Accogliendo le dichiarazioni espresse da una Cittadina durante il Consiglio di Zona tenutosi in data 05 Dicembre 2006, ho effettuato un sopralluogo in Viale Molise dal quale è emerso che l'illuminazione destinata al marciapiedi si interrompe nel tratto compreso tra la Via Lombroso ed il numero 66/B del Viale in oggetto. Sono presenti solo due lampioni ubicati sul lato opposto al marciapiedi che, nelle intenzioni, dovrebbero illuminare la carreggiata del controviale. In realtà ciò non accade: di questi, infatti, solo uno è funzionante ed è posto di fronte al secondo passo carraio del civico 62 di Viale Molise. Per il resto, gli unici pali sono quelli a sostegno dell'alimentazione elettrica destinata ai filobus. L'edificio riferito al numero 64 di Viale Molise, sede della ASSL - Distretto 4, per la sua architettura presenta un portico. Ciò fa sì che diventi un ricovero notturno per sbandati. Da qui, palesemente, problemi di sicurezza per chi si trova a passare a tarda sera dal luogo, peraltro in una zona che non si distingue per tranquillità. C'è da aggiungere che proprio all'altezza del civico 64 c'è una fermata del Servizio Radiobus attivo, com'è noto, solo dalle ore 20,00 alle ore 02,00. Gli utenti che si trovano a salire o scendere nottetempo da quella fermata possono non conoscere il degrado in cui versa quella parte del nostro territorio, ritrovandosi esposti a rischi per la loro incolumità.

La Legge Regionale 17/2000, migliorata con la 38/2004 e che ha per titolo: ''Misure urgenti in materia di risparmio energetico ad uso illuminazione esterna e di lotta all'inquinamento luminoso" può essere derogata dal Comune per motivi di sicurezza. Dall'Assessorato alle Infrastrutture e Lavori Pubblici fanno sapere che è stato presentato un piano di potenziamento della luce, sia per motivi di sicurezza che estetici e che lo stesso, sarà completato in concerto con i Consigli di Zona. Richiedo quindi alle Presidenze delle Commissioni interessate di intervenire presso gli Assessorati competenti al fine di sanare la situazione di degrado in essere.

Antonio Marino