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Massimiliano Bombonati

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Inserito da Massimiliano Bombonati il 16 Lug 2007 - 18:44
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Il consigliere Acerboni scrive: “L’iter della mozione, ma anche le altre prese di posizione sono l’ambito di verifica sull’esistenza di un netta inversione di tendenza rispetto al passato e la volontà di confronto con cittadini e Comitato, già riconosciuti come attendibili interlocutori,  a settembre l’intero Consiglio, in tutte le singole  componenti, senza nessuna supremazia in virtù della carica,  sarà chiamato ad operare su queste partite aperte”.

Non posso che condividere questa affermazione: l’apporto propositivo dei comitati, in questo come in altri casi, è stato fondamentale e determinate ma mi si permetta di prendere spunto da questo post per esprime alcune considerazioni assolutamente personali sul ruolo dei Consigli di zona e dei Comitati.

In linea generale, avendo per tradizione culturale grande rispetto delle istituzioni democratiche rappresentative, ho una naturale – mi si passi il termine – “avversione” per il movimentismo da comitato. Tale modalità, seppur perfettamente legittima e in alcuni casi auspicabile, è a mio giudizio foriera di incomprensioni, contrapposizioni spesso ideologiche, dispersione di risorse umane e materiali e finisce per svilire il ruolo stesso del Consiglio di Zona.

Intendiamoci, chiunque si senta – a torto o a ragione – in qualche modo penalizzato da una iniziativa edilizia, un progetto del Comune o di un privato è giusto che faccia sentire la propria voce, ma mi domando se non sia più utile, invece di coagulare il dissenso in forme più o meno organizzate di partecipazione sporadica e estemporanea, riacquistare quella sensibilità per cui ci si rivolge direttamente alla “politica” e ai suoi rappresentati eletti nell’istituzione che, è bene ricordarlo, è nata negli anni ’70 proprio per avvicinare i cittadini al processo decisionale.

Credo che molto del disamore per la politica possa dipendere da questa perdita della capacità di interessarsi alla “cosa pubblica” come valore assoluto, anche quando non siano in gioco i propri legittimi interessi particolari

Ma sarei ipocrita e soprattutto sprovveduto se fingessi di dimenticare che la colpa di quanto è avvenuto è da ascriversi in larga parte alla politica stessa, spesso chiusa in se stessa e autoreferenziale, che utilizza codici e linguaggi spesso astrusi e lontani dal sentire comune. I meccanismi farraginosi del Consiglio di Zona ad esempio, i tempi assurdi per le risposte dai settori centrali e l’oggettiva mancanza di poteri reali che vadano oltre il mero decentramento amministrativo, legittimano quanti si sentono meglio garantiti dai comitati.

Noi consiglieri constatiamo quotidianamente la distanza ancora troppo grande tra quello che facciamo e quello che potremmo fare se fossimo messi in grado di accettare fino in fondo la sfida che il nostro ruolo ci impone in relazione alle aspettative di coloro che ci hanno eletti.

Allo stesso modo però mi si consenta di stigmatizzare quanti – consiglieri e non – da vent’anni almeno contribuiscono ad alimentare questa mentalità, cavalcando l’antipolitica e il movimentismo di contrapposizione. Salvo poi, naturalmente, candidarsi alle elezioni…




Massimiliano Bombonati Capogruppo di Forza Italia - Zona 6
In risposta al messaggio di Roberto Acerboni inserito il 16 Lug 2007 - 06:31
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