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Pierfilippo Pozzi

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Inserito da Pierfilippo Pozzi il 19 Maggio 2007 - 06:52
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Grazie, Enrico Vigo: l'invito a cercare di conoscere l'argomento di cui si parla è sempre prezioso. Leggendo l'articolo mi rimane l'impressione di aver a che fare con un popolo eterogeneo, difficile da capire e dalla storia tormentata. Quel che mi colpisce è che, al di là della propensione ad essere marginali rispetto alla società per bene (marginali rispetto ai lavori promossi come socialmente qualificanti, rispetto alla lingua, alla scuola, e spesso ai margini della legalità), queste poche notizie mi fanno rendere conto che sui ROM siamo del tutto ignoranti.

Il loro profilo sembra perfetto per costruire un "capro espiatorio" da manuale, quei capi espiatori sui quali le società umane, quando scricchiolano ed entrano in crisi, si accaniscono convinti di risolvere i propri problemi. Lo hanno quasi sempre fatto le società primitive, lo ha fatto Caifa per salvaguardare l'establishment in crisi, lo hanno fatto i tebani addossando ad Edipo la colpa di essere l'origine della peste...  e gli esempi moderni sono fin troppo noti e atroci.

Rubano i nostri bambini, stuprano le nostre donne, fanno strani riti... Pensate che queste sono le stesse parole che venivano dette dei tedeschi al popolo francese per prepararlo alla Grande Guerra. 

Allora penso che dobbiamo trovare il modo di dialogare con loro, di chiedergli di accettare le regole, di costringerli alla legalità, ma anche, e soprattutto, dobbiamo trovare il modo di non partecipare al 'sacrificio umano' che illude di risolvere alla radice la crisi di una società. Voglio pensare che il progresso umano si misuri più sulla capacità di comprendere e rifiutare i meccanismi che accendono la violenza e l'odio che non sulla capacità di costruire nuovi modelli di automobili.

Scusate i toni un po' epici ed altisonanti, ma siamo di fronte alla storia di un popolo, mica bruscolini.

Pierfilippo Pozzi 

In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 18 Maggio 2007 - 21:25
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