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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 31 Gen 2011 - 12:28
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

L’integrazione di un ragazzo rom passa anche attraverso la scuola

Gentile signora Fedrigotti, mi ero ripromessa di non disturbarla più, ma non posso proprio mantenere l'impegno, perché quel ragazzino, Marius, quindicenne rom analfabeta che avevo citato nelle mie passate lettere insieme alla sorellina Alexandra e alla mamma Vassilica, da allora è diventato un nostro studente, mio e di altri quattro insegnanti, che nel pomeriggio gli assicurano due ore di lezione per insegnargli a scrivere, a contare e a parlare la nostra lingua. Un altro legame speciale, dopo quelli nati in viale Ortles, che ci ha portato a conoscere meglio la realtà delle famiglie rom presenti in città, a capire come si possa riuscire a vivere tra uno sgombero e l'altro, provvedendo ai figli, proteggendoli dal freddo, dalla pioggia, dalla neve, consentendo loro di frequentare comunque la scuola, considerata sempre più un valore, capace di aprire uno spiraglio sul futuro. Ora Marius scrive con sempre maggiore sicurezza in stampatello (anche se a lui piace il corsivo, più elegante), e legge con difficoltà. Un traguardo enorme per lui, ma ancora insufficiente per consentirgli, una volta raggiunta l'età, la frequenza di un corso professionale. Il nostro lavoro non è finito. Marius racconta storie bellissime sulla sua cavalla Dana, che ha lasciato in Romania, che lui cavalcava senza sella; sul cane Pacionel che vive con loro e che è rispettato come un componente della famiglia; sul nonno che sa suonare la fisarmonica e la pianola, discendente di una stirpe di musicisti, e che sa raccontare storie incredibili ai nipoti riuniti ad ascoltarlo. Gli insegnanti di Marius ascoltano i suoi racconti e lo aiutano a riportarli sulla pagina, a tradurli in lettere che diventano frasi e di nuovo brevi racconti scritti. A quest'esperienza quotidiana, fatta di studio, di passaggi in macchina, di merende e di gesti solidali, si oppone però l'esperienza brutale degli sgomberi: il penultimo il 19 novembre, l'ultimo venerdì 21 gennaio, dopo un sopralluogo dei vigili nella settimana precedente che aveva fatto sperare in una maggiore apertura sul problema. E ogni volta, si ricomincia daccapo, dalla strada, dopo l'illusione di uno spazio coperto e sicuro, e diventa sempre più difficile credere che basti rispettare le regole per aver garantiti dei diritti.

Laura Terni


Penso ai racconti di Marius, a quelli di suo nonno e della vita di prima, tutto o quasi tutto finito disciolto nel fango di un provvisorio e orribile accampamento nella periferia milanese. Posso solo augurarmi che il generosissimo impegno vostro e di tanti milanesi profondamente per bene compensino almeno in piccola parte tutto quello che Marius e altri come lui hanno perduto nell'emigrazione.

 

Isabella Bossi Fedrigotti
29 gennaio 2011(ultima modifica: 31 gennaio 2011)
In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 30 Dic 2006 - 10:59
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