.: Discussione: Eletti: di nome e di fatto?

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 15 Maggio 2007 - 12:07
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Caro Paolo,
sono un eletto, uno dei consiglieri di zona 4, de L'Unione, opposizione quindi: ma sono uno dei pochi assidui frequentatori di questo spazio telematico che ritengo essere un patrimonio da valorizzare e capitalizzare.
Tu lo sai, spesso intervengo, sollecito dibattiti, a cui tu rispondi e i cui post leggo con grande ed estremo interesse: il mio blog ospita le mie interrogiazioni, le mie mozioni, ordini del giorno che presento in consiglio di zona, e nei vari thread di discussione riporto le mie riflessioni, cerco di avere istanze da parte della cittadinanza, con cui voglio instaurare e sto cercando di fare, un rapporto diretto.
Ma non è una sorta di "giustificazione" al tuo giusto e ben formulato jè accuse: vorrei solo dire che occorre quanto meno diffondere, sostenere, rendere istituzionale partecipami, come si sta cercando di fare, con la collaborazione attiva degli ideatori di questo processo di e-participation, affinchè la tanto giusta e ideale partecipazione attiva, la democrazia diretta, reale, che tanto contamina in positivo le dichiarazioni di noi "politici", attivata in molti contesti municipali, vedi Roma, Torino, piccoli comuni, possa avere una possibilità e un'opportunità di sbocco e di realizzazione.
Sappiamo benissimo che la municipalità a Milano è ancora un sogno nel cassetto: nessuna proposta di implementazione dei poteri dei consigli di zona, poche deleghe decisionali, assenza di canali e strumenti, attivati in parte dalla Provincia, di partecipazione diretta (bilancio partecipato, assembleee dirette e allargate, raccordo interistituzionale tra cittadinanza ed elette ed eletti, bilancio sociale, consulte con capacità incisive). Ma partecipami offre la possibilità di aprire thread di discussione, forum e luoghi di consultazione diretta su problematiche che riguardano non adesioni ideologiche, ma questioni di vita qutodiana, a cui noi, eletti, abbiamo tutto il dovere di condurre a soluzioni politiche possibili e partecipate, condivise con i diretti interessati, la comunità degli elettori.
In Francia Segolene ha basato la sua campagna elettorale tramite il suo personal blog, dove ha attivato forme dirette di condivisione di scelte e di discussione con la cittadinanza, senza nessun tipo di filtro ideologico o di faziosità estrema: laicamente confrontandosi, laicamente ponendo le diverse questioni che riguardavano punti fondamentali del proprio programma, per elaborare un progetto insieme, unitario, dove la differenza tra eletto ed elettore non sussistesse più, dove la categoria "politico" non rigurda l'addetto ai lavori, ma riguarda la comunità.
Toqueville diceva appunto politique dabord: ossia la politica è tutto. Dobbiamo renderla tale, ridisegnando la cosidetta democrazia elettiva, quella rappresentativa, in un'ottica di democrazia reale ed effettiva, diretta, possibile, partecipata, inclusiva e non esclusiva. E' vero è una vergogna che chi viene eletto non valorizzi canali di confronto e di verifica continuativa circa la propria attività istituzionale. Si esce in occasione delle campagne elettorali, magari promettendo l'impossibile (mi viene in mente, per alcuni casi dei più degenrati e dei più grossolani, non per questo generalizzabili, Lauro, che regalava la scarpa sinistra con il pegno di dare la scarpa destra al momento della sua elezione), e poi, una volta presa la cosidetta "poltrona" ci si rinchiude nelle segrete stanze, tra tatticismi vari e incomprensibili alla cittadinanza, per fare i casi propri, non capendo che la propria funzione è pubblica, quindi deve essere trasparente, chiara, comunicata ed esaminata dalla res publica. Ma è anche necessario sviluppare queste forme di e-participation interattiva, che non siano solo surroganti l'assenza di canali diretti di rappresentatività istituzionale, nella mancanza totale di una municipalità intesa come governo comune della cosa pubblica, cosa possibile, molti comuni lo confermano già da anni, non solo all'estero ma anche in Italia, non, quindi, utopia velleitaria, tramite una divulgazione della rete come strumento libero di comunicazione universale: l'idea èproposta da Corritore e Baruffi, ripresa in una mia interrogazione, prossimo testo di mozione, in consiglio di zona, di svuiluppare wireless è un'occasione per garantire a tutte e a tutti l'accessibilità a internet, permettendosi di collegare in zone diverse collocate in punti diversi della città, pubblici e privati. Ebbene sviluppare la rete come luogo, agorà, di confronto attivo deve essere un impegno realizzante un diritto, la comunicazione e la libera espressione del pensiero, della nuova generazione. E' intollerabile che circa il 40% delle famiglie oggi non abbia ancora una connessione di rete in casa e non possa accedere alla rete se non tramite internet point, costosi e quanto mai scomodi. Occorre parlare di accesso libero e gratuito alla rete senza filtri e condizioni, come accesso libero ai saperi e alle forme di democrazia partecipata e diretta, appunto.

Vogliamo iniziare questo percorso e cominciare a lanciare questa sfida: è compito primario della politica oggi, di un progetto di società nuova e libera, consapevole e responsabile.

Io mi propongo di addivenire a questo obiettivo: me lo pongo come priorità.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Il mio personal blog a cui potete mandare riflessioni, proposte, commenti, consigli, insulti :-), istanze ... per un vero cahier de doleances

http://www.partecipami.it/?q=blog/172
In risposta al messaggio di Paolo Ramella inserito il 14 Maggio 2007 - 15:11
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