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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 3 Gennaio, 2007 - 15:09

Una cartolina dal Pianeta del Buon Senso

A farsi un giro in lungo e in largo per l'Italia si scoprono progetti
e proposte che hanno molto a che fare con la decrescita, portati
avanti con coraggio e ingegno da amministratori locali illuminati.
Semplici manovali del buon senso, straordinari sacerdoti del buon
governo. Operatori sociali, anche, spericolati politici fuori dagli
schemi, senza velleità di facili carriere a portata di compromesso.

Nell'indifferenza dei grandi network dell'informazione-reality,
abbattono ogni giorno mattoni di quel muro apparentemente
insormontabile del consumo all'ennesima potenza e a qualunque costo.
Ambientale! Sono giovani sindaci, non necessariamente per l'anagrafe
ma nella testa e nel cuore, semplici assessori con deleghe strampalate
e dalle parole aliene per la politica tradizionale: partecipazione,
pace, cooperazione.

Governano dal basso piccoli centri sperduti del nord e del sud, o
grandi agglomerati urbani dove la globalizzazione dello spreco
permanente ha inondato strade, pianerottoli, pensieri.

Che dire ad esempio dell'esperienza di Carugate, un paese che primo in
Italia ha adottato un regolamento edilizio all'avanguardia in Europa:
da loro chiunque voglia costruire un edificio o ottenere un permesso
per ristrutturarne uno già esistente, ha l'obbligo della
certificazione ambientale (che tutti dovranno rispettare dal 2007),
una piccola ma efficace norma che permette a chi acquista
un'abitazione di sapere cosa, quanto e come consumerà da un punto di
vista energetico, ad ogni classe corrisponde un grado di efficienza,
come per gli elettrodomestici. Il tutto reso possibile dalla
coibentazione dei locali, dall'utilizzo di tecnologie ecologiche
(lampade a basso consumo, riduttori di flusso, pannelli
termoriflettenti, ecc.), dall'uso dei pannelli solari e fotovoltaici,
dal recupero dell'acqua piovana. Insomma una proposta fondamentale per
ripensare la gestione di un territorio secondo criteri di
sosteniblità.

E il comune di Trezzano Rosa che ha messo a norma e azzerato gli
sprechi su tutti i punti luce del paese, senza spendere un euro per
gli investimenti strutturali necessari? Semplicemente, l'assessore
all'ambiente Luciano Burro ha introdotto in Italia il sistema delle
ESCO (Energy Service Company), società che fanno del risparmio
energetico la propria ragione sociale, e che per conto di enti locali,
aziende e privati scovano e risolvono gli sprechi abbatendo costi di
gestione, facendo contemporaneamente un favore all'ambiente e ai
bilanci pubblici.

Il Comune di Padova ha invece commissionato un piano di
ristrutturazione energetica degli edifici pubblici per non limitare
l'intervento alla sola pubblica illuminazione, questo ha già
consentito alla città un taglio significativo delle emissioni di Co2
in atmosfera e di risparmiare milioni di euro sulla bolletta
energetica. Si va dal riscaldamento e dall'illuminazione degli edifici
pubblici ai punti luce in giro per le strade comunali, dal risparmio
energetico alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il comune di Follonica è intervenuto sui rifiuti, pensando bene di
ridare corpo e vita ad oggetti che troppo spesso, con grande
leggerezza, trasformiamo da beni di consumo in rifiuti da discarica!
Con il progetto Ecomondo i rifiuti riprendono vita, grazie ad un
mercato a cui tutti i cittadini possono partecipare, con una semplice
tessera magnetica che registra ogni transazione (rigorosamente senza
denaro) in dare e avere. Il punto di riferimento di tutta l'operazione
è la stazione ecologica del posto, un cittadino può conferire oggetti
che non usa più (giocattoli, biciclette, mobili, ecc.), sulla tessera
vengono accreditati punti con i quali potrà recuperare oggetti
lasciati da altri di suo gradimento, in un gioco di scambio in cui chi
ci guadagna, ancora una volta, è l'ambiente.

