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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 26 Febbraio, 2007 - 15:06

Degrado in zona 4: perchè?

rispondo a un cittadino di zona sulle questioni inerenti al degrado sociale e civile di alcune, tante, aree della circoscrizione.

Caro Alberto,
il forum, partiamo da questo, per capirci e intenderci. Io diverse volte ho rilevato le doglianze maggiori che riguardano la città di Milano, la zona al cui Consiglio siedo come consigliere capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano, e ho saputo, cercato quanto meno, di declinarle nella dovuta forma istituzionale come testi di interrogiazioni e di proposte di delibera, ossia mozioni, per dare delle risposte, alquanto relative, alle problematiche, numerose, che vengono giustamente ogni giorno sollevate dalla cittadinanza. Ho un forte senso del ruolo della democrazia partecipata e attiva, come fondamento della vità istituzionale di un Paese, come senso civico e generale di cosa pubblica, senso fortemente presente in altri Paesi, in Francia in primis, dove repubblica acquisisce il significato di apprtenenza a un contesto di tutte e di tutti, difendendo questo contesto come insieme di beni, patrimoni a cui ognuna e ognuno può accedere nel dovuto rispetto dell'altra e dell'altro, senza assecondare l'utilizzo del medesimo per soddisfare illegittimi propri interessi personali. La separazione tra pubblico e privato, in poche parole, è il fondamento, da Rousseau a Montesquieu, della convivenza civile e sociale, della giustizia, dell'eguaglianza e delle pari opportunità. Quando non sussiste questo principio, come spesso accade in Italia, e in particolare modo a Milano, non sussiste in toto la consapevolezza democratica di fare parte integrante di una città, di un comune, di una realtà dove il "dono", ossia quello che la città publicamente offre, è avvertito come proprietà di tutte e di tutti indisponibile, non vendibile, ma a disposizione delle esigenze e delle necessità della persona, che di questa comunità fa parte. Tutto questo è per cercarti di dire che credo anch'io che lo stato di degrado, che tu esprimi con giusta forza e determinazione in questo tuo post, sia insopportabile: quante risposte ho dato al singor Luigi Lettini, cittadino attivo e partecipe, per questo lo ringrazio delle sue segnalazioni, esposte in modo puntuale, dettagliato e responsabile, circa lo stato di degrado sociale, civile, culturale, urbanistico esistente nella zona Calvairate - Molise, in particolare modo Piazza Insubria, Piazzale Cuoco e le vie adiacenti, dove l'emarginazione diventa fonte di devianza continua, con fenomeni intollerabili, ma che hanno una radice che deriva dal contesto stesso, di abbandono, di totale incuranza da parte della pubblica amministrazione. Ed è qui il punto fondamentale: l'incuranza da parte dell'amministrazione pubblica. Da 15 anni Milano soffre l'assenza di un progetto di riqulificazione serio e direi fortemente efficace della città: l'era post industriale fordista ha scoperto zone intere, le cosidette "aree dismesse", prima sedi di industrie e fabbriche, oggi lande di ampio terreno, ma disponibili a qualsiasi tipo di progetto di intervento. I progetti di intervento esistono, ma non sono concepiti in un'ottica pubblica, di raggiungimento di un fine generale, di interesse della comunità: si danno a buon prezzo i terreni alle società edificatrici, le quali fanno il loro lavoro e operano per costruire mega comprensori commerciali ed edilizi che non hanno nessun tipo di vincolo e di legame con il territorio. Vediamo il caso eclatante di Porta Vittoria, l'ex stazione, dove gli appetiti da ansia di costruzione delle società interessate hanno approvato un progetto che è a dir poco devastante per il contesto in cui si inseriscono: ma si sà la zona è semicentrale, a 15 minuti (sic stantibus rebus!) da Piazza del Duomo, e alti potrebbero essere i guadagni derivanti dalla vendita di appartamenti interni al megacomprensorio, appartamenti di edilizia privata!, come alti potrebbero essere gli incassi del cinema multisala in esso presente, oppure dell'albergo o dei comprensori megacommerciali. Tutto, però è disconnesso con la tipologia sociologica e urbanistica della zona, aumentando la presenza di autovetture che si arrecheranno da ogni dove in questa cittadella dei balocchi, nell'autorimessa in essa presente, intasando il traffico urbano e rendendo vana la presenza della fermata della metropolitana del passante ferroviario. Questo è un esempio, che non c'entra con la questione specifica, ma è propedeutico a comprendere la filosofia di intervento riqualificatore che da 15 anni anima le giunte susseguitesi dal 1993 a oggi. Tutte di un cetro colore, ma a prescindere da questo dato politico, direi assolutamente fallimentari nell'ipotesi di riqualificazione delle zone degradate della città. Dirò di più Alberto: esistono aree di patrimonio demaniale, così censite nell'albo delle zone che sono di proprietà del demanio, appunto, che non hanno ancora avuto nessun tipo di programma di intervento da parte dell'amministrazione, forse perchè in contesti poco appetibili per gli amici costruttori. Parlo, per esempio, dell'area di Via Presolana 6, già sottopostami da due