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Angelo Valdameri

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Inserito da Angelo Valdameri il 17 Gen 2007 - 13:46
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Osservatorio di Milano
Via F.Albini,3 20139 Milano Tel.02.57301721
 

 

LA MILANO CHE TI VA DI TRAVERSO
(Analisi, riflessioni e proposte perché ciascuno possa tornare a vivere ed amare la propria città)

 

L’ Osservatorio di Milano continua a ricevere negli ultimi anni, da parte di singoli cittadini e di associazioni che operano a difesa di determinate categorie sociali, sempre più numerose segnalazioni di disagi patiti nel vivere quotidiano nel capoluogo lombardo. A partire dai contenuti di tali segnalazioni, l’Osservatorio ha individuato una tipologia per problematiche omogenee e ha successivamente quantificato i fenomeni registrati nell’ambito delle singole problematiche; infine sono state individuate delle ipotesi per quanto riguarda le cause di tali disagi da sottoporre al vaglio delle istituzioni che operano nel territorio cittadino.
L’ Osservatorio, che avanzerà comunque delle proposte in merito, considera che sia compito delle Istituzioni trovare le opportune soluzioni per rimediare ai disagi denunciati dai cittadini.
 

Tipologie per problematiche omogenee

 

a)         Traffico e viabilità: è stato valutato il cambiamento d’indirizzo e dei compiti affidati alla vigilanza urbana negli ultimi anni; è stata presa in esame l’efficienza dei servizi pubblici esistenti; è stato esaminato il volume delle infrazioni sanzionate con multe e degli incidenti stradali, compresi quelli mortali.
Il Corpo della Polizia Locale è venuto perdendo negli anni la sua prerogativa di fondo: educare i cittadini, prevenire e reprimere le infrazioni del Codice della Strada. Quasi del tutto assenti agli incroci stradali, i vigili si dedicano per il 75% in strada ad effettuare multe per divieto di sosta. Siamo arrivati ad un importo record incassato dal Comune di più di 150 milioni d’euro nell’ultimo anno: il Corpo dei Vigili è stato trasformato in una società che fattura con le multe. Sono meno del 20% le multe comminate per infrazioni gravi come ad esempio passaggio col rosso, mancata precedenza, eccesso di velocità, infrazioni che provocano a Milano una vera e propria mattanza. Nel 2005 si sono registrati 22.210 incidenti stradali, con 21.100 feriti e 73 morti. Per il 2006 non sono ancora pervenuti i dati, ma in linea di massima si conferma un trend che vede dal 2003 gli incidenti aggirarsi attorno ai 22 mila, lo stesso numero si ha per i feriti, mentre i morti non sono mai scesi sotto le 60 unità. Per il 20% si tratta di persone investite sulle strisce pedonali. A ciò si aggiunge il fallimento dell’operazione vigili di quartiere: i 250 in funzione in città sono tolti al controllo del traffico e non hanno gli strumenti adeguati per svolgere funzione di repressione del crimine che spetta alle FF.OO., Polizia e Carabinieri.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico, si registrano ancora gravi ritardi nella realizzazione delle corsie preferenziali, le meno costose e le più utili per ridare competitività ai mezzi pubblici ( ultimamente si è solo realizzato il tratto tra piazza Napoli e piazzale Brescia). Per quanto riguarda i parcheggi si preferisce la realizzazione dei suddetti nell’ambito del territorio cittadino, anche nelle zone centrali, trascurando quelli di corrispondenza ai capolinea, unici che, se gratuiti e custoditi, potrebbero incentivare il cittadino a lasciare l’auto a casa. L’anno scorso abbiamo registrato il record d’auto che circolano nell’ambito del comune sia quelle dei pendolari che dei residenti con una cifra che supera il milione e cinquanta mila unità. Le lunghe file ai semafori e la scarsezza delle corsie preferenziali tendono ad intrappolare il mezzo pubblico che registra una velocità di 14-18 km/ora che non gli permette d’essere competitivo con l’auto privata. Dinanzi a questa situazione è necessario avviare subito i lavori per la 4° rete metropolitana, realizzare almeno 40 km di corsie preferenziali, avviare la costruzione dei parcheggi di corrispondenza e infine potenziare i mezzi pubblici di superficie, soprattutto quelli elettrici.
 