Poi scopri che una delle cose più belle e comuni di queste storie
incredibili è che quasi sempre sono progetti a costo zero, o poco ci
manca. La loro forza sta nella fantasia di chi li propone, nella
capacità di coinvolgimento della popolazione, nella voglia di mettersi
in gioco sul serio. Quando ho letto la storia del Liceo Ambientale di
Laveno mi sono detto: ecco un'idea semplice ed efficace, che non costa
nulla metterla in piedi e che ogni scuola italiana dovrebbe rilanciare
e proporre il prossimo anno scolastico. "I guardiani della luce", un
progetto che ha riunito insegnanti, studenti, genitori per diverse
settimane, e che ha permesso l'abbattimento dei consumi di corrente
elettrica del 55%. Senza grandi investimenti di una qualche fondazione
magnanima, semplicemente introducendo piccole attenzioni quotidiane,
parlando e parlandosi tra chi la scuola frequenta e vive ogni mattina.
Leggendo i contatori, applicando qualche adesivo "educativo"
all'altezza degli interruttori, spegnendo le luci durante i giorni di
sole...

E cosa accadrebbe domani mattina se i nostri governanti annunciassero
l'obbigo per tutti i Comuni italiani di sostituire le lampade ad
incandescenza dei semafori con quelle a LED, che hanno una durata
media di centomila ore (contro le duemila di quelle tradizionali) ed
un risparmio energetico che si aggira intorno all'ottanta per cento
rispetto a quelle cosidette normali?!? Il Comune di Bressanone lo ha
già fatto, in meno di quattro anni rientra nell'investimento inziale
per l'acquisto dei LED e da lì in avanti risparmia oltre diecimila
euro all'anno su una decina di semafori. Delle volte penso ai semafori
di Roma, o di Milano, e mi chiedo che cosa stiano aspettando i sindaci
di quelle metropoli a fare una roba tanto semplice da non sembrare
vera.

Perché in fondo è questo il vero nemico dell'ambiente e della
decrescita. Prima ancora delle guerre per il petrolio, o i complotti
delle tante case bianche, o la corruzione dilagante delle grandi opere
e dei grandi affari per pochi. La stupidità della classe dirigente
italiana. L'incapacità di afferrare il senso delle centinaia di
progetti in cantiere, possibili perchè già realizzati o in corso di
realizzazione. L'ottusità di certi politici abituati a non vedere
oltre al proprio naso, o al nastro tricolore di una qualche
inaugurazione a due mesi dalle prossime elezioni, unico progetto
improrogabile e imprescindibile, per loro.
Questi politici mestieranti che quando gli parli di certe cose
ribattono sempre le solite sterili scuse: abbiamo cose più importanti
di cui occuparci, non ci sono i soldi, non ti sarai mica messo in
testa di cambiare il mondo!

Non la pensano così gli amministratori del Comune di Rosà, che ha
pensato bene di distruibuire pannolici ecologici alle neomamme del
paese, convincendole a smettere di comprare quelli usa e getta che
inquinano e costano un sacco di soldi. Se pensiamo che ogni bambino ne
consuma in media 5000 nei primi tre anni di vita, non è molto più
sensato e conveniente dotarsi di un piccolo quantitativo di quelli
lavabili?

Sempre in tema di rifiuti sono decine le esperienze fantastiche, come
quella del progetto EcoFeste, introdotto da un paio d'anni dalla
Provincia di Parma e rivolto a tutte le sagre estive organizzate nei
47 comuni del territorio provinciale. Ogni festa è un'occasione di
incontro, una straordinaria opportunità culturale e ricreativa. Ma
quanti rifiuti si lasciano dietro, una volta smontati palco e cucine?
La Provincia ha pensato di dare un contributo economico a quei
soggetti (associazioni, cooperative, fondazioni, ecc.) che,
promuovendo un'iniziativa all'aperto, decidono di diminuire il peso
della propria impronta ecologica, incentivando l'utilizzo di stoviglie
in mater-bi, promuovendo la raccolta differenziata e il recupero degli
avanzi alimentari, sviluppando campagne di sensibilizzazione rivolte
ai partecipanti dei vari eventi e serate, il tutto con costi bassi e
risultati enormi!

