.: Discussione: DECENTRAMENTO Una risorsa da valorizzare

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 29 Ago 2007 - 15:36
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Riporto da Chiamamilano questo articolo:

IL PARADOSSO DEI CONSIGLI DI ZONA

Costano 5 volte di più del budget che possono gestire

Si torna a parlare di decentramento.
E’ iniziata la trattativa, che, verosimilmente, tra bocciature, revisioni, modifiche, varie ed eventuali, non produrrà i suoi frutti prima della fine dell'anno: nuove regole per ridefinire ruoli e budget dei Consigli di Zona, gli organi gerarchicamente più vicini al Cittadino, quelli che dovrebbero garantirne la partecipazione democratica nella Cosa Pubblica.
E' ancora presto per capire se le nuove regole riusciranno a garantire il tanto decantato- e promesso- decentramento dei poteri o se ancora una volta si rivelerà irresistibile la volontà di accentrare.
Tuttavia è quantomeno comprensibile nutrire qualche dubbio sull'efficacia e soprattutto sull'utilità di nuove disposizioni, dato che, come dicevamo qualche mese fa, un regolamento esiste già dal 1997 ma non è mai stato applicato
Ma servono davvero i Consigli di Zona? Creano cioè un'utilità apprezzabile per i cittadini, un beneficio raffrontabile ai costi che producono?
Perchè è chiaro che fino ad oggi hanno avuto un ruolo assolutamente marginale .
Le decisioni sui temi più significativi vengono prese più in alto. Una prova lampante della scarsa incisività cui sono di fatto condannati questi organi la fornisce l'ammontare del budget di cui dispongono: stiamo parlando di appena 250.000 euro annui per ogni circoscrizione.
Un ruolo marginale che tuttavia finisce per costare ben 5 volte tanto mantenere in vita.
Basta pensare ai costi del personale, agli uffici, con relative spese di attrezzaggio e manutenzione, e soprattutto agli stipendi dei consiglieri - addirittura 40 per ogni Zona (esclusa la Zona 1 che ne conta 30) - e a quelli dei Presidenti dei CdZ.
Retribuzioni che si arrotondano con l'incasso dei gettoni di presenza, che vengono assegnati a consiglieri e Presidenti per ogni loro partecipazione alle sedute di Consiglio e a quelle delle varie Commissioni Istruttorie.
Circa 50 euro netti a testa, per ogni seduta, per un massimo di 11 gettoni mensili per ogni consigliere.
Le Commissioni sono numerose, di ognuna di esse fanno parte in media una ventina di consiglieri e vengono convocate frequentemente. Anche sotto Ferragosto.
Sicuramente è atto di malizia pensare che il tutto sia finalizzato a consentire ad ognuno dei consiglieri il raggiungimento del famoso tetto degli undici gettoni mensili al quale si cerca di arrivare “scientificamente” attraverso il meccanismo delle deleghe: i consiglieri che hanno già raggiunto “quota 11” delegano i propri colleghi a prendere parte alle sedute rimanenti.
Certo, in quelle sedute si affrontano, spesso con serietà e competenza, anche alcuni dei problemi del territorio, ma le soluzioni cui si può arrivare sono sempre limitate. Come il budget di cui si dispone.
Di questi circa 550 euro mensili, poi, ogni consigliere destina, in via assolutamente privata e discrezionale, una percentuale (in genere compresa tra il 20 e il 50%) al proprio gruppo di appartenenza.
Siamo in presenza quindi non solo di un sistema  di remunerazione dei rappresentanti del popolo, ma anche di un meccanismo di finanziamento dei partiti. Oltre che di creazione del consenso, se pensiamo alle iniziative poste in essere con i fondi assegnati ai CdZ: festicciole di quartiere, mostre, piccole manifestazioni, corsi di danza o di pittura, ecc.
Quale soluzione adottare dunque?
Delle due l'una.
O si rilanciano le Zone, come ha promesso tra l'altro in campagna elettorale il Sindaco, cioè si attua un vero decentramento, dando maggiore respiro alle competenze e ampliando i confini di spesa.
Oppure si trasformano i CdZ in qualcosa d'altro, affidando loro compiti molto più ridotti, convertendoli ad esempio in sportelli di assistenza alla popolazione e di segnalazione al Comune delle problematiche territoriali.
Questa seconda via - meno auspicabile visto che ridurrebbe gli spazi per la partecipazione- andrebbe attuata ovviamente riducendo il numero dei consiglieri e tagliando in maniera sostanziosa le loro prebende .
Come si vede la questione, da qualunque parte la si affronti, sembra a dir poco spinosa.
Ognuna di queste due possibili soluzioni infatti richiede una rinuncia.
Di potere, se si sceglie di decentrare, di denaro, se si sceglie di ridurre i costi.
Passi indietro che qualunque schieramento politico affronta con riluttanza.

G.C.

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 10 Feb 2007 - 15:25
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