.: Discussione: Sicurezza: appello del sindaco Moratti

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 25 Mar 2007 - 10:24
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Riporto una discussione che si sta sviluppando su www.vivere.milano.it :

http://www.vivere.milano.it/lalettera22/articolo.asp?articolo=48


Milano per la sicurezza
 
Di Sergio Sorgi ( 24/03/2007 @ 17:46:19, in Voci dalla Consulta, letto 53 volte)

Milano per la sicurezza: manifestazioni o agende delle priorità?

Il 26 marzo il Sindaco di Milano “aderisce” alla manifestazione contro la criminalità che la vedrà, probabilmente come unico speaker, parlare alla città e chiedere con forza a Roma l’aumento delle forze dell’ordine dislocate in città.

Mentre la sinistra stizzita si lamenta per la politicizzazione della questione-sicurezza, la destra invita i leaders politici a manifestar contro se stessi, facendo trasalire persino il Vescovo di Milano, che ha espresso, con il consueto garbo, forti perplessità su questa iniziativa.

In mezzo a una dialettica politica talora giurassica, i cittadini di Milano sanno che il problema non è l’aumento quantitativo delle forze dell’ordine ma la definizione della sicurezza e della vivibilità come priorità, cosa del tutto incompresa da una giunta che si disinteressa della qualità della vita dei propri cittadini.

E’ sufficiente andare in Via Padova, Viale Monza, Via Lorenteggio, via Valtellina, nel Quartiere Adriano, in Via Feltre, a Ponte Lambro, senza parlare di Figino, Corso Como, Quinto Romano…..per capire che non c’è nessuna priorità politica a salvaguardare i diritti dei cittadini a respirare aria decente, uscire di casa sereni o dormire.

E allora ci viene in mente, semplicemente, che il Sindaco avrà una credibilità maggiore quando invece che manifestare metterà in atto COMPORTAMENTI tali da mutare la percezione dei cittadini, che si sentono ogni mese più in balia di una barbarie di comportamenti inarrestabile.

Insomma, mentre chi governa si occupa dell’expo 2015 e di costruire grattacieli al posto degli alberi e chi si oppone pensa a rendere wi-fi la città (?) le persone di Milano si sentono sempre più oggetto di scambio e vittime di un governo della città che pubblicamente deplora ma di fatto tollera e sviluppa una vera giungla metropolitana, nella quale predomina il diritto del più forte (più protetto) sul cittadino normale, colpevole forse di non aver ancora sufficiente fiducia nelle proprie capacità collettive.

Andare o non andare alla manifestazione… questo il dilemma? Bastava, forse, ascoltare i nostri appelli a considerare i cittadini come persone o parlare onestamente con i mille comitati delle Vie di Milano e mettere in priorità le loro ultradecennali richieste per risparmiarci quest’altra, soporifera, querelle.

VivereMilano invita i frequentatori del blog a esprimere il proprio parere e a segnalare le proprie priorità sulle cose da fare in città. Chissà che qualcuno non ne tragga un sano apprendimento!

Sergio Sorgi

 
Commenti
 
1
Se i milanesi sono tutti così inca**ati, ci sarà un motivo... e il motivo c'è: l'assenza di tutela da parte del Comune toglie l'allegria e incrina la convinzione che Milano sappia costruire opportunità per i propri figli.
In più, la poca attenzione ai sentimenti fa sì che tutti litigano con tutti per proteggersi da tutti. Se questa vostra iniziativa porta alla rinascita, ben venga. ma i mulini a vento contro cui combattere non saranno troppi?
Di  al limite  ( 24/03/2007 @ 19:23:09)
 
2
Caro al limite, antico dilemma: e se la risposta fosse che i mulini a vento fossero in effetti troppi ?
Cosa si fa ? Ci si chiude nella propria vita, fregandosene di tutto, e lasciando che la giungla là fuori cresca senza sosta ? Come se ne si esce, se non sperando e agendo per una rinascita ?
Di  Alberto  ( 24/03/2007 @ 19:28:55)
 
3
I mulini a vento, almeno, si muovono: certo, di un moto circolare e sempre uguale, e con la base ferma, però è gia qualcosa di minimamente "semovibile".

Piuttosto, sono i don Chisciotte ed i Sancho Panza che mancano, oggi, purtroppo, a quanto pare (ed anche i Leonardo, ecc. ecc.): così come mancano gli ideali ed un immaginario di un futuro più interessante.

D'altra parte, se si è ancora schavi del denaro e del potere, non c'è molto verso cui tendere, poi, no?