cittadini della zona, e che è stata oggetto di una mia interrogiazione nell'ultimo consiglio di zona, dove esiste un'area, forse necessitante di un'intervento di bonifica del sottosuolo, data la presenza, in precedenza, di esercizi che utilizzavano materiale contaminato, ma sufficiente a provvedere un progetto di riqulificazione complessivo, con le dovute previe indagini sullo stato del terreno. Esiste un'alta domanda di "case", abitazioni: è un'emergenza sociale, la prima forse, nella nostra città, dove i prezzi delel abitazioni sono in continua crescita espoinenziale, me lo comunicava un mio carissimo amico di un'agenzia immobiliare, e dove non esiste soluzione a una calmierazione dei costi esorbitanti rispetto alle disponibilità economiche e finanziarie della maggioranza delle famiglie e dei nuclei familiari. Ma sono alti anche i tassi di affitto, costrigendo l'accensione di mutui che durano per un'intera esistenza. Sappiamo tutti il dramma sociale presente in questa piaga tutta milanese; e le conseguenze che derivano, ossia l'abbandono, soprattutto da parte di giovani cittadine e cittadini, della città. Ebbene: la Giunta, l'assessorato competente, il settore centrale che cosa hanno previsto di fare per riportare quell'area scoperta a un'utilità sociale? Attendo risposte, in base alla mia interrogazione. Ho chiesto di indire una commissione territorio urbanistica ad hoc: penso che avrò delle risposte in questo ultimo merito della questione sollevata da me. Ma questa situazione riguarda altre realtà che sono nella stessa condizione. Riguarda il fatto che deve esserci una maggiore comunicazione direzionale e politica tra l'AMSA e il consiglio di zona, tra la polizia locale e il consiglio di zona: forse l'azzonamento degli uffici di vigilanza municipale aiuta, ma ancora non si sono avute delle conseguenze positive in tal termine. Ma riguarda anche il fatto che deve esserci un monitoraggio attento e una relazione puntuale sulle risorse che, come consiglio di zona, disponiamo nell'ambito della rete dei servizi sociali, alla persona, per inquadrare anche le lacune oprative e organizzative tali da dare input positivi e vitruosi atti a eliminare queste mancanze: da tempo non esiste più lo sportello rosa presso i CAM, prima attivo, utile servizio per le ragazze e per le donne, di goni tipologia di intervento richiesto, dall'assistenza psicologica a quella sociale, da quella familiare a quella legale. Ma non solo: non esiste più il servizio di assistenza sociale per le bambine e i bambini, atto a dare informazioni e servizi che sono utili nella fase di crescita della persona. Non esiste un'adeguata informazione reale sui servizi che il Consiglio, il Centro Civico, può disporre: non vi è la conoscenza da parte delle fruitrici e dei fruitori della presenza di centri di informazione e di aiuto sociale, come per esempio l'emissione delle certificazioni ISEE, oggetto di altra mia interrogazione, ossia delel certificazioni grazie alle quali le persone possono accedere, se esistono i presupposti di reddito, ad agevolazioni nella fruizione di determinati servizi e opportunità sociali. Ma la causa non è da inquadrarsi nella incuranza e trascuratezza della cittadinanza, ma dall'assenza di un progetto continuo e coordinato di intervento politico sul territorio, tale da rendere note le doglianze e indirizzarle verso soluzioni positive e adeguate. Tutto questo genera e alimenta insicurezza sociale, senso di inadeguatezza, forte dispersione, assenza di una presenza istituzionale adeguata e rispondente alle tue richieste, ai tuoi bisogni, ai tuoi diritti, disagio, abbandono. Ed è, questo, un insieme che rileva, poi, sentimenti cinici e risposte devianti, spesso conflittuali, spesso antagoniste, spesso di odio e di avversione, violenza, di contrasto con l'altro, di sfregio verso tutto ciò che è pubblico. E ritorniamo al concetto di cosa pubblica, quello tipico di una "republique" dei "citoyen", dove esiste una presenza delle istituzioni come luogo di riferimento di garanzia nell'elargiazione dei servizi, nella tutela dei beni pubblici, nella definizione di equilibrate regolamentazioni e norme per accedervi, per usufruirne, di una giusta e capillare informazione accurata e adeguata, di un sistema di rete e di coordinamento tra i centri che elargiscono i servizi stessi, senza nessun tipo di interessi privato e di lucro da parte di terzi (la separazione tra pubblico e privato). A Milano il degrado civico esistente è provocato dal degrado della cosa pubblica, del concetto di pubblico e della funzione promozionale e aggregante che l'istituzione, municipale in primis, deve sapere esprimere. A Milano manca tutto questo perchè manca un progetto della città e manca un controllo pubblico e una garanzia sociale nella gestione dei servizi elementari, affossando ogni canale di partecipazione della cittadinanza nel governo della medesima cosa pubblica. Caro Alberto, perdona la mia logorrea, ma è funzionale a inquadrare le cause del disagio diffuso, universale. Spero di non averti appesantito, ma di averti delucidato punti integrativi di un'esigenza che è già tutta espressa in un altro programma possibile per lo sviluppo umano e sociale della città.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano