Faccio notare alla gentile signora Rossi, che come sempre accade in questi mesi sulla stampa, la foga di denunciare la situazione oggettivamente deprimente dei CdZ porta a sovrastime del problema di emonumenti alla parte politica: i gettoni di presenza non sono infatti, come dice erroneamente l'articolo riportato, un "arrotondamento" rispetto ad uno stipendio fisso di chissà quale entità...sono invece l'unico introito dei Consiglieri, che arriva per l'appunto a un massimo di 550 al mese circa (che non è certamente poco, ma che, giusto o sbagliato, rende possibile l'attività di consiglio a persone che devono rinunciare a molto tempo e che non possono permettersi di farlo come "caritativa"). Le spese della struttura e del personale amministrativo, inoltre, superano abbondantemente il costo della parte politica.

Fatte salve queste imprecisioni il dilemma centrale dell'articolo è corretto e legittimo: se i CdZ diventano realmente operativi come organo di decentramento, la grossa spesa che serve per tenerli in piedi può divenire anche giustificata...se si intende invece ridurli a "sportelli" di servizi al cittadino...allora meglio ridurre i consiglieri ad una manciata, con pochissime mansioni e, di conseguenza, pochissimo indennizzo.

In realtà degli "sportelli" non necessiterebbero nemmeno, in linea di principio, di una componente politica democratiamente eletta...però a quel punto si mette di mezzo una legge nazionale che stabilisce l'obbligatorietà dei Consigli, con relativa parte politica, per città popolose come Milano...quindi, visto che i Consigli non si possono chiudere o ridurre realmente a semplici "interfacce burocratiche", l'unica scelta intelligente che è possibile operare è quella di renderli dei veri organi di governo locale.

Speriamo che l'attuale giunta comunale trovi il coraggio di andare in tale direzione.


Giacomo Zucco Consigliere di Zona 5 (Forza Italia) Presidente della Commissione Decentramento Politico e Amministrativo