.: Discussione: La sinistra a favore dei ROM a casa di altri

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 2 Maggio 2007 - 14:13
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Merita di essere letta e di essere oggetto delle nostre riflessioni anche questo messaggio, di un altro cittadino della zona 3, Giuseppe Maria Greco.
Spero che anche queste considerazioni inducano altri cittadini a esprimere, pacatamente e serenamente, la loro opinione in merito.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano

"Quanto tempo occorre perché la serenità bonaria di un volto quietamente rassegnato alla fatica quotidiana, quando sia costretta ad interpretare con crescente apprensione i sentimenti di preoccupazione, di paura e poi di angoscia, si deformi tanto da esprimere la violenza dell’odio?
Gutta cavat lapidem, la goccia scava la roccia : occorre tempo, ma basta aspettare che la paura, giorno dopo giorno, riesca a corrompere l’animo delle persone.
Nati o no a Milano, milanesi da generazioni o appena arrivati, tutti quelli che convivono in questa grande città si adattano bene, nella vita di tutti i giorni, alla figura umana disegnata per se stesso dal milanese Carlo Porta:
Prometti e giuri col vangeli in man
De amà prima de tutt chi m’ha creaa,
e subet dopo sto mé car Milan
che impesa chì anca quij ch’en parlen maa.
Peccato che molti di quelli che se ne considerano cittadini a pieno diritto, fieri della propria identità di lavoratori che pagano le tasse, dopo la lettura dei primi versi, già stanchi per la scarsa consuetudine con i libri abbiano sollevato gli occhi dal sonetto di Porta, prima di leggere che:
Giuri vess grato a chi me dà el mé pan,
de no fa mai né lit né sigurtaa,
de lassà raggià i asen, bajà i can,
de tirà sempre drizz per la mia straa

Quanto tempo occorre, invece, ad un uomo che di quell’angoscia si fa alfiere, per scatenarla in tutta la sua brutalità? Ad un uomo che, poco prima, pavoneggiandosi allo specchio, ha deciso che sì, che quella maglietta con la scritta “Zingari? No grazie” è un bel colpo politico perché produrrà una spaccatura profonda nei cuori delle persone, da cui l’odio sgorgherà veloce come petrolio e lo sospingerà in alto, sempre più in alto, verso una radiosa carriera?
Basteranno pochi minuti, perché l’odio è diabolico: nel momento in cui scaglia un uomo contro un altro, lo fa sentire arditamente dalla parte della giustizia, protagonista del bene contro il male, capace di volare al disopra di ogni vincolo civile spalancando le ali della violenza liberatoria.

Quanto tempo occorre infine perché le ferite inferte si rimarginino, perché i torti subiti siano sedati, perché il dolore sia pacificato? Occorrono anni, forse generazioni intere.

Quando si installano recinti, si crede di avere isolato il male. In realtà il recinto ha due superfici. Quella interna racchiude chi viene emarginato. Quella esterna racchiude tutti gli altri. Non si possono creare barriere senza restarne a propria volta prigionieri. Come sostengono le persone di fede, ogni peccato ricade sull’intera comunità. E’ per questo che occorre fare molta attenzione ed avere molta umiltà nel decidere chi commette il “peccato” e quali delimitazioni imporgli.

Dijana Pavlovic riferisce che nella seduta in Consiglio di Zona “più di duecento persone urlavano: "li vogliamo fuori dalle palle! Portateveli a casa vostra!...Questa è casa nostra, non li
vogliamo, sporcano, rubano, non vogliamo trattare, se ne devono andare fuori dalle palle!”.
Dijana chiede a quelle persone:” Qual è il limite di sopportazione prima di condannare, chiaramente e apertamente, quello che sta accadendo? E’ gia accaduto in passato, di non dare peso a posizioni simili, ignorando segnali precisi di razzismo e violenza. Sappiamo bene cosa ha portato. Ma chiederei la stessa cosa a quelli come me, al mio popolo, ai Rom. Qual è il limite di sopportazione?

Ecco, credo che il compito dei responsabili politici e dei cittadini sia proprio di non voler neppure sfiorare quel limite, cui gestioni politiche e amministrative irresponsabili ci hanno avvicinato. Non si tratta di “aggiustare” le cose, tranquillizzandosi quando il rumore rimane coperto dal brusio quotidiano. Si tratta di denunciare come contrari alla convivenza civile tutti i comportamenti che seminano discordia, di recuperare il ruolo di “primo cittadino” da parte del sindaco, di ampliare e strutturare la rete di comunicazione tra amministrazione e cittadini e, certo più difficile ma indispensabile, troncare gli affari sottobanco di amministratori che approfittano della propria posizione e che impediscono anche ai loro più onesti colleghi di promuovere misure e progetti positivi.

Occorre in tutti i modi ostacolare e denunciare chi approfitta dei timori di questa epoca di transizione e sventola il vessillo della “sicurezza” per coagulare verso di sé la massa elettorale.

Dov’è questa sinistra?
Come c'entra in tutto questo il Partito Democratico?

Scusate la lunghezza
Giuseppe Maria Greco"
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 30 Apr 2007 - 15:58
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