Ergo, bisogna forse ricreare un nuovo (ed anche antico, allo stesso tempo, volendo) immaginario, prima di procedere oltre: anzi, allo steso tempo, simultaneamente...
Di  Sven  ( 24/03/2007 @ 19:47:41)
 
4
Sono un operatore della Polizia Locale di Milano da oltre venti anni . Tutti trascorsi a pattugliare le strade di questa città ad ogni ora del giorno e della notte e sono il primo ad essere convinto che non basta mettere in strada più Polizia per avere maggiore sicurezza .Bisogna invece coordinare tutta una serie di provvedimenti che abbiano come centralità i bisogni normali dei cittadini. Intanto il nostro Sindaco giusto per venire incontro a questi bisogni ha chiuso sei comandi che operavano nelle periferie più vari presidi creando caos tanto fra i cittadini che fra i vigili. In pratica sta cercando quello che ha già in casa andando a chiedere a Roma quello che non gli daranno mai.
Di  Alessandro  ( 24/03/2007 @ 20:24:16)
 
5
Esiste un piano per la sicurezza proposto dal sindaco? Quali misure relative al coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni sono state prese? Il tutto si risolverebbe con un aumento di organico della polizia di Stato? Complimenti davvero.
A poco meno di un anno dall'elezione i milanesi che hanno apposto la croce nel riquadretto che ha dato carta bianca per l'ennesima volta al centro-destra si fanno delle domande o no? Intendo ovviamente quelli che non ci guadagnano per un motivo o per l'altro.
Di  Anonimo  ( 24/03/2007 @ 20:32:31)
 
6
Non esistono veri cittadini di questa città.La maggior parte della gente viene da altre parti ,è costretta a venirci e non ama questa città.I veri milanesi sono pochissimi,forse solo i membri di viveremilano o qualche centinaio in più.
Fate un referendum:
" amate milano?"Vedrete le risposte.Solo l'amore muove le cose.Come fare di Milano una città di cui innamorarsi?Cominciamo con l'aspetto che è la prima cosa.
Cominciamo magari con una bella lavata!Eliminiamo il degrado visibile.E' il punto di partenza.In fondo ,ogni mattina,appena svegli, ci laviamo.
Di  Sante  ( 24/03/2007 @ 23:08:55)
 
7
Ci aveva già provato Albertini, senza ottenere granché: aveva tentato di schiodare personale dagli affollatissimi uffici amministrativi per rendere palpabile la presenza in strada degli agenti. Perché la percezione della sicurezza comincia dalla presenza nel quotidiano. Il buon cittadino è rassicurato, chi intende approfittare delle zone d'ombra magari ci pensa due volte. La sicurezza in sé è un'altra cosa, e il sindaco di una grande città come Milano non può certo porsi l'obiettivo di sconfiggere la trama di mafie, il terrorismo interno e internazionale, e via discorrendo. Francamente trovo inutile sia in questo come in altri contesti la contrapposizione ideologica. Ci sono città governate dal centrosinistra e città governate dal centrodestra e in tutte esiste lo stesso problema: abbiamo due corpi di polizia, la polizia locale, la Finanza, i Lagunari ecc., ma la sicurezza in Italia fa acqua da nord a sud. Ci sono migliaia di ufficiali che dovrebbero garantire un servizio efficace e capillare, eppure non fanno nulla per cambiare. Migliaia di agenti fanno servizio "pubblico" occasionalmente, per esempio per controllare gli stadi, eppure ci sarebbero ben altri punti nevralgici da presidiare (che so, il porto di Napoli, dove se va bene viene registrato un container su cinque), e che rimangono abbandonati alla malavita e alla criminalità organizzata mentre decine di migliaia di agenti stanno tranquillamente nei loro uffici ad aspettare il fine settimana. Il discorso, a mio avviso, va affrontato creando incentivi per chi lavora quotidianamente in prima linea: 1.200 euro al mese per chi rischia ogni giorno di non tornare a casa a me sembrano davvero pochi. Un agente o militare in missione arriva a 4-5000 euro al mese, e guarda caso partono quasi solo "volontari". Così come non è un caso che, ad esempio, il Radiomobile dei CC sia cronicamente sotto organico (meno 60 agenti a Milano). Per schiodare dai comodi uffici Carabinieri e Poliziotti c'è un unico modo: raddoppiare lo stipendio a chi presta servizio in strada. E' quanto intendo suggerire alla signora Moratti: non servono nuove assunzioni, ma incentivi economici, e poi una migliore organizzazione dei vari corpi di polizia. Ci sono agenti costretti a volte a fare i salti mortali per recuperare la benzina per le auto, la carta per le fotocopiatrici, l'accesso a internet durante un'indagine (un finanziere deve chiedere e ottenere 5 autorizzazioni scritte di superiori per fare una banale ricerca su internet), poi quando c’è la festa dell’arma i vertici non badano a spese per allestire la pompa magna da dare in pasto alle TV.
E’ necessario un radicale risanamento dell’amministrazione pubblica, incapace di offrire un servizio all’altezza dei costi e delle aspettative dei cittadini. L’iniziativa della signora Moratti mi sembra un utile ciotolo lanciato nello stagno in cui tutti siamo costretti a vivere, succubi di una classe dirigente che non vuole cambiare, nonostante il mondo sia straordinariamente cambiato e cambi costantemente.
Di  Luca  ( 24/03/2007 @ 23:17:20)
 
