.: Discussione: Car pooling: è possibile

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 15 Mar 2007 - 17:33
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Si parla da tempo di emissioni di CO2, addebitando questo fatto alla presenza sovrabbondante di autovetture, congestionanti il traffico urbano, inquinanti a livello aereo sprigionando polveri sottili e PM10, causa di patologie gravi a livello respiratorio per la cittadinanza nel suo complesso, spesso incurabili. Una ricerca attesta che i bambini oggi residenti a Milano soffrono di asma bronchiale e l'eleasticità pomonare si è fortemente ridotta alla stessa stegua di un fumatore. La preoccupazione è talmente forte che come consiglieri, ma anche come cittadine e cittadini, abbiamo attivato diversi forum e thread di discussione in questa stanza tali da garantire una discussione aperta e franca sul tema, incisiva nei processi decisionali funzionali e dare risposte altre, alternative alla questione più complessa e generale della "mobilità" e del traffico urbano e cittadino.
In questo mio intervento voglio prorre alla vostra attenzione un elemento nuovo su cui dibattere, che, se ben attuata e ponderata, può essere tradotta in proposta ulteriore alle già presenti buone proposte per virtuose pratiche che il Comune dovrebbe e sarebbe tenuto ad attivare affinchè al problema complesso si possa dare soluzioni plurime e differenziate, quindi efficaci a rimuovere questa piaga che inficia sulla salute e il benessere della cittadinanza: il car pooling.
Tecnicamente il car pooling è l'utilizzo collettivo della autovettura, dove in un consorzio, acordo consortile possiamo dire, tra i soggetti interessati, si distribuiscono benefici e doveri economici e di altro genere, utili a ridurre drasticamente la presenza di macchine inquinanti sul nostro suolo cittadino.
Da un'indagine europea risulta che in Italia esistono più di 5000 autovetture in media per chilometro, a differenza di un dato europeo che calcola un numero di 3000 macchine per chilometro. Ma addirittura è sconfortante sapere che l'utilizzo della macchina privata in Italia è di 1,2 paseggeri per automobile, ossia quasi singolare, soggettivo, individuale. Tant'è che si attesta subito il presente dato come fondato, nel momento in cui ci accorgiamo per strada che esistono automobili correnti con alla guida solo l'autista senza alcun passeggero nell'abitacolo a presso. Un auto per una persona: questo dato aumenta a dislivello il numero di auto e da questo deriva il congestionamento delle nostre strade, l'aumento dei tempi per spostamento da una parte all'altra, l'aumento delle emissioni di CO2, l'aumento di consumo di combustibile, con derivato aumento delle spese. Io penso che occorra invertire la tendenza. Questa proposta può essere un punto iniziale, graduale per rendere più responsabile e collettivo l'utilizzo dell'automobile. Occorre chiaramente, nella fase di sua attuazione, primo passo prevedibile come problematico a livello organizzativo, consolidare pratiche e tendenze che possano essere omgenee tra persone e destinatari di questo provvedimento: ossia stesse esigenze, disponibilità uniforme di spostamento per il raggiungimento del veicolo, tempi uniformi per lo spostamento e durata omogenea disponibile per il tragitto. Ma da un'indagine tedesca avviata a Dormund risulta che esiste un'ampia percentuale di casi che possono essere considerati come uniformi e uniformanti, tali da rendere più possibile questa pratica.

Non è, ripeto, la panacea ufficiale a tutti i mali, ma è un punto iniziale, possibile, attuabile, non devastante per le pratiche ormai consolidate, e non sempre benefiche per la collettività, tra le persone.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
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