Non bastano più poteri alle zone, bisogna credere nel Decentramento.
Sono anch’io Consigliere di Zona da diversi anni  è sto seguendo con interesse il dibattito
recentemente  apertosi sul  Corriere della Sera e la Rete civica sul ruolo e la crisi del Decentramento, specchio di un malessere che sempre più coinvolge molti consiglieri ma soprattutto associazioni, comitati e cittadini che vedono costantemente deluse le loro aspettative. Non condivido però il fatto di darne  allo stesso modo la responsabilità anche al centro-sinistra che in diversi casi all’epoca delle precedenti 16 zone lo gestiva. Certo si possono fare molte critiche ma non si può paragonare il ruolo e la ricerca di partecipazione di quelle esperienze allo stato di crisi al limite dell’irreversibilità di oggi.
Detto questo mi  lascia perplesso la lettera del 14 pubblicizzata di tutti i Presidenti di Zona, non tanto per gli 8 Presidenti di centro-destra che concepiscono sicuramente in questo modo il Decentramento, ma in quanto firmata anche dalla Presidente di zona 9 unica a maggioranza dell’Unione.
Ma pensiamo sul serio che il ruolo dei CdZ  si basi sui servizi dati ai cittadini  attraverso i Centri Aggregativi Multifunzionali, i Centri Aggregazione Giovani o la consulenza legale alle donne in difficoltà? 
Ma quale ruolo i 359 consiglieri di Zona, presidenti compresi,  avrebbero in questi servizi delle zone gestiti praticamente solo dai Direttori di Settore, dai Funzionari in collaborazione con gli operatori, e su alcuni dei quali addirittura si parla di intenzione di esternalizzazzione?
Siamo tutti d’accordo sulla necessità di maggiori deleghe, ma cosa cambierebbe rispetto all’attuale situazione che vede le maggioranze dei  CDZ di centrodestra appiattite ad esempio nella acritica approvazione di tutte le scelte che stanno dal punto di vista urbanistico stravolgendo la città attraverso le richieste di “parere a costruire”
L’accenno finale alla carenza di fondi e  mezzi per un adeguata comunicazione, a fronte dell’operato odierno di Presidenti di Zona e di Commissioni, prevalentemente mirata alla firma sotto l’iniziativa piuttosto che alla valenza della stessa ed al lavoro per costruirla, nasconde forse una visione tutta basata sull’immagine per la quale vengono spesi ingenti  risorse, come il Presidente della Regione, Formigoni insegna.
Il positivo riferimento  all’esperienza romana e l’esistenza di un gruppo di lavoro, formato anche da Presidenti,  per un nuovo regolamento non mi sembrano argomenti sufficienti a giustificare la ricerca di una simile posizione unitaria e soprattutto di apertura verso un presunto, ma tutto da dimostrare, nuovo corso della nuova Giunta rispetto al disinteresse delle precedenti.  Abbiamo forse qualche riscontro concreto che l’attuale Sindaco abbia un’altra visione del decentramento che non siano gli sportelli o la cassa di risonanza della Giunta, come nei fatti è stato negli ultimi anni?
Non a caso si riparla, o come in zona 7 si richiede come maggioranza di centro-destra, un ulteriore adeguamento dei gettoni di presenza per le zone, che quattro anni fa avevano costituito una merce di scambio dell’Amministrazione Comunale verso i Consigli, invece di ulteriori deleghe e poteri, l’aumento degli stessi attraverso l’equiparazione allo status dei Consiglieri Comunali.
Non bastano, anche se necessari più poteri, deve emergere una diversa proposta e concezione del Decentramento,  dobbiamo fare in modo  che questo confronto e dibattito vada avanti in tutte le istanze e forme possibili con iniziative e partecipazione di tutti coloro che credono in un reale decentramento ed una vera partecipazione nell’interesse della città.
Roberto Acerboni – Capogruppo  Zona 6 PRC