.: Discussione: Nomadi a Milano: che fare?

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Enrico Vigo

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Inserito da Enrico Vigo il 5 Feb 2007 - 21:48
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La Sig.ra Facchin, con le sue belle e democratiche enuncazioni si RIFIUTA di rispondere ai miei quesiti e di prendere atto della realtà, spostando il piano della discussione su livelli diversi, ben lontani dalla realtà.

Come vivono i nomadi oggi?
Quale è il prezzo dei loro diritti per la nostra società?
Chi paga?
Chi garantisce?
Come garantisce?
Quale è il modello di integrazione a cui fare riferimento?
Ma l'integrazione è un processo condiviso dai nomadi?

Di risposte che enunciano massimi sistemi qui in questo forum ho fatto indigestione, una abbuffata di perbenismo di sinistra d'altri tempi, sento sbuffi d'aria maleodorante in ogni angolo, passiamo ora, per decenza, in punta di piedi, per non far svanire la bolla di sapone, dalla propaganda pelosa ed ideologica al concreto?

Diamo un valore ai conti economici che poi sono la "democrazia sostanziale"?

Quanto costa il welfare necessario a garantire i diritti (così come espressi) ai nomadi?

E se le risorse, che non sono infinite, riducono o calmerano il welfare per altre classi di cittadini, quale è il medodo di scelta sul che fare e chi penalizzare?

Prego il grande e stimato Dario Fo & i suoi Compagni di dare una risposta, possibilmente non in "gramelot-padano" con battute ad effetto, ma in italiano capibile e condivisibile, per gente semplice come me, mediterranea, (dove uno più uno fa ancora due anche dopo 10 grappe), in un contesto dove sappiamo chi è che paga sempre alla fine di tutto e nonostante tutto sono le classi meno abbienti.

Gradirei che fosse commentato e non snobbato il mio messaggio di partenza, con argomentazioni sostenibili e non con con il fuoco sacro dell'Inquisizione, quello di una sinistra piccolo-medio borghese distratta e partigiana, abituata a vendere le verità aristoteliche di cui si nutre senza confontarsi mai, sorretta da teorie dogmatiche, modelli teorici roboanti a schema fisso, a senso unico, già discutibili 30 anni fa che oggi fanno rabbrividire.

Oggi la classe operaia (con le frotte dei precari e dei sociamente instabili) continua a vivere all'inferno, il paradiso è sempre più lontano e irragiungibile; perchè c'è chi vorrebbe allontanarlo ancora di più con accanimento "etico" con una iniqua distribuzione delle risorse dove c'è chi ha diritti a prescindere e a strafottere?

Enrico Vigo
In risposta al messaggio di Camillo Ferraris inserito il 5 Feb 2007 - 17:44
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