.: Discussione: Nomadi a Milano: che fare?

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Cittadino Anonimizzato a posteriori

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Inserito da Cittadino Anonimizzato a posteriori il 18 Set 2009 - 05:14
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Da una vecchia antologia per le scuole medie  , " Linguaggio e realtà " , riporto il seguente testo :

Roberto Leydi

" Chi sono gli zingari ? "

" Gli zingari : li incontriamo ogni tanto accampati alla periferia della città ; ci fermano per strada , le loro donne e i loro bambini , per chiederci l ' elemosina e la mano ; leggiamo di loro sui giornali , come primi sospetti  , quando accade un delitto , là dove sono soliti vagare . Anche se civilmente vogliamo guardare a questi uomini diversi da noi con occhi sereni e come ad eguali  , non possiamo , di solito , sottrarci al peso di tanti pregiudizi accumulati dentro di noi , da secoli . Li vediamo stregoni e ladri , rapitori di bambini e imbroglioni , truffatori e violenti . Questo è quanto sappiamo , o crediamo di sapere , degli zingari .
Attraverso l ' Europa siamo andati a cercare gli zingari e li abbiamo incontrati anche fuori dall ' Europa , nell ' Africa del nord e nell ' Asia centrale . Abbiamo cercato di capirli , interrogandoli e guardandoli vivere . I libri ci hanno poco aiutato in questo viaggio attraverso l ' ultimo popolo nomade del nostro continente perchè la cultura degli zingari è ancora in gran parte segreta ed è frammentata . I vari gruppi sono assai diversi fra loro , ma pure , ovunque , sono riconoscibili . Abbiamo parlato con i gadji ( nel linguaggio degli zingari la parola indica " gli altri " , cioè i non zingari )   , con la gente comune e le autorità . Poche volte abbiamo sentito parole di comprensione e di solidarietà . Con loro , gli zingari , abbiamo passato alcune ore molto belle , superata la prima diffidenza , la prima giustificata paura che l  ' apparizione di un non zingaro suscita in loro . Sopratutto là dove gli zingari sono molti e assieme , per un pellegrinaggio , una festa , un raduno , o nelle loro città balcaniche li abbiamo trovati sicuri e aperti , disposti a parlare , a raccontare la loro vita . E abbiamo imparato , oltre che qualcosa sulla loro cultura e il loro modo di vita , anche che cosa significa venire perennemente sospettati , cacciati , respinti , espulsi . Che cosa significa vivere ai margini della nostra civiltà . A tutti abbiamo chiesto : - Vorreste , potendolo , cambiare vita ? - E la grande maggioranza ci ha risposto : - Vorremo vivere meglio . Più sicuri e più rispettati . Ma come zingari .
Chi sono , dunque , gli zingari ? Da dove vengono ? Quanti sono ? Non è possibile contarli perchè in buona parte sono nomadi e anche là dove sono stabili o semistabili è difficile realizzare un censimento . Qualcuno ha calcolato che siano attualmente 2 milioni e qualcuno parla di 3 . Li troviamo in tutta Europa e in Asia fino alle frontiere della Cina . Li troviamo in Africa fino al Congo e nelle 2 Americhe . Dietro il loro vagabondare hanno lasciato una scia di leggende e di paure , di pregiudizi e di ansie misteriose .
E ' quasi certo  , ormai , che la loro patria d'  origine sia la valle dell ' Indo , tra l ' India e il Pakistan . Le lingue che parlano , più o meno simili tra loro ma tutte riconducibili a un ceppo comune , sono assai vicine ai dialetti neosanscriti ancor oggi vivi nell ' India nord-occidentale .
Noi li chiamiamo zingari , gitani , bohèmiens , gypsies e loro si dicono " rom " , che significa , in sanscrito , " uomo " .
In Europa apparvero ( ultimo scaglione di successivi movimