.: Discussione: Nomadi a Milano: che fare?

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Alessandro Rizzo

:Info Messaggio:
Punteggio: 5
Num.Votanti: 1
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Alessandro Rizzo il 13 Lug 2007 - 15:25
accedi per inviare commenti
Esiste già, e se ne sta dibattendo da diversi mesi, un progetto di proposta di legge, di iniziativa parlamentare, due sono le deputate proponenti, l'onorevole Frias e l'onorevole Mascia, che riguarda l'attuazione in Italia, come avviene in Francia da vari anni, di un sistema legislativo e ordinamentale di tutela e di garanzia del rispetto e della promozione dei diritti delle minoranze linguistiche, etniche, con particolare riferimento alle comunità nomadi, Rom e Sinti. Penso che possa essere, questo, un ottimo presupposto da cui partire per analizzare, compiutamente, un sistema europeo, dato che la questione è di natura comunitaria, che possa recepire queste particolari comunità come parti integranti di un percorso plurale e comprensivo di cittadinanza. Non penso, però, a mio avviso come consigliere, ma anche come cittadino di una grande citta "europea", che il "patto sulla legalità" possa essere un presupposto da cui partire, estendendolo, come espresso da Frattini a livello comunitario. Spiego il perchè:
1. il provvedimento del Comune rientra in un'ottica emergenziale, pertanto soffre di indicazioni e di interventi che non sono interni a un percorso continuativo e costante di dialogo, confronto e interazione con le comunità nomadi;
2. è un provvedimento che ha più natura di "ordinanza" che di delibera, oppure di atto politico amministrativo, scadendo in molte sue parti in una sorta di sbilanciamento rispetto all'assicurazione della sicurezza e non alla promozione di un processo di integrazione condiviso, come sarebbe opportuno fosse;
3. ha un respiro particolarmente contestuale e direi contestualizzato rispetto alla dimensione cittadina e locale, mancando dei presupposti generali e universali che solo una politica europea per l'integrazione può determinare;
4. come presupposti legislativi di riferimento dovrebbero essere le norme vigenti o in via di discussione, come quella proposta dalle deputate Frias e Mascia, che ritengo essere ben formulata e fortemente completa, alimentate da una prospettiva di estensione del diritto di cittadinanza in tutte le sue parti e componenti, unico diritto che, se esteso, può essere realmente elemento di deterrenza rispetto a fenomeni di illegalità, che spesso, certamente, si manifestano nelle comunità, ma che sono conseguenziali a uno stato di abbandono, di totale emarginazione e di assoluto isolamento (il Patto per la legalità non fa altro che alterare questo stato poco propedeutico per un'integrazione sociale condivisa e responsabile, cosciente, in quanto declina dall'alto regole e norme non concepite come frutto e conseguenza di un lungo percorso storico e sociale di interazione e di confronto).

Vi lascio alla lettura della proposta, utile per iniziare a condurre un iter differente da quello fin qui tenuto, ossia di totale assenza di dialogo istituzionale che sappia valorizzare una comunità, che è soggetto vivo sociale nella nostra complessa comunità interetnica, sempre più multiculturale, offrendole i canali per una propria responsabilizzazione e per un proprio protagonismo civico.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano




Proposta legge su tutela minoranze rom e sinti

Proposta di legge
D’iniziativa
Frias, Mascia,
Estensione delle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482,  alle minoranze rom e sinti
Relazione