Il Comune di Castellarano ha attivato un progetto per l'installazione,
da parte dei privati, di pannelli solari per il riscaldamento
dell'acqua. Il cittadino non deve far altro che rivolgersi all'ufficio
ambiente del Comune, dove troverà un albo degli installatori
convenzinati con l'amministrazione, i modelli della ditta che ha
firmato un accordo pluriennale a prezzi convenzionati con l'ente
locale, e le indicazioni per accedere a finanizamenti agevolati da
parte dell'istituo di credito coinvolto dal comune nel progetto.
Insomma, in un colpo solo sono stati risolti gran parte dei problemi
che oggi un singolo cittadino è costretto ad affrontare per soddisfare
la giusta esigenza di consumare meno e possibilmente meglio: il Comune
garantisce in quanto ad affidabilità della ditta fornitrice dei
pannelli solari, promuove ogni anno corsi di formazione per idraulici
e artigiani locali, incentiva l'acquisto attraverso lo sconto
riconosciuto dalla ditta per i residenti, favorisce forme di
finanizamento agevolati per quei cittadini che non possono investire
troppe risorse subito. Strepitoso!

Infine ci sono progetti esemplari, che racchiudono in sé un'immensa
forza attrattiva: penso ai "Condomini sostenibili" della Provincia di
Ferrara o al "Cambieresti?" di Venezia e al "Vispo" di Piacenza.
In alcuni condomini di edilizia residenziale pubblica,
l'amministrazione provinciale di Ferrara ha pensato bene di
sperimentare sul campo l'introduzione di nuovi stili di vita,
attivando un progetto semplice e al tempo stesso rivoluzionario:
attraverso incontri pubblici, corsi e laboratori manuali, consigli e
opuscoli informativi, visite e uscite di gruppo, sono state coinvolte
le famiglie residenti nei palazzi nello studio dello stile di vita e
delle sue ripercussioni sulla natura e sugli equilibri socio-economici
tra Nord e Sud del mondo. Nella fase successiva si sono illustrate le
possibili strade da percorrere per introdurre nella vita quotidiana
comportamenti sobri e sostenibili. Infine sono stati incentivati i
comportamenti più virtuosi con la distribuzione di piccole tecnologie
ecologiche di impatto immediato (riduttori di flusso per il risparmio
dell'acqua, detersivi alla spina, lampade a basso consumo energetico,
ecc.). Ma la cosa incredibile è che il progetto è stato monitorato
costantemente dal gruppo di lavoro, e tutti i passaggi sono stati
pubblicati e messi a disposizione per altre amministrazioni
interessate a replicare l'idea.
I Comuni Virtuosi
E in fondo è questo lo spirito che anima l'associazione dei Comuni
Virtuosi, fondata dai comuni di Monsano (AN), Colorno (PR), Melpignano
(LE) e Vezzano Ligure (SP), accessibile da chiunque al sito:
www.comunivirtuosi.org.

Scopo dell'associazione è proprio quello di diffondere su tutto il
territorio nazionale buone prassi amministrative orientate alla
sostenibilità ambientale, alla partecipazione dei cittadini e alla
cooperazione dal basso.
Alle difficoltà culturali accennate prima vanno infatti aggiunti altri
elementi che possono condizionare l'avvio della sperimentazione di un
buon progetto: molto spesso mancano le informazioni, se non nella
segnalazione di tre righe degli uffici stampa (il tal comune ha
avviato la tal iniziativa). Di fronte a questo, anche quando si ha la
fortuna di scorgere una qualche buona notizia dai mezzi di
informazione tradizionali, e ammesso che dall'altra parte vi sia un
amministratore sensibile al tema ed interessato ad approfondire la
cosa, il difficile sta proprio nel riuscire a raccogliere informazioni
e documentazione specifica di quel singolo progetto: praticamente
tutto il lavoro che un comune (una provincia, un assessorato
regionale) ha prodotto per l'attivazione e sperimentazione dell'idea:
delibere di consiglio e di giunta, capitolati d'appalto, regolamenti,
bandi, materiale informativo e pubblicitario. Soprattutto nei piccoli
enti locali, con poco personale e con molti problemi di ordinaria
amministrazione, poter contare sul lavoro già fatto e sperimentato con
successo da altri può significare molto per l'attivazione e la buone
riuscita del progetto stesso.

