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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 28 Gennaio, 2007 - 15:15

Dall'Agenda 21 sul rapporto mobilità locale

La politica dei trasporti degli ultimi anni ha visto progressivi interventi di regolazione e limitazione del traffico che ha innescato un’inversione di tendenza per quanto concerne i volumi di traffico sulla rete stradale, molto chiara nel centro storico della città e di più modesta entità, anche a fronte di diverse dinamiche del territorio, nelle fasce più esterne.

Leggo, così, nel rapporto Agenda 21 sullo stato della mobilità e sul rapporto sul traffico e la qualità dell'aria a Milano. E considero il testo del rapporto alquanto scarno in punti importanti che diano rilevanza alla politica perseguita fino a oggi dal Comune sul tema del traffico, della mobilità e della qualità dell'aria.
Credo che questa frase sia esemplificativa di quanto sia percepibile come linea di amministrazione nella politica del traffico e della mobilità il non allineamento dehli obiettivi con le priorità di un cambiamento complessivo della gestione della rete complessiva in base anche alla pressante domanda esistente e all'inefficente e nsufficiente risposta data in merito dal Comune: ma è anche chiaro che esiste un limite forte in mterito derivante dal fatto che a Milano le periferie sono sempre maggiormente abbandonate da una mancanza assoluta di un adeguato servizio pubblico di trasporto che possa mettere, come succede a Londra e a Barcellona soprattutto, in comunicazione diverse zone esterne tra di loro, ossia una rete infrastrutturale di trasporto pubblico che non sia solo a "stella", ossia centripeta, ma che possa anche essere a "maglie", ossia mettere in relazione anche punti esterni dell cinta milanese, periferici, tra di loro direttamente connessi da un percorso. E' assurdo che ancora oggi per muoversi da Rogoredo verso Gratosglio si debba prendere la metrò, che porti verso il centro e, poi, prendere un tram che porti verso Gratosoglio: due zone che in linea d'aria sono piuttosto vicine si trovano divise da una non congiunzione diretta di linea di mezzi pubblici che possa direttamente trasportare la persona dalla prima alla seconda zona, senza dover passare per il centro. Il rapporto Agenda 21 lo statuisce chiaramente: molto si è fatto per il centro in termini di riduzione del traffico ma ancora poco, anzi ancora niente, per le zone esterne, ossia quelle periferiche. Una grave falda nel complessivo programma inesistente di intervento sul tema della mobilità e del traffico.

Nell’ambito dell’Agenda 21 locale del Comune di Milano ...  si sono individuati un insieme di indicatori di stato, pressione e risposta, dove a volte il limite tra una definizione e l’altra è di difficile definizione ma che mostrano da un lato la complessità della realtà milanese, dall’altro l’articolazione e l’efficacia degli interventi che l’Amministrazione sta ponendo in atto.

Vorrei bene comprendere che cosa si intende per questa ultima espressione, ossia "l’articolazione e l’efficacia degli interventi che l’Amministrazione sta ponendo in atto" se la gestione precedente del commissariato assoluto in capo all'ex sindaco Albertini non ha promosso nessun tipo di intervento per fare fronte alla crisi di mobilità esistente a Milano, sempre più impermeabile e non percorribile in ogni fascia oraria, anche in quelle non definibili come fasce di punta? Vorrei sapere anche che cosa l'ìassessorato alla mobilità, Croci, e la sindaca "in comune" poco comune abbia intenzione di predisporre in merito alla soluzione della questione: sì, ci sono slogan e proposte estemporanee, magari mediatiche, magari piuttosto spettacolari nell'impatto pubblicitario che garantiscono, ma assolutamente non trovo nessun tipo di intervento chiaro e delineato, discusso e valutato complessivamente di organico intervento e progetto in merito alla questione concernente la mobilità e il sistema di trasporto pubblico, pedonale e ciclabile da approntarsi in una realtà, come sottolinea il rapporto, complessa di Milano, dove gli idnicatori sono di difficile interpretazione circa la reale relazione esistente tra pressione e risposta in merito al trasporto e alla viabilità. Attendiamo il 30? Attendiamo cosa dirà la signora Moratti in merito all'insufficienza ancora persistente di una rete visiblistica pedonale e ciclistica continuativa nel territorio urbano? In merito all'insufficente copertura della rete metropolitana esistente dal 1960 in base al territorio e all'estensione della città e del comune?
Nella domanda di mobilità sostenibile ricordiamo che non esistono solo le cittadine e i cittadini di Milano, ma una complessità di residenti presso altri comuni della Provincia, che ogni giorno si riversano nel nostro comune. A costoro rispondiamo solo con la politica, per me fallimentare, stante così la situazione dei ticket, inutili gabelle non deterrenti per l'utilizzo dell'autovettura?
Rispondiamo come oggi, domenica peraltro, giornata dove già diminuisce il traffico automobilistico in città, con una simbolica, quasi festiva, giornata del blocco del traffico automobilistico, goccia nel mar Baltico inefficente e insufficiente, risibile e ridicola, insignificante e ininfluente sui livelli di emissione di PM10 e polveri sottili?
Si prosegue nel rapporto Agenda 21 locale ...

Elemento di rilievo è la ripartizione modale, che evidenzia come Milano si ponga a livelli elevati per la quota di utilizzo del trasporto pubblico.

Si: tante persone utilizzano i mezzi pubblici, è vero. Ma ci sono altrettante persone che si recano con l'automobile fino al marciapiedi presente dinnanzi al portone di entrata del proprio luogo di lavoro. Ci sono mezzi pesanti che circolano liberamente in pinea città, intasando il traffico, bloccando i mezzi pubblici, posteggiando per qualche minuto, anche mezz'ora, in seconda fila per scaricare materiale o merce da portare in questo o in quell'altro negozio di distribuzione. Ma che cosa si è fatto sulla costruzione di nuovi parcheggi di snodo nelle zone periferiche della città tali da poter dare opportunità all'automobilista entrante e all'autotrasportatore di lasciare il primo la propria macchina in questi spazi immensi prendendo, poi, il mezzo pubblico, di lasciare le merci a un servizio di alta distribuzione sulla città con mezzi ecocompatibili e particolari, promuovibile dal Comune e in convenzione con le aziende e i negozi presenti internamente alla città, tale da non permettere l'entrata del mezzo pesante nella città, congestionante il traffico e la mobilità.

Ora mi domando? Ma quali sono i progetti e le proposte presenti sul tavolo dell'assessorato e delle direzioni di servizio centrali del Comune, in merito alla questione? Ma quando si deciderà di indire delle riunioni pubbliche nelle zone e in Comune per discutere con la cittadinanza utente, con gli attori sociali interessati, aziende, imprese, negozi, associazioni, comitati di quartiere, collettivi e tante altre realtà, professionisti, professori, sociologi, urbanisti, per dare vita a un tavolo vrtuoso di confronto società civile e istituzioni che dia come conseguenze proposte condivise e possibili in merito?
Le domande continuano, per ora, a rimanere evase. Quo usque tandem? chiedeva qualcuno nei fori romani a Catilina.