Onorevoli colleghi! La legge 15 dicembre 1999, n. 482, definisce il quadro generale per l'attuazione dell'articolo 6 della Costituzione, affidando alle regioni e ai comuni precisi compiti di programmazione e di intervento in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche.
La presente proposta di legge individua le modificazioni alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, necessarie ad estendere alle minoranze rom e sinti la tutela assicurata dalla legge medesima alle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e a quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
Durante l’iter parlamentare il riferimento alle minoranze sinti e rom fu stralciato dal provvedimento, nonostante più di una proposta di legge abbinata ne tenesse giustamente conto. La grave omissione da parte del legislatore fu denunciata all’indomani dell’approvazione della legge 482/1999 da quella parte della cosiddetta “società civile” sensibile alle problematiche relative a tali minoranze. Oggi come allora la considerazione che lo “stralcio” fosse coerente con le norme tipiche della legge, risulta infatti insufficiente. Quel pregiudizio culturale, che storicamente e socialmente accompagna l’idea dei rom e dei sinti, sembrò infatti prevalere su un approccio più moderno e coerente ad una, seppur complessa, realtà sociale. La conseguenza di questa decisione fu quella di rinviare ad una legislazione ad hoc (peraltro mai varata)  le realtà rom e sinti respingendo in una sorta di “ghetto culturale”, prima ancora che “legislativo”, un mondo ricco di esperienze e fermenti propri.      
Attualmente i rom e i sinti che vivono in Italia sono circa 110 mila la maggioranza dei quali sono sinti. Si tratta comunque della percentuale di presenza più bassa in Europa. L’avvento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione hanno determinato il venir meno delle attività artigianali  attraverso le quali i nomadi si garantivano un’autonomia economica e, conseguentemente, una collocazione sociale che, seppur non avulsa da pregiudizi e discriminazioni, assicurava loro un relativo livello di accettazione da parte della popolazione autoctona. La radicale trasformazione dell’economia  ha dunque portato alla loro totale  marginalizzazione riducendo la cultura rom e sinti a problema sociale. Il rifiuto del diverso, diffusosi negli ultimi anni anche in seguito all’aumento dei  fenomeni migratori, ha accentuato il clima di generale pregiudizio nei confronti di queste minoranze. Le resistenze diffuse a tutti i livelli, anche per l’ignoranza relativa alla storia e alla cultura di questi popoli, hanno permeato il dibattito politico inducendo le istituzioni a dare risposte inadeguate, come ad esempio, è avvenuto con la creazione dei “campi nomadi”. Si tratta di moderni ghetti collocati vicino a periferie già povere e a rischio o vicino a zone industriali semiabbandonate. Tale marginalizzazione si sovrappone alla povertà e al disagio delle stesse periferie incancrenendo problemi esistenti e creando in molti casi situazioni di “emergenza sociale”.  
Con questa proposta di legge si intende pertanto riportare l’attenzione sulle minoranze sinti e rom in quanto portatrici di una cultura propria e superare le logiche segreganti e assistenziali che hanno condizionato le politiche degli ultimi anni. Il primo passo, a parere delle proponenti, è il riconoscimento dello status di minoranze (negato nel 1999) al fine di costruire percorsi di riconoscimento reale delle diverse espressioni culturali presenti in Italia. E tali percorsi devono inevitabilmente passare per la valorizzazione della lingua e della cultura proprie dei popoli sinti e rom. 
Il riconoscimento di questi popoli coadiuverà la promozione di quei  processi di inserimento sociale e formativi in ambito locale e nazionale, attivando peraltro una sempre più stretta collaborazione tra gli Enti locali e l’associazionismo che opera nel settore.  
E’ significativo dunque che la presente proposta di legge novelli la legge 15 dicembre 1999, n. 482. Si ritiene infatti che sia proprio a partire da questo riconoscimento che debba prendere avvio un nuovo percorso teso a ricercare soluzioni legislative riguardanti le minoranze rom e sinti nell’ambito dei temi di volta in volta all’esame del Parlamento o delle assemblee regionali. Esattamente come oggi avviene per le altre minoranze che vivono sul territorio nazionale. 
Oltre ad inserire i rom e i sinti  nell’elenco delle minoranze linguistiche a cui la normativa vigente si rivolge, un comma aggiuntivo all’articolo 1 stabilisce che la Repubblica promuove lo sviluppo delle lingue e delle culture diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge. Tale norma di principio si rende necessaria in considerazione della diffusione a macchia di leopardo delle comunità rom e sinti sul territorio nazionale.
Articolo 1
1.     Alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, sono apportate le seguenti modificazioni:
a)    All’articolo 1 dopo il comma 2 aggiungere il  seguente:
“2 –bis. La Repubblica promuove altresì lo sviluppo delle lingue e delle culture di cui all’articolo 2 diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge”
b)      Al comma 1 dell’articolo 2 dopo le parole “serbe e croate” aggiungere le seguenti “rom e sinti”;

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 29 Giu 2007 - 08:12
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]