.: Discussione: Mappa web di quartiere x aiutare consigli di zona

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 3 Feb 2007 - 14:29
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Da ViviMilano - caso del giorno

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/03/caso.shtml

Mappa web in ogni quartiere per aiutare i consigli di zona

Spesso ci si chiede perché non amiamo più la nostra città; nell'articolo sui consigli di zona ho trovato la mia risposta. Ho sentito troppo spesso tanti cittadini criticare il lavoro svolto dalla nostra amministrazione e così, per non unirmi al gruppo già troppo numeroso, ho deciso di frequentare il consiglio della mia zona per cercare di capire il meccanismo. L'esperienza è stata a dir poco disarmante poiché: - I consiglieri, che hanno sicuramente un altro lavoro, arrivano alle convocazioni sempre all'ultimo momento, e una volta apposta la firma attestante la presenza, si disinteressano generalmente del problema che si va a discutere. Telefonano, rispondono alle chiamate, intavolano discussioni o parlano del più e del meno con gli altri consiglieri, vanno a bere il caffè, insomma la loro presenza è puramente fisica. - Il Presidente di turno comincia affermando «sappiamo che il nostro è un parere puramente consultivo che conta come il due di picche» siamo lo stesso chiamati dal/dai cittadini a discutere di questi lavori... e via a filosofeggiare su ciò che si dovrebbe o potrebbe fare, ma si sa come vanno a finire queste cose! (sic!). Ho presenziato per otto mesi, sacrificando le poche ore libere e le assicuro che oggi mi sento di avere buttato via il tempo. Basterebbero, infatti, una o due persone che possano riferire al Consiglio Comunale, o mettere in atto quello che anche lei suggerisce creando una mappa web in ogni quartiere.

Pinuccia Merli

Gentile signora, la sua sintesi è un funerale annunciato: i consigli di zona sono morti ma fingono di non saperlo. Milano deve avere il coraggio di dirlo, per scuotere un'afasia partecipativa che finisce il giorno dopo del voto. Con questo sistema la politica non attira, allontana. Se nessuno li ascolta, se non hanno poteri, se è difficile per chi lavora partecipare alle sedute bisognerà trovare il modo di farlo sapere, anche se nel grigio tran tran c'è chi se ne sta comodamente adagiato: è una comoda poltroncina. I consigli di zona non sono mai decollati. Neppure quando le giunte di sinistra li avevano eletti a modello di partecipazione dal basso. Decentramento, si chiamava. Ma spesso era semplice interdizione. E oggi che anche il consiglio comunale — con la riforma che rafforza i poteri del sindaco — ha un ruolo marginale, la debolezza si sente ancora di più. La replica in piccolo del dibattito del consiglio comunale si svolge nell'assoluta indifferenza dei cittadini. Eppure, ci ricorda Claudio Schirinzi, conoscitore come pochi della politica milanese, ciascuna delle nove zone della città, prese singolarmente, potrebbe essere — per numero di abitanti — la seconda città della Lombardia. Una giovane neoeletta ci ha fatto questa descrizione di una seduta, che somiglia a quella raccontata nel suo blog da Francesca Zajczyk, sociologa eletta in consiglio comunale. Cosa fanno i consiglieri di zona? «...Cavillano, punzecchiano, leggono chili di parole, parlano in austro-asburgico, citano, fanno riferimenti, si alzano in piedi come in Parlamento, fanno pausa come Celentano: con il solo obiettivo di perdere tempo e se possibile evitare la votazione». Perché continuare così? Perché non si trova il modo di rendere più utile il ruolo di chi dovrebbe essere un'antenna sensibile sul territorio? Io non sto dalla parte di chi spara sempre e comunque su Milano (caro Toscani, a volte esageri) e credo che anche i lettori siano animati dalla voglia di dare una spinta a questa città. Ma certe istituzioni rischiano di diventare anacronistiche, se non si aggiornano. Non sarebbe meglio ridurre il numero dei consiglieri e i relativi costi? Non sarebbe utile una sintesi moderna dei problemi, l'uso di internet, una mappa interattiva per segnalare i casi più urgenti? Si può cominciare a porre il problema? Io credo di sì. E presto bisognerà arrivare anche a parlare del grande sonno del consiglio comunale.

di Giangiacomo Schiavi