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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 21:30

Arriva il pedibus!

E' piacevole e se diventa una goccia dietro un'altra di tanti comportamenti virtuosi forse qualcosa si puà cambiare a livello istituzionale: se un comportamento diventa consuetudine l'istituzione deve cercare di rendere questo comportamento normativa regolare, da tutelare, rispettare e garantire.
In Svezia, Norvegia, Danimarca, ma anche nel Benlux e negli USA il piedibus è un mezzo a mille piedi, esattamente a mille piedi e anche più, di piccoli bambini che trottano verso le proprie scuole, ogni mattina, all'entrata e all'uscita. Non importa dove abiti, nè quanto sei distante: importante avere la fermata di riferimento, sapere che a quell'ora ogni giorni arriva il piedibus e che con altre bambine e altri bambini raggiungerai la tua scuola. Il tutto è supervisionato da genitori che, come cordone, garantiscono la percorrenza e la sicurezza del mille piedi fatto di piccoli scolari. Un regolamento detta le norme interne di comportamento, per esempio la responsabilità del tragitto ricade sui genitori, che a turno controllano il passaggio e ne garantiscono la compattezza. E' un comportamento virtuoso, già considerato e incentivato dalla Provincia di Milano, e in città trova la sua applicazione in alcuni contesti, ormai sempre maggiori.
E' un comportamento che contamina, piace ai piccoli, garantisce uno sgravio ai genitori e, soprattutto, determina uno spostamento sostenibile, ecocompatibile, non inquinante, divertente. Si socievolizza, ci si conosce, si parla durante il tragitto: si attende alla fermata come se dovesse passare un vero autobus, ci si vede, ci si incontra, ci si immette nel grande cordone umano, si prende posto nel bus senza ruote e senza motore, ma con la forza e la vitalità di bambine e bambini e genitori attenti, che si dirigono con allegria, più rilassati e con contentezza verso scuola. I piccoli passeggeri attivi sono consapevoli che questo mezzo non fa male alla città e a loro stessi: non emette gas, non emette rumore, non è pieno e sovraccarico, a volte alienante, ma, soprattutto, sono contenti di non dover stare rinchiusi dentro l'abitacolo dell'automobile, stressati dal traffico, dalle autovetture che sfrecciano, si imbottigliano, nell'intasamento drammatico mattutino e alienante, sentendo le imprecazioni del proprio genitore alla guida del mezzo, con un occhio al volante e uno all'orologio per non fare tardi al lavoro e a scuola. 
Il pedibus è una pratica virtuosa che garantisce ai più piccoli l'opportunità di crescere consapevoli che l'amore per la natura può sfociare in azioni piccole e quotidiane, piacevoli e importanti, gocce che insieme creano oceani. Non è difficile fare qualcosa per cambiare la cultura della mobilità: basta solo organizzarsi, coordinarsi e dare conseguenza ai propri propositi di voler collaborare tutti insieme perchè forse si possa diminuire questo inquinamento che affligge la città, i nostri polmoni, i nostri poveri e pochi alberi, le nostre abitazioni. Anche questa è partecipazione consapevole e attiva. E' un atto che proviene, come spesso è, dal basso: forse, però, in alto, se esiste un luogo alto e un luogo basso, qualcuno riesce a comprenderne la portata?

"Una così funziona solo se ogni cittadino ha la sensazione di far parte di un sistema condiviso": esattamente questo è il punto. L'incentivazione a comportamenti virtuosi può determinarsi solamente se vengono definiti percorsi unitari, che vedano le amministrazioni prime protagoniste istituzionali alla costruzione di ordinamenti che pongano come utili e importanti determinati comportamenti virtuosi e proficui per la collettività.
E' un impegno non c'è dubbio: ma occorre partire dalle istituzioni e imporre alle medesime scelte che devono avere conseguenze positive sul sistema generale della mobilità e del trasporto. Così non è possibile proseguire, ma occorre delineare con le associazioni e la cittadinanza una governance collegiale e condivisa.
Proseguiamo su questa strada, anche se chi di dovere rimane sordo e impaludato nelle sterili discussioni fini a sè stesse: una sindaca che crea solamente visibilità personale incentivando una discussione inutile e improduttiva sui ticket di ingresso, la pollution charge, inefficace come esperimento isolato e unico.

Commento di Alessandro Rizzo inserito Lun, 15/01/2007 16:10

E' un'iniziativa lodevole ma decisamente poco sostenibile soprattutto se la sorveglianza dei bambini-mille piedi è affidata ai genitori. Quale genitore lavoratore ha il tempo di accompagnare fino alla fermata del piedibus il proprio bambino? E sopratutto chi sarebbe disposto a prendersi tale responsabilità?
A mio parere questa iniziativa è sostenibile solo nei piccoli paesi dove spesso le mamme sono casalinghe e soprattutto dove vengono utilizzati più di frequente le auto anche per piccoli spostamenti. Nelle metropoli ci sono troppi rischi(personalmente non mi assumerei la responsabilità di vigilare su 30 bambini incontrollabili) a meno che la scuola decida di occuparsene,ma dubito.

Commento di Chiara Cirimbelli inserito Sab, 17/02/2007 11:13

a meno che la scuola decida di occuparsene,ma dubito.

Gentile signora Cirimbelli,
la questione si sintetizza proprio in questa sua frase, nell'ambito dell'applicazione del provvedimento e del progetto. Occorre coinvolgere le scuole, i distretti scolastici, con le componenti democratiche di governo a loro interne, comitati di istituto, docenti e quant'altro, al fine di definire le modalità di intervento e di applicazione di questa proposta che considero interessante. Io penso che sia una necessità reperire forme e canali che tendano a diminuire la presenza di autovetture inquinanti e congestionanti il traffico cittadino giornaliero. Penso che si debba proprio in una città grande come Milano applicare questa proposta, nell'ottica interessante e di prospettiva politica di delineazione di un provvedimento partecipato e condiviso, unico modus operandi necessario per rivoluzionare la mentalità e la cultura delle singole cittadine e dei singoli cittadini. Io penso che sia necessario scalfire l'impermeabilità di una consuetudine che vede copme unica mobilità l'uso della macchina, ponendo pratiche che incentivano canali sostenibili e alternativi tramite atti amministrativi, disponendo bene l'entità dei costi e dei benefici derivanti dalla loro applicazione, ma anche un organico organizzativo che solo le scuole, insieme, possono disporre. Io direi che occorra iniziare da questa ottica per ampliare pratiche virtuose, già rese applicative in altri contesti comunali e in alcuni quartieri di Milano. Se fosse universalizzata questa pratica e metodologia forse Milano avrebbe un elemento in più di decongestionamento del traffico urbano quotidiano.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo

Commento di Alessandro Rizzo inserito Lun, 19/02/2007 15:13