.: Discussione: La sinistra a favore dei ROM a casa di altri

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Inserito da Utente non registrato il 7 Apr 2007 - 17:00
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L’intervento del Consigliere Boari impone un’ulteriore replica da parte di chi, durante la seduta del Consiglio di Zona in cui si è discusso della presenza dei nomadi presso il Ceas al Parco Lambro, è stato parte in causa. Infatti, se è possibile esporre in modo errato quanto avvenuto perché non si era presenti, come è avvenuto alla Consigliera Fachin, è altrettanto possibile e altrettanto grave riferire l’accaduto in modo assolutamente tendenzioso, dandogli un’interpretazione faziosa. In questo Boari è un vero maestro: ma modificare il pensiero della controparte per poi contraddirlo, senza fare lo sforzo di comprendere esattamente quali sono le idee altrui, o, peggio,  alterarlo scientemente in modo tale da confutarlo, è una scorrettezza assai deplorevole. Nella fattispecie il Vicepresidente di Zona 3 è stato mosso da una parte dalla volontà di giustificare in qualche modo il maldestro emendamento del Consigliere Maino, che stava mettendo la maggioranza in grave difficoltà, dall’altra di screditare l’atteggiamento dell’opposizione sulla questione, che invece è stato di una linearità esemplare.

E’ bene a questo punto ripercorrere tutta la vicenda per poi venire alla seduta del Cdz in questione.

Il 10 febbraio arrivano al Ceas da Opera 70 nomadi, la metà dei quali bambini. Il loro trasferimento si impone a causa del clima assolutamente ostile che si era creato nei loro confronti ad opera di una parte dei cittadini residenti, pesantemente strumentalizzati per altro da esponenti di An e della Lega, nonostante l’insediamento fosse temporaneo, il campo fosse gestito da personale di vari enti assistenziali  e i rom avessero sottoscritto il patto di legalità, un documento con cui si impegnavano a rispettare precise regole di convivenza all’interno e all’esterno del campo.

Quando i nomadi arrivano al Ceas nessuno, si badi bene, si accorge di tale presenza e, nel frattempo, alcuni del gruppo originario trovano altre sistemazioni.

Il 23 marzo il Prefetto chiede, su richiesta del Vice Sindaco, sen. De Corato e dell’Assessore ai Servizi Sociali e dell’Assessore alla Casa (esponenti quindi della maggioranza) il sequestro di un’area inserita nei confini del Parco Lambro, adiacente al Ceas, allo scopo di rendere più vivibile la situazione dei rom lì ricoverati, senza però mutare il carattere di transitorietà della loro presenza.

A questo punto scoppia la canea da parte dei partiti di centrodestra che insorgono non solo contro i rom e l’operato di Don Colmegna, ma anche contro  una decisione della Giunta Comunale e contro la linea tenuta dal Sindaco e dall’Assessore ai Servizi Sociali sulla questione dei nomadi.

Arriviamo alla seduta del  Cdz  del 2 aprile nella quale si discute la questione e vengono presentati due documenti: uno della Lega, sostenuto da tutta la maggioranza, che chiede che venga immediatamente sospeso l’allestimento del campo, l’altro dell’Unione che chiede che l’insediamento dei rom al Ceas mantenga  i caratteri della transitorietà e che il Comune di Milano si doti di una politica complessiva, in accordo anche con la Provincia e la Regione, sulla presenza dei Rom. La discussione evidenzia due modi ai accostare la problematica completamente diversi: da una parte, quella della maggioranza, il rifiuto più totale di gestire l’emergenza dei rom, dall’altra la ricerca di un approccio più razionale alla questione, che valorizza la costituzione di piccoli campi su aree attrezzate e gestite da operatori e volontari, come appunto nel caso del Ceas.

Veniamo all’emendamento proposto dal Consigliere Maino. Innanzitutto è quanto meno stravagante, per non dire del tutto scorretto, che un esponente della maggioranza, in presenza di una mozione che appoggia in toto, proponga un emendamento  alla mozione della controparte al solo scopo di alterarne totalmente il significato politico. Questo è stato il primo motivo che ci ha portato a rifiutare l’emendamento del Consigliere Maino: esso, infatti, aveva lo scopo di umiliare l’opposizione impedendole di esprimere il proprio pensiero sulla questione. Era chiaro, infatti, che qualora l’emendamento fosse passato, avremmo dovuto ritirare la nostra mozione, il cui senso sarebbe stato totalmente stravolto.

Non si capisce assolutamente perché a questo riguardo Boari parli di finto solidarismo da parte del centrosinistra: infatti, la collocazione dei nomadi presso la sede del Ceas è la più adatta a salvaguardare i caratteri di gestione, organizzazione e controllo degli insediamenti di rom che a nostro avviso sono fondamentali per impedire che la loro presenza collida con la situazione ambientale.

Quando, alla mia accalorata richiesta di ritirare l’emendamento il Consigliere Maino, rispondeva negativamente, nelle file della maggioranza si è diffuso un vivo sconcerto, poiché tutti erano convinti del carattere di mera  provocazione dello stesso e anche il Presidente Viola faceva cenni a Maino di cambiare parere. A questo punto il Consigliere Ampollare, capogruppo di Forza Italia, chiedeva una sospensione di due minuti della seduta durante la quale la maggioranza chiedeva a Maino di ritirare l’emendamento, cosa che questa volta il Consigliere accettava.

Si è quindi potuti andare al voto sui due documenti; ovviamente i numeri hanno fatto sì che venisse approvato quello della maggioranza.

Sul merito della questione vorrei solo sottolineare un aspetto: la presenza dei rom è indubbiamente problematica; bisogna decidere però se la politica vuole assumersi la gestione di tale presenza o rinunciare ad affrontare questo problema. Se si sceglie questa seconda strada, come ha fatto la maggioranza in Cdz 3, contraddicendo per altro la linea tenuta dal Sindaco e dalla Giunta, la conseguenza è quella di acuire ulteriormente la questione, rendendo la presenza dei rom sempre meno compatibile con la nostra città. Detto in altri termini, è più probabile che delinqua una famiglia di rom lasciata sola o in un campo abusivo, oppure una che vive in un campo assistito, nel quale vengono strutturati percorsi educativi e di integrazione? Questo è ciò che si cerca di fare nei campi gestititi, altro che il “pietismo” di cui si è parlato da parte della maggioranza, che ha dimostrato la più totale ignoranza sull’argomento.

 

Alberto Farina, Consigliere di zona 3 - L'Ulivo 

 

Documento condiviso e sottoscritto da Sara Rossin, Capogruppo dell'Ulivo in Cdz3 

 

PS. Quanto alla mia salute il Consigliere Boari si tranquillizzi: certo, vivo la politica come passione e questo in alcuni casi mi fa accalorare.

In risposta al messaggio di Gianluca Boari inserito il 6 Apr 2007 - 11:39
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