b)         Inquinamento atmosferico: è stato registrato l’indice d’inquinamento atmosferico sotto le sue diverse forme ed il suo variare nel tempo tenendo conto delle diverse aree della città.
L’aria sta peggiorando dall’inizio dell’anno col PM10 che è quasi sempre sopra la soglia. Ciò è avvenuto anche lo scorso anno e sta a dimostrare come i provvedimenti assunti dalla Regione, e avallati dal Comune, che si sono limitati a bloccare le auto non catalizzate e alla chiusura del traffico cittadino in alcune domeniche del 2006, non riescono a raggiungere l’obbiettivo di riportare il PM sotto la soglia. Le conseguenze dell’inquinamento portano ad un incremento – negli ultimi 10 anni – delle malattie respiratorie per il 15% nei cittadini da 1a 18 anni, del 10% sopra i 18 anni. Inoltre abbiamo superato le 2000 morti annue per tumori ai polmoni che riguardano anche i non fumatori e che, secondo l’Istituto dei Tumori, hanno come concausa l’inquinamento atmosferico. Secondo quest’ultimo l’inquinamento registrato negli ultimi anni è equiparabile a quello prodotto dal fumo pari a 12 sigarette al giorno. Solo un’adeguata politica di potenziamento dei mezzi pubblici, delineata nel paragrafo precedente, può ridurre le auto circolanti in città, che dovrebbe essere nei prossimi 10 anni almeno di 400 mila e ad affrontare alle radici il problema dell’inquinamento.
 

 

 

c)         Inquinamento acustico: è stato esaminato l’inquinamento acustico notturno derivante da discoteche e locali in funzione durante le ore serali e notturne.
In questi ultimi anni sono proliferati in diverse zone della città locali notturni, discoteche e paninoteche che per operare non hanno bisogno di una licenza dovendo solo garantire le condizioni igieniche e sanitarie.
Ai gestori il Comune non ha posto il problema della disponibilità dei parcheggi per i clienti, come condizione per dare il nulla-osta. A ciò si aggiunge che il Comune non effettua – nelle ore notturne – nessun controllo sugli orari di chiusura. Così interi quartieri, invasi da questi locali, costringono i residenti a subire i rumori delle auto parcheggiate ovunque anche davanti ai passi carrai (il Comune ha solo 2-3 carri attrezzi da utilizzare di notte per tutta la città), per non parlare degli schiamazzi, sporcizia che regna nella zona, dei portoni imbrattati da urina, bottiglie rotte, ecc.. In molti casi gli abitanti non riescono a prendere sonno o vengono svegliati bruscamente durante la notte. Le zone più colpite sono Brera, i Navigli, scalo Farini, Garibaldi-Como e la zona Marghera.
L’Osservatorio calcola che ogni notte le persone coinvolte siano oltre 120 mila residenti.
Si chiede un impegno maggiore della VV.UU. nelle ore notturne per multare i trasgressori e un funzionamento della rete dei trasporti pubblici anche nelle ore notturne, per le linee più importanti, per incentivare i clienti dei locali e utilizzare il mezzo pubblico.
 

d)         Rifiuti solidi urbani: è stata esaminata la maggior fonte di produzione di rifiuti solidi urbani rappresentata dai quindici mercati all’aperto in funzione giornalmente nel territorio cittadino ed il conseguente impiego di uomini e risorse da parte dell’AMSA.
I 15 mercati in funzione 6 gg. la settimana sul territorio cittadino producono ogni anno 13.900 tn. di rifiuti solidi urbani abbandonati per la maggior parte sulle strade, sulle piazze e sui marciapiedi. Tanti quanti quelli prodotti da una città come Lodi. L’Amsa impiega giornalmente 141 uomini e 50 mezzi per pulire i mercati, con un costo complessivo di 11 milioni d’euro/anno, quando gli ambulanti pagano di tassa rifiuti circa 400 mila euro, 25 volte di meno dei costi AMSA. Tutto ciò oltre a penalizzare il bilancio comunale e indirettamente quello delle famiglie milanesi, comporta gravissimi disagi agli oltre 180 mila residenti nei pressi dei mercati, costretti a subire, rumore, cattivi, odori, occupazione di passi carrai, occupazione di piste ciclabili, fino ad arrivare in alcuni casi a deteriorare il patrimonio verde. A questo proposito c’è da aggiungere che esiste l’ordinanza n°9 del 2001 dell’ex sindaco Albertini che all’art. 22 prevede una multa di 50 euro per chi sporca lo spazio occupato, mai applicata da quando sono stati aboliti i vigili di mercato.
Si chiede un controllo dei vigili, la dotazione agli ambulanti di sacchi per raccogliere i rifiuti, cosa che avviene in tutte le città italiane e multe più salate per chi non mette i rifiuti all’interno dei sacchi. Così facendo il Comune dimezzerebbe della metà la spesa annua per pulire i mercati.
 
