resistenze inutili e dannose. Lasciamo da parte rancori e affezioni autoreferenziali: partiamo insieme per un progetto di Sinistra per una Milano che vuole rinascere e che vuole ripartire a essere città a dimensione d'uomo, a dimensione di comunità, a dimensione di collettività.
Ricominciamo, iniziamo: il percorso è aperto. Perdere il filo di Arianna ci catapulterà nella più assoluta sconfitta e tragico smarrimento ideale e politico.
Vi sembra opportuno?

Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano


In risposta al messaggio di Cesare Saccani inserito il 23 Maggio 2007 - 15:34
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