.: Discussione: Milano si dia un obiettivo verde ambizioso

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 4 Gen 2010 - 17:01
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Da milano.corriere.it:

in Comune il masterplan: «metto in pratica l'idea di Abbado, 90 mila piante per la città»
Il progetto di Renzo Piano: «Passeggiata tra gli alberi dal Duomo al Castello»


L'architetto: «Rigeneriamo Milano, anche nelle periferie. Un bosco davanti alla cattedrale per chiudere la piazza»

MILANO - Ricordate? «Il progetto nasce da un’idea di Claudio Abbado per riqualificare Milano, piantando 90 mila alberi: questo gesto costituirà un significativo contributo verso una città più vivibile, più sostenibile e più bella». Il lavoro di studio ora è chiuso. Nelle pagine del masterplan firmato da Renzo Piano e consegnato il 21 dicembre c’è una «visione complessiva del futuro urbano di Milano». Una rigenerazione verde. Filosofia e giardinaggio. Riscoperta delle tracce austriache e francesi, ma vocazione Expo. Una rivoluzione etica, prima che estetica: tutti gli alberi — si inizia con oltre 3mila tra frassini, aceri, platani e cedri — saranno «piantati in piena terra perché solo in questo modo si garantisce lo sviluppo della pianta».

È la città nel verde già proposta da Luigi Figini («Grandi vegetazioni di bosco e di giardino»): Piano ha censito le aree adatte a innesti e integrazioni, da piazza Duomo all’ultima periferia, dalle radiali del centro alle circonvallazioni di fine Ottocento, fino agli spaccati in cui il quadro architettonico «è spesso modesto, talvolta triste e squallido». Il progetto definitivo presenta 12 luoghi simbolo ( case study): il primo intervento, la «passeggiata alberata dal Castello al Duomo», sarà realizzato in primavera. La sfida del maestro Abbado si fa concreta.

Il masterplan prevede una rete d’alberi che innerva Milano e la collega al suo «limite naturale», l’anello orbitale dei parchi. Ma l’operazione più delicata è al cuore della città: piazza Duomo. Qui, sull’aiuola posizionata di fronte a Palazzo Carminati, Piano descrive un «blocco» di carpini su un basamento alto un metro e quaranta, una pedana pensata come «luogo piacevole d’incontro e di sosta»: «L’intervento non è un’alberatura, o un inverdimento della piazza del Duomo — si legge nel progetto — ma si pone nel solco di un dibattito aperto, da sempre, sull’incompiutezza dell’intervento di fine Ottocento». Il boschetto è una «citazione»: gli alberi sono il «fondale adeguato» per chiudere la piazza, la quinta scenica che sostituisce il Palazzo dell’Indipendenza mai realizzato dall’architetto Giuseppe Mengoni. E se poi non dovesse piacere? Il fondale ha una «caratteristica interessante», rassicura Piano: «La facile reversibilità dell’intervento». Come si alza, si toglie.

«Qui faccio solo il contadino e il geometra per Claudio», ha ironizzato l’architetto. La riforestazione di qui al 2015 — sviluppata in accordo con Comune e Soprintendenza — s’inserisce nel Piano del verde di Palazzo Marino e affianca Raggi verdi e Boschetti di benvenuto in periferia. Il team di Piano ha già verificato la «compatibilità» degli interventi con tram, parcheggi e flussi di traffico. Responso: si può fare. Via Dante avrà 220 frassini (o aceri), un doppio filare con le chiome a 4,50-5 metri dal suolo per non «disturbare» i dehors dei caffè e «non intralciare visivamente» i negozi. In piazza Cordusio sarà ridefinita l’aiuola centrale ellittica «con una copertura erbosa» (o l’edera). Corso Genova, «radiale della città storica», 89 alberi.

E proseguendo: 96 piante tra via De Amicis e Molino delle Armi (un filare continuo sul lato meridionale), 100 in viale Bligny e altrettante in Porta Volta, almeno 200 tra via Fiori Chiari, piazza del Carmine e via Formentini, circa 7 mila nel quadrilatero di corso Indipendenza. È una teoria di filari rigogliosi, sul modello dei boulevard del piano Masera d’inizio Novecento, non di sterili decorazioni in vaso (tipo: Vittor Pisani). La dote maggiore sarà riservata a circonvallazioni e periferie: un migliaio d’alberi lungo i viali delle Regioni, 600 al Forlanini e 180 in Palmanova, 1.250 in via dei Missaglia, un migliaio tra largo Tel Aviv e via Cesana.

Oltre a «ingentilire» strade e piazze, il bosco urbano avrà un impatto enorme sulla qualità dell’aria: i 90mila alberi assorbiranno 36 tonnellate di polveri sottili e 2,7 milioni di chilogrammi di anidride carbonica. L’effetto? «Un raffrescamento estivo pari a 110 mila condizionatori funzionanti 24 ore su 24». Non basta? La città verde «compensa l’inquinamento corrispondente a 4.500 autovetture l’anno». Meglio di Ecopass.

Armando Stella

04 gennaio 2010
In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 20 Maggio 2007 - 08:47
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