e)         Presenza di servizi sanitari, amministrativi e di esercizi commerciali nelle domeniche e nei periodi in cui a causa di festività e ferie si riduce la popolazione cittadina: a questo proposito sono stati conteggiati il numero dei suddetti esercizi in funzione nei giorni festivi, nelle domeniche, nei mesi di luglio e d’agosto, nelle festività pasquali e in quelle natalizie.
La città non garantisce i servizi necessari nei mesi di luglio e agosto e in tutte le domeniche dell’anno e durante le festività, in particolare il 25-26 dicembre, i giorni di Pasqua e Pasquetta e le festività di S.Ambrogio. La settimana di massimo livello di assenza di servizi è quella di ferragosto con la chiusura della quasi totalità dei bar, ristoranti e delle panetterie: Milano è l’unica città europea dove si registra una vera e propria serrata. I disagi maggiori investono le categorie più deboli, gli anziani della periferia che non sono provvisti di auto e col supermercato distante da casa. Per quanto riguarda il centro storico ad essere penalizzati sono i turisti, dei quali l’Osservatorio registra un calo di presenze del 20% in agosto rispetto a luglio e settembre: unica città in Italia a presentare questo fenomeno. Per quanto riguarda le domeniche la città ha il numero maggiore di bar e ristoranti chiusi, rispetto alle altre città italiane, con disagi enormi, soprattutto per le periferie.
L’unico modo per risolvere questo problema è adottare i provvedimenti che da anni sono in atto nei comuni di Torino e Roma e consistono nella turnazione obbligatoria per bar, ristoranti e negozi alimentari per il mese d’agosto e per i pubblici esercizi per tutte le domeniche dell’anno, garantendo il 35% aperti. C’è infine da decentrare ai Consigli di Zona la pianificazione dell’apertura estiva.
 

f)          Accesso e disponibilità di un’abitazione da parte di singoli e di nuclei familiari: sono state esaminate l’offerta e la domanda d’alloggi privati e pubblici; sono stati quantificati gli alloggi pubblici e privati costruiti negli ultimi dieci anni; sono state prese in esame le domande d’assegnazione d’alloggio pubblico; sono stati conteggiati gli alloggi sfitti pubblici e privati ed esaminata la dinamica degli affitti e quella degli sfratti per morosità e fine locazione.
Una città come Milano dove più di 150 mila famiglie hanno un reddito che non supera i 1200 euro il mese, diventa problematico per chi non è proprietario di un alloggio affittarne uno da un privato, tenendo conto che gli affitti vanno tra i 700 e i 2000 euro a seconda che si tratti di mono, bi-trilocali.
Sono 19 mila le domande giacenti dal 2004, oltre 4000 gli alloggi occupati abusivamente. Dal ‘92 al 2002 sono state presentate circa 62 mila domande.
Gli sfratti in corso d’esecuzione al 31/12/2005 sono circa 11 mila: sono stati eseguiti, negli ultimi 3 anni, circa 4.500 sfratti. Negli ultimi 10 anni sono stati costruiti dal Comune solo 494 alloggi a canone sociale, mentre sono stati realizzati 35 mila appartamenti privati messi in vendita ad un costo che oscilla tra i 2500 e i 5000 euro/mq., cifre accessibili solo ai ceti medio alti, ovvero a chi ha un reddito annuo superiore a 50 mila euro. Da tener presente che tuttora ci sono 2400 alloggi sfitti di proprietà comunale e non utilizzati, mentre lo sfitto privato supera le 80 mila unità.
Dinanzi a questi dati è necessario provvedere alla realizzazione di nuovi alloggi d’edilizia sociale, all’assegnazione di quelli sfitti di proprietà del Comune e attraverso una nuova legge nazionale che permetta, in determinati casi, di procedere alla requisizione di quelli sfitti privati, assegnandoli a famiglie bisognose.   
 