8
La Moratti ha purtroppo deciso di camminare su una grande bolla di pura e vuota demagogia. Ma è una bolla di sapone e come tale….. scoppierà.
Forse va di moda manifestare contro sé stessi, come ha fatto a più riprese anche il governo Prodi. Il morbo si è propagato a quanto pare.… I cattivi esempi generano emulazione!

Chi è stato delegato dai cittadini a risolvere i problemi, va invece a manifestare contro le istituzioni, dimenticando che egli stesso è istituzione. Mi sembra una politica disorientata che rincorre il vento e non sa afferrare la realtà.

Nulla in contrario sul migliorare la sicurezza dei cittadini, anche se ho la sensazione che realtà percepita e realtà oggettiva in questo caso siano un po' troppo distanti tra loro.

Dovendo indicare delle priorità per la città, inizierei a stabilire un nuovo metodo per determinare le priorità. Il criterio con cui stabilire le priorità non dovrebbe più essere quello del "facciamo prima la cosa più importante" ma quel del facciamo ciò che è comunque coerente con l'obiettivo che intendiamo raggiungere e quindi facciamo anche le cose più semplici, quelle subito possibili, basta che rientrino in questo schema. Non si deve rinviare nulla per fare altre cose ritenute più importanti, altrimenti si innesca uno schema di rinvio continuo, perché ci sono sempre cose più importanti da fare e sempre comodi alibi da trovare. Insomma le priorità del possibile purché ciò che si fa sia coerente con un progetto di città che deve esistere ed essere ben chiaro. Ecco allora il punto: quale è il progetto di città? Quello che indica Sergio che vede al centro la persona con i suoi bisogni o quello che vede al centro qualcos'altro? Questo qualcos'altro, qualsiasi cosa sia, non va bene.

Migliorare la sicurezza dei cittadini ritengo sia coerente con un qualsiasi progetto sensato di città, dunque l'azione della Moratti in questa direzione fa parte delle priorità del possibile ed è dunque giusta. E' giusto farlo ora. Ma il progetto di città con al centro l'uomo manca ed è per questo che la Moratti vaga nel buio e manifesta contro se stessa. Insomma lavorando per la sicurezza fa una cosa giusta ma nel modo sbagliato procedendo a caso e con demagogia.
Poniamo che uno degli obiettivi dell’amministrazione, per migliorare la vita dei cittadini, sia quello di combattere il degrado. Combattere il degrado allora significa sicuramente combattere la microcriminalità e dunque ben venga la sicurezza dei cittadini come tema da risolvere. Ma il degrado è anche la sporcizia e dunque sarebbe il momento di iniziare ad educare i cittadini su questo punto, anche quelli che andranno a sfilare con la Moratti e che magari spesso (mi capita di vederli, italiani o stranieri che siano) gettano roba a terra invece che nei cestini. Educare i cittadini vuol dire comunicare modelli di comportamento che siano di rispetto degli altri e della cosa pubblica, ma vuol dire anche reprimere chi si ostina a non capire ed assume comportamenti sbagliati. Allora il sindaco inizi con il punire chi imbratta piazza Duomo con bottiglie e spazzature varie: è facile sorprendere le persone in piazza Duomo mentre sporcano. Se provassimo a multare un po’ di quelle persone che sporcano la piazza, vedremo subito nascere le contraddizioni di una società che vuole sempre vedere gli altri impegnarsi e si chiama sempre fuori da ogni responsabilità. Molti direbbero che ci sono cose più importanti da fare, che il sindaco dovrebbe pensare ai delinquenti che spacciano e non a chi getta una carta per terra. Ma non capiscono che sono proprio questi ragionamenti, ovvero il relativizzare, ad essere la spinta verso il declino progressivo della società. “Che cosa è in fondo uno scontrino non battuto (e ce ne saranno tanti a sfilare con la Moratti che fanno uno scontrino sì ed uno scontrino no) ? “ Così dice chi relativizza, ma in tal modo giustifica anche chi non batte due scontrini, e quest’ultimo giustifica chi non ne batte tre. E via dicendo. Inizi a relativizzare e non finisci più.
Di  roger  ( 24/03/2007 @ 23:36:27)

In risposta al messaggio di Angelo Valdameri inserito il 25 Mar 2007 - 08:59
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