.: Discussione: DECENTRAMENTO Una risorsa da valorizzare

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 13 Mar 2007 - 13:13
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da www.chiamamilano.it
http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/notizie.pl?mode=archivio&nid=238&pg=3
LO STALLO INFINITO?

Da oltre un decennio il decentramento milanese attende di essere realizzato


Ammettiamolo: qualche merito –o colpa, ovviamente dipende dai punti di vista– circa il riaprirsi del dibattito sullo stato e il destino del decentramento amministrativo a Milano ce l’abbiamo anche noi. Qualche mese fa, proprio sulle pagine di questo giornale elettronico lanciammo una provocazione: visti i poteri che non hanno, considerate le risposte che non riescono a dare ai cittadini, dati i costi, in mancanza di un progetto e di una volontà politica volti a restituire finalmente un ruolo attivo ai Consigli di zona meglio chiuderli.

Si trattava ovviamente di una provocazione poiché i Consigli di zona a Milano, come in ogni altra città italiana non sono delle benevole concessioni fatte dai comuni, né degli esperimenti di partecipazione che si possono cassare dall’oggi al domani, sono un’articolazione dell’amministrazione cittadina sancita e organizzata sulla base di leggi nazionali che hanno trovato una sistemazione definitiva, per ora, nel "Testo unico degli enti locali", ovvero la legge 267 del 2000.

La provocazione era, e rimane, però necessaria poiché la storia del decentramento a Milano rappresenta uno degli esempi peggiori dell’applicazione di quella legge, almeno per quanto concerne il decentramento cittadino.

Negli anni nella pressoché totale solitudine abbiamo affrontato questo tema più volte e in questa occasione possiamo riassumere questa vicenda, che si trascina ormai da un decennio, solo per sommi capi.


Gli albori del decentramento amministrativo meneghino risalgono ai primi anni ’70, nel corso degli anni molti sono stati i cambiamenti, si pensi che originariamente erano Consigli di quartiere i cui membri non erano eletti bensì indicati dai partiti. I Consigli di zona veri e propri arrivarono successivamente, articolati sulle venti circoscrizioni e con i membri eletti.

Nel 1997, sul finire del mandato del Sindaco Formentini, l’allora Assessore al decentramento, Lucchini, licenziò un regolamento molto avanzato approvato nella seduta del Consiglio comunale del 13 marzo del 1997 e entrato in vigore il 24 aprile successivo.

Il fulcro del regolamento, così rilevante da rimanere inapplicato fino ad oggi, era il titolo V che dall’articolo 39 all’articolo 52 elencava una serie di funzioni e competenze che andavano dalla gestione e manutenzione degli edifici scolatici e dei parchi e giardini di interesse zonale alla realizzazione e manutenzione dei campi gioco, dalla manutenzione ordinaria degli edifici di edilizia residenziale pubblica, degli impianti sportivi e delle strade all’emissione di ordinanze relative alla viabilità zonale, dall’individuazione delle priorità d’intervento per l’illuminazione pubblica all’ubicazione e spostamento dei mercati ambulanti.

Non si trattava certo di una rivoluzione ma definiva ruolo, competenze, poteri e soprattutto stabiliva che per esercitarli i Consigli di zona fossero dotati delle necessarie risorse umane e finanziarie. Il nucleo del "Regolamento Lucchini" non dispiegò mai i suoi effetti e da allora i cambi di rotta dell’Amministrazione comunale sono stati diversi, l’approdo però il medesimo un continuo avvilimento del decentramento.

Nel 1999 il Sindaco Albertini procedette al "ri-azzonamento": si passò da 20 a 9 zone promettendo meno zone, meno burocrazia e più poteri al decentramento. La burocrazia rimase invariata, i poteri non arrivarono e le poltrone da Consigliere circoscrizionale rimasero bene o male le stesse poiché se il numero delle Circoscrizioni fu dimezzato, il numero dei Consiglieri circoscrizionali in ogni nuova zona fu raddoppiato.

Tra il 2001 e i 2006, nel corso del secondo mandato Albertini, il decentramento non fu tra le priorità di nessuna forza politica, né di maggioranza né di opposizione, e le numerose bozze di nuovo regolamento vergate dall’allora Assessore al decentramento furono respinte al mittente, dai nove Consigli di zona, nonostante fossero retti tutti della stessa maggioranza che governava a Palazzo Marino.

Oggi la situazione è quella che è: la differenza tra cifre erogate e costi sono sotto gli occhi di tutti, ma non si può nemmeno pensare, in modo un po’ populista, che se un istituto di democrazia costa ed è inefficiente lo si chiude.

La peculiarità dei Consigli di zona è duplice e rilevantissima: l’essere l’istituzione più vicina ai cittadini ai lavori della quale essi possono partecipare. In questi anni abbiamo assistito alla mobilitazione di numerosi comitati su progetti urbanistici calati dall’alto; se i Consigli di zona, invece che dare meri pareri consultivi avessero potuto incidere davvero nei processi decisionali avranno potuto evitare una conflittualità senza sbocchi e costruire uno sviluppo condiviso per la città.

Così non è stato e sempre più spesso i cittadini che tentano di rivolgersi all’istituzione zonale rimangono delusi e perplessi. Non capiscono il perché di un’assemblea elettiva che dovrebbe rappresentare il territorio e i suoi bisogni più immediati che non può dare un contributo effettivo alle decisioni.

Dopo anni di stallo ci troviamo nella situazione in cui il decentramento è ancora oggetto di tavoli di discussione, bozze di nuovi regolamenti, miti, speranze e probabili delusioni.

Come sempre il nocciolo del problema sta anzitutto nella volontà politica –e non di una sola parte– di fare del decentramento una priorità vera. Purtroppo oltre gli auspici e i proclami elettorali, gli stessi Presidenti di Zona in carica da più tempo, che del decentramento milanese hanno vissuto le pochissime gioie e le molte delusioni, in via riservata confermano di non essere ottimisti.

Abbiamo chiesto un parere sul presente e sul futuro del decentramento amministrativo a chi l’esperienza dei Consigli di Zona -come Presidente, Consigliere e Cittadino impegnato sulle tematiche e i problemi che riguardano il territorio- la vive quotidianamente.



INTERVISTA A ROBERTO PRINA, Coordinatore della Rete dei Comitati


In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 10 Feb 2007 - 15:25
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