L'associazione mette a disposizione proprio questo, pubblicando sul
sito internet tutti i progetti (e gli allegati) di volta in volta
sperimentati dalle amministrazioni che ruotano intorno alla rete, e
garantendo un contatto diretto anche con gli amministratori e i
tecnici referenti per ogni singola iniziativa da replicare: dal
risparmio energetico agli acquisti verdi, dalla riduzione della
produzione dei rifiuti alla mobilità sostenibile, dai nuovi stili di
vita al consumo critico, sono ormai decine le esperienze concrete
messe in cantiere da altrettanti enti locali, a dimostrazione che
intervenire a favore dell'ambiente conviene sotto tutti i punti di
vista.
I Municipi della Decrescita Felice
Ora, una cosa che ho notato in questi ultimi anni in cui ho avuto il
piacere e il privilegio di entrare in contatto con tantissimi
amministratori virtuosi, è che molto spesso comuni all'avanguardia
rispetto a singole tematiche peccano poi per tutta un'altra serie di
questioni legate all'ambiente. Mi spiego: ci sono comuni che stanno
facendo cose egregie rispetto all'impronta ecologica degli edifici
comunali ma che non hanno inserito nulla nel regolamento edilizio
comuanale per una gestione più sostenibile del territorio che
amministrano! Manca cioè una strategia complessiva, un quadro di
insieme di riferimento. E questo è uno dei compiti più "politici" che
qui ci poniamo. Cercare cioè di delineare insieme, attraverso
convegni, pubblicazioni, iniziative culturali, l'identikit di un
Municipio della Decrescita Felice, nelle sue varie implicazioni e
competenze, in un percorso continuamente suscettibile di modificazioni
e passi in avanti, non avendo la presuzionzione di offrire pacchetti
full-optional o fantomatiche ricette del Comune Perfetto!

A questo proposito, non so se ci avete fatto caso, il computer
sottolinea la parola decrescita come fosse un errore, un elemento
estraneo, sconosciuto. Questo la dice lunga su quanta strada ci sia
ancora da fare concettualmente prima che la decrescita diventi il
paradigma con cui declinare la nostra quotidianità.

Ecco, se dovessi rispondere alla domanda "Cosa dovrebbe fare un
amministratore di un ente locale sensibile alla decrescita per mettere
in pratica buone prassi quotidiane?" proverei ad indicare un percorso
a tappe.

Il primo intervento da fare è quello di rendere efficiente da un punto
di vista energetico la "macchina comunale" (pubblica illuminazione,
immobili come scuole, musei, impianti sportivi, biblioteche, municipi,
ecc.). Attraverso il coinvolgimento delle ESCO (imprese che
sviluppano, finanziano e attuano progetti volti al miglioramento
dell'efficienza energetica e alla riduzione dei consumi) è possibile
risparmiare energia e denaro migliorando al tempo stesso le condizioni
ambientali.

Poi mi muoverei sul piano regolatore, cercando di promuovere una
gestione del territorio partecipata che miri a razionalizzare gli
spazi già occupati, introducendo per le nuove edificazioni criteri di
bio-edilizia, eliminando inutili e insostenibili speculazioni
edilizie, invertendo un'ormai consolidata tendenza all'occupazione di
suolo e alla cementificazione selvaggia. In questo senso, lavorare ad
una seria politica energetica comunale che, partendo dall'abbattimento
degli sprechi arrivi all'autosostentamento energetico, permette di
"liberare" risorse economiche in grado di sottrarre gli enti locali
all'odioso ricatto in atto da qualche anno e a cui anche gli
amministratori più sensibili faticano ad opporsi: meno finanziamenti
dallo Stato, obbligo di svendita di lotti di terreno per mantenere
attivi i servizi alla persona.

