.: Discussione: L'enorme fabbricato di Piazzale DATEO: un ghetto?

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Giovanni Penzo

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Inserito da Giovanni Penzo il 7 Mar 2007 - 17:56
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Buon giorno a tutti.

Devo manifestare il mio fermo dissenso in merito alla decisione assunta dal Comune, che mi pare frutto dell'ennesima incapacità gestionale dell'amministrazione comunale (presente o passata) di Milano in materia urbanistica.

E' infatti intuitivo che la vendita di un immobile sito in una zona con elevato valore commerciale, avrebbe consentito l'acquisto o ristrutturazione o realizzazione di una maggiore metratura di immobili in zone meno pregiate e meglio salvaguardato l'investimento effettuato per riqualificare Piazzale Dateo.

O meglio questa sarebbe una deduzione logica ed intuitiva se il giudizio non fosse influenzato da preconcetti e ideologie di altri tempi, che poco hanno a che vedere con la vita reale.

Le osservazioni del Consilgiere Fachin, che spero accetterà la critica, non solo sono utopiche e pregne di preconcetti, ma suonano anche vagamente (non troppo) offensive nei confronti di chi legittimamente manifesta il proprio dissenso.

Tacciare, anche se velatamente, di classismo (se non addirittura di razzismo) chi manifesta dissenso con una decisone che rappresenta un chiaro esempio di mala gestio della cosa pubblica, non mi pare corretto.

Peraltro noto molte incongruenze nelle affermazioni del Consigliere di zona.

In primo luogo chi è stato mandato via dall'immobile di Piazzale Dateo (a causa dello stato di abbandono e degrado in cui versava l'immobile) non è destinato a tornare.

Non è questo il contenuto della decisone del Comune di Milano e quindi a nulla rileva la destinazione degli originari abitanti dell'immobile.

Peralto non credo di poter essere smentito se affermo che i commercianti, o parte di essi, dopo anni ancora esercitano (grazie agli strascichi giudiziari della vicenda) nelle baracche al centro di Corso Indipendenza, il che poco contribuisce alla auspicata "mixité" del tessuto sociale.

Credo anche che sia difficile che il TAR ed il Consiglio di Stato si siano pronunicati in merito ad argomenti di giustizia sociale.

Il fatto che gli immobili in centro costino di più di quelli in periferia è conseguenza delle regole di mercato, che sicuramente devono trovare dei correttivi, ma che non possono essere sovvertite da singoli e non coordinati provvedimenti.

Rammento al Consigliere che quelle regole sono le stesse che fanno si che io abiti in Piazzale Dateo e non in Via della Spiga (il che non mi consente di impugnare alcun atto comunale, nonostante ciò leda la "mixité" del tessuto sociale di Via della Spiga). 

Quanto poi ad iniziative di riqualificazione urbana come quella di via Rubattino, è chiaro che le stesse sono meritevoli ma nulla hanno a che vedere con quanto si vuole realizzare oggi, proprio perchè sono frutto di un progetto studiato e pensato.

La decisone del Comune sull'immobile di Piazzale Dateo è quanto di più lontano io possa immaginare da un intervento studiato e progettatto di riqualificazione di una zona urbana.

Credo che il consigliere si sarà chiesto come mai i PRU, non vengano realizzati entro la cerchia del naviglio.

La realtà è che ciò che si deve cercare di fare (ed evidentemente si sta provando a fare) è costruire e ristrutturare zone meno pregiate con la stessa cura che si dedica alle zone centrali o semi centrali, migliorando le condizioni di vita di chi tristemente non può permettersi di vivere in zone più pregiate.

Questo vale per Gratosoglio, per Rubattino ma anche, non lo dimentichi il Consilgiere, per Piazzale Dateo zona abitata non da ricchi bensì da persone che hanno acquistato le proprie abitazioni pagando prezzi sufficientemente elevati ed esponendosi finanziariamente nei confronti delle banche .

Queste persone hanno tutto il diritto di manifestare dissenso, senza essere tacciati di razzismo o di classismo, contro una decisone che rischia di far tornare il Piazzale alla situazione di anni fa, situazione che ha richiesto uno sgombero di urgenza visto lo stato di degrado dell'immobile.

Nessun classismo, nessun razzismo quindi, semplicemente buon senso, quel buon senso di cui dovrebbe essere dotato chi decide di svolgere una funzione pubblica, anche se solo come Consigliere di zona.

Cordiali saluti a tutti.


Giovanni Penzo
 
  








    

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 2 Mar 2007 - 12:31
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