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Mercoledì, 21 Marzo, 2007 - 13:12

Solidarietà indiscussa a Sircana

Ho letto l'intervista pubblicata oggi su Repubblica.it fatta da Massimo Giannini a Silvio Sircana, con encomiabile stile che caratterizza da sempre il giornalista. Esiste la foto dove ritrae solo la parte retrostante dell'automobile, una Wolkswagen, con dentro una persona che si percepisce solo per metà viso, sporgentesi verso un transessuale passeggiante sul ciglio della strada.
Tutto questo è bastato per determinare un caso oserei dire politico e nazionale, sebbene si sapesse chi fosse l'autore di quelle foto, chi fosse l'agenzia, sebbene nei riguardi di questa agenzia ci sia un mandato della Procura a procedere, in quanto ha commesso reati di diverso genere, dalla truffa aggravata a danno di terzi, all'estorsione; sebbene si sapesse che quella foto è relativa e non determina nessun capo di accusa nei riguardi della presunta persona, che si è solo fermata al ciglio di una strada, a parlare con un'altra persona e, poi, ha lasciato il posto in totale solitudine. Nonostante questo, nonostante lo stesso fotografo abbia detto che il servizio era venuto male perchè non c'erano elementi per incastrare il soggetto, Sircana è messo alla berlina. Uno stato normale, un Paese normale, una questione così irrilevante non avrebbe destato neppure l'attenzione delle riviste scandalistiche, quelle che pubblicano scoop adell'ultimo minuto, quelli in cerca assetata di gossip. In Italia tutto questo non avviene e subito, anche se non appurata la notizia, ancora magari non considerata come fondata, ancora poco chiara, su una questione irrilevante, viene subito postata al pubblico ludibrio, solo per aumentare copie, lettori attenti solo ai gossip e di marca benpensante, solo per interessi di guadagno e per soddisfare quale esigenza di informazione? Domanderei a Belpietro, direttore de Il Giornale, la prima testata che ha subito strumentalizzato la notizia, senza neanche appurarne la fondatezza, adesso abbiamo una persona distrutta moralmente, nella propria immagine, se solo esistesse la cultura della separazione tra sfera privata e sfera pubblica e politica. Quale danno ha causato Sircana al mondo della politica? Quale è il reato che ha commesso? Quale è il disonore? Dov'è l'onta? Di che grave atto e delitto si è machciato? Nessuno, solamente è diventata vittima di un mondo sporco, contaminato dalle smanie di successo economico, di profitto, di lucraggio, alle spalle e ai danni di altri, purchè si faccia profitto. Non importa se le notizie sono reali, se sussistono, basta fare audience sul nulla: ed è tanto più ruiprovevole quando questo nulla consiste nel licniare l'immagine di una persona, di un soggetto con una famiglia, con una propria vita sociale. Non importa infangare, basta commettere l'atto che porti al lucro: il resto non importa, neanche se abbiamo difronte una persona, un essere umano, un soggetto con una propria dingità. Ma domando ancora a Belpietro che cosa ha guadagnato dalla sollevazione di questo polverone? E che cosa ha guadagnato affidandosi e strumentalizzando fotrografie fatte escattate dai dei lestofanti truffatori come l'agenzia Corona? Ma dov'è la notizia? Non esiste la notizia, non esiste diritto di informazione in questo campo, in quanto non esiste contenuto, ma esiste solo un inaudito linciaggio mediatico contro una persona. Esprimo solidarietà a Sivlio Sircana e considero quasi questo ignominioso fatto giornalistico, che getta fango sull'immagine della già tanto vituperata informazione italiana, come un pretesto, quasi un pretesto oserei dire, ordito per acuire misure di restrizione di pubblicazione di notizie, da parte dell'autorità sulla privacy: mettiamo il bavaglio a tutto indiscriminatamente, magari anche a fonti che potrebbero informare su fatti ed episodi che sono di interesse collettivo, per esempio le indagini su temi che riguardano le guerre in corso. Tutto sarà criptato da segreto perchè non si tollerano le fughe di notizie. Il pretesto esiste, sussiste, per imbavagliare ulteriormente un'informazione già imbavagliata. Come uscirne? Non si sa. Ma sembra che tutto sia stato ordito per dare occasione a reprimere di più la libertà di informazione, come detto anche dallo stesso Sircana, giustamente. Sparare nel mucchio e chiudere i rubinetti, gettando l'acqua con il bambino: non è un inizio di miglioramento per lo stato già precario di salute della nostra informazione.

Solidarietà indiscussa a Sircana da parte del sottoscritto e denuncia di chi vuole strumentalizzare un caso per lucrare alle spese della dignità di una persona che non ha commesso alcun reato, tanto meno di carattere politico e amministrativo.

Alessandro Rizzo
presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4