Il terzo passaggio è quello relativo all'introduzione degli acquisti
verdi (Gpp, Green Public Procurment, si intende l'introduzione di
criteri ambientali nelle politiche di acquisto di beni e servizi da
parte dell'ente pubblico caratterizzati da una minore pericolosità per
la salute umana e l'ambiente) nella pubblica amministrazione, cioè
come gli enti locali possano introdurre dei requisiti ecologici nelle
forniture dei beni e dei servizi al momento dell'acquisto. E' un
passaggio indispensabile, per una pubblica amministrazione che non si
limiti a predicare bene ma intenda realmente modificare i propri
comportamenti tenendo conto delle implicazioni ambientali e sociali
riducendo la propria "impronta ecologica" attraverso l'acquisto di
arredi, lampade, computer, fotocopiatrici, tessuti per divise, mezzi
di trasporto, materiali da costruzione, carta, ecc.

Il passaggio successivo riguarda la gestione dei rifiuti, con
l'introduzione del sistema porta a porta per spingere la raccolta
differenziata oltre il 70% con l'eliminazione dei cassonetti stradali
e il passaggio da tassa a tariffa con forme di riconoscimento e premio
per i cittadini più virtuosi. Parallelamente al sistema di raccolta,
smaltimento e riciclaggio dei rifiuti è però necessario intervenire
affinché la produzione di rifiuti pro-capite di un territorio
diminuisca di anno in anno, al contrario di quanto accade mediamente
oggi in gran parte dei comuni italiani. Una seria politica dei rifiuti
passa attraverso percorsi concreti di autoproduzione, riutilizzo e
riuso, secondo esperienze consolidate che dimostrano l'efficacia di
certe scelte.

L'altro grosso capitolo riguarda la mobilità di un territorio,
strettamente connesso alla gestione dello stesso per quanto concerne
l'ubicazione dei servizi e delle strutture pubbliche, la gestione e
distrubuzione delle merci, l'esistenza di un trasporto pubblico
efficiente affiancato a nuove progettualità in corso di realizzazione
in varie parti d'Italia: dal car-sharing agli autobus a chiamata, dal
taxi collettivo al potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali,
dall'introduzione del mobility manager al coordinamento degli orari di
ingresso e di uscita da e per il posto di lavoro, dall'istituzione di
percorsi casa-scuola a piedi ai parcheggi scambiatori, ecc.

Fatti questi passaggi, risulta fondamentale incentivare i cittadini
all'introduzione di nuovi stili di vita che consentano il risparmio di
risorse, di energia, la riduzione dei rifiuti e degli inquinamenti,
consentendo contemporaneamente anche un risparmio economico ed un
miglioramento della qualità della vita.

Impronta ecologica della "macchina comunale", gestione del territorio
responsabile, introduzione di nuovi stili di vita nella comunità.
Penso siano questi i punti irrinunciabili di un ipotetico programma
per un amministratore che in campagna elettorale si dichiari vicino
alla descrescita. Purché tutti questi progetti non diventino una scusa
dietro cui nascondere politiche energivore. Mi spiego: la raccolta
differenziata ha un senso solo se alla fine dell'anno sono riuscito a
convincere i cittadini a produrre meno rifiuti; i pannelli solari
servono se prima ho reso efficiente da un punto di vista energetico
l'edificio sul cui tetto ho deciso di installare il pannello; la carta
riciclata negli uffici è ottima ma non ha alcun senso se poi non si
usa il fronte retro e si sprecano una montagna di fogli per niente; il
nuovo quartiere impostato secondo i criteri della bioedilizia sta in
piedi se prima ho verificato la necessità di costruirlo, il quartiere.

Centinaia di amministratori locali stanno, di fatto, costruendo quelli
che potremmo chiamare, con un po' di fantasia, i Municipi della
Decrescita Felice.

Esperienze sul campo, fatte insieme alle famiglie, tra la gente. Un
modo concreto per incentivare i cittadini all'adozione di nuovi stili
di vita, improntati alla sobrietà e alla decrescita, capaci di
trasformare la sensibilità antispreco del singolo da sensazione di
inadeguatezza a occasione di impegno.