.: Discussione: DECENTRAMENTO Una risorsa da valorizzare

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 30 Maggio 2007 - 12:15
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da ViviMilano- caso del giorno


«Consigli di zona senza poteri decentrati»

Se fossero davvero espressione di una base, e non solo la replica stantia del consiglio comunale, avremmo un federalismo dal basso

Caro Schiavi, ho operato nel decentramento dal 1976 al 1990 e ho potuto vedere la parabola discendente dei consigli di zona. Concordo con la sua analisi di qualche tempo fa: vanno chiusi. Non hanno poteri, non hanno alcun ruolo. Così, sono inutili e costosi. Paradossalmente, avevano più poteri quelli nati prima dell’80, ancora informali. E’ vero: il contesto era diverso, la partecipazione più ampia e i CdZ rappresentavano una novità. In questo periodo le 20 zone del decentramento parteciparono attivamente alla stesura della variante generale del Piano regolatore. La casa di Corso Garibaldi 15 fu ristrutturata discutendo il progetto con gli abitanti in consiglio di zona all’interno di un piano di edilizia popolare per tutto il corso. E poi ogni zona segnalava le opere prioritarie da realizzarsi nel quartiere e queste entravano nel bilancio di previsione del Comune. I lavori di manutenzione strade venivano effettuati secondo le priorità segnalate. I contrasti fra i consigli di zona e le decisioni della giunta hanno portato al progressivo svuotamento di ruolo. Prima il centrosinistra ha sottratto poteri, poi la Giunta Formentini e per finire quella Albertini, che sciolse i consigli per oltre due anni. E’ difficile pensare che una città come Milano si possa governare solamente dalla giunta. Il decentramento di poteri è funzionale a un modello di amministrazione efficiente, in vista della Città Metropolitana. Del resto ogni zona di decentramento è più popolosa dei capoluoghi di provincia della Lombardia.

Michele Crosti


Caro Crosti, dopo aver appurato che: 1) un consulente del sindaco Moratti guadagna 900 euro al giorno (però deve lavorare non meno di cinque ore) e un presidente nominato dalla politica per andarsene è stato liquidato con un milione e 300 mila euro dal Comune (Elisabetta Soglio, Corriere del 21 febbraio); 2) la Regione Lombardia ha una sua agenzia di stampa che costa 2 milioni e mezzo di euro l’anno solo per gli stipendi dei giornalisti (fonte «La casta» di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo) 3) la spesa per le collaborazioni esterne del Comune di Milano è passata da 39 a 40 milioni di euro con un incremento ulteriore di 8 milioni dovuto ai nuovi contratti di diritto privato; mettere il sale sulla coda ai consigli di zona ci sembra un po’ come sparare sulla Croce rossa. Ma i fatti sono fatti: l’asfissia dei consigli di zona più che ai costi è dovuta all’inerzia e allo svuotamento dei poteri. Come scrive parlando della sua esperienza da ex, non contano niente. Quei 4 milioni e 381 mila euro di costi sostenuti per il loro mantenimento (gli stipendi sono 4 mila euro al mese per i presidenti e 738 per ognuno dei 360 consiglieri) sono pari al bilancio complessivo dell’apparato: 4 milioni e 190 mila euro da erogare in servizi alla cittadinanza. Se i consigli di zona fossero davvero espressione di una base, e non la replica stantia del consiglio comunale mutilato di molte delle antiche funzioni, avremmo un federalismo dal basso, utile perché vicino al cittadino. Milano poi, trascurata com’è in alcuni quartieri, ne avrebbe un beneficio. Per questo va incoraggiato chi nei consigli si batte per riprendere un ruolo, non solo di facciata. Questa città non si può governare solo accentrando. Purtroppo poco o nulla è cambiato dopo gli articoli di qualche mese fa. La politica nazionale, sempre più avvitata su se stessa, trascura quelli che sembrano dettagli. E quella locale non dà l’impressione di voler troppo delegare. Questa sera si riunisce per la seconda volta la Consulta delle periferie, con i presidenti delle nove zone. E’ un fatto positivo. Ridurre la distanza tra cittadino e istituzioni per ridare coraggio alla partecipazione resta un proposito lodevole. A patto che qualcuno ascolti i suggerimenti, e anche le critiche. Altrimenti i consigli di zona resteranno nella categoria degli enti inutili.

Giangiacomo Schiavi
30 maggio 2007

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 10 Feb 2007 - 15:25
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