g)         Condizioni di vita di singoli e nuclei familiari senza reddito certo e senza fissa dimora: sono state considerate la capienza dei rifugi privati e pubblici disponibili e valutato il numero di coloro che trascorrono la notte all’addiaccio e/o in baracche o ricoveri di fortuna.
Sono 3.500 a Milano le persone senza fissa dimora. La maggior parte di costoro non ha neppure un lavoro o svolge lavori saltuari. Si tratta per il 75% di stranieri provenienti in particolare dall’Africa (Marocco, Senegal, Costa d’Avorio, Etiopia, Eritrea…), dall’Europa dell’Est (Romania, Albania, Ucraina, ex URSS), dall’America Latina (Ecuador, Perù, Cile, Argentina, Brasile) e infine dal Medio ed Estremo oriente (Palestina, Irak, Afganistan, Bangladesh, Sri-Lanka e Cina). In merito al 25% d’italiani si tratta di singole persone rimaste sole, senza un lavoro e senza parenti in grado di ospitarli, fra questi soprattutto ci sono anziani con età superiore a 60 anni, ma recentemente si trovano anche nuclei famigliari nei quali il capofamiglia, l’unico ad espletare un’attività lavorativa, ha perso il lavoro e ha anche subito uno sfratto per morosità o finita locazione. Degli stranieri il 10% sono profughi politici, il 70% sono provvisti di permesso di soggiorno, il 20% hanno un regolare permesso. La capienza degli ostelli e dei ricoveri comunali e di associazioni private permette di ospitarne 1.420, i restanti 2.000 passano la notte sotto i ponti delle autostrade, nei vagoni ferroviari, nelle fabbriche abbandonate, in baracche di fortuna all’estrema periferia, in androni, portici riparati dai cartoni, nella stazione di Milano e nelle aree del centro storico. Delle 3200 persone che vivono senza neppure avere un ricovero, 600 sono bambini sotto i 18 anni e donne. Ogni anno a causa di queste condizioni di vita si registrano alcuni decessi che non è possibile quantificare in quanto sono registrate solo le morti che fanno notizia, quelle che accadono in mezzo alla strada o avvengono negli incidenti vari. Non è possibile registrare quando la persona muore dopo un ricovero ospedaliero, per complicazioni cardiache o polmonari.
Il Comune di Milano non si è mai preoccupato di adeguare il numero dei posti letto alle necessità e non fornisce un ricovero, cosa che invece fanno le associazioni di volontariato, a coloro che sono sprovvisti di permesso di soggiorno. Vanno almeno raddoppiati entro il 2007 i posti letto per i senza fissa dimora.
 

h)         Funzionamento delle istituzioni realizzate su base elettiva (dai Consigli di Zona a quello Comunale): sono stati esaminati i reali poteri operativi che hanno i primi e la reale operatività decisionale dell’amministrazione comunale in carica.
Per quanto riguarda i Consigli di Zona, dopo che da 20 sono stati ridotti a 9 con un bacino di ca. 150 mila persone ciascuno, è mancato quel salto di qualità in grado di trasformarli in veri e proprie municipalità, con poteri d’intervento sul territorio e sui servizi erogati al pubblico. Intervengono e hanno disponibilità economica a sostegno delle attività culturali e all’assistenza agli anziani con spese di funzionamento compreso il personale di oltre 10 milioni d’euro/anno, molto più alto dei contributi dati alle famiglie per l’assistenza sanitaria e le attività culturali.
Il Consiglio Comunale – già con l’ex sindaco Albertini e oggi con la nuova gestione – viene progressivamente esautorato dei suoi poteri che sono concentrati per la maggior parte nella Giunta Comunale tant’è che dal giugno al dicembre 2006, mentre sono state emanate 1.142 delibere di Giunta, quelle del Consigliom Comunale sono solo 37.
 

L’ Osservatorio avanza delle ipotesi inerenti le cause dei fenomeni evidenziati nella tipologia sopra detta:
 

1.        Siamo in presenza di un discutibile impiego delle risorse economiche ed umane a disposizione dell’amministrazione cittadina.
 

2.        Troppo spesso non s’impone il rispetto dei regolamenti che l’amministrazione comunale si è data attraverso le ordinanze del Sindaco o delibere di Giunta e del Consiglio.
 

3.        Non si procede al decentramento dei poteri dei singoli assessorati ai Consigli di Zona presenti sul territorio rendendoli di fatto, nonostante i costi per la collettività, quasi del tutto inoperanti.
 

4.        Non si opera per armonizzare la città che produce reddito e ricchezza con la città dei residenti che la vivono come luogo dove crescere i figli ed assistere gli anziani, gestire il tempo libero ed esplicare la propria attività lavorativa; la città, chiamiamola “degli affari”, non è sottoposta, infatti, a regole tali da procurare sempre più gravi disagi e peggioramento delle condizioni di vita ai residenti.
 

Gennaio 2007
In risposta al messaggio di Alessandro Rizzo inserito il 6 Gen 2007 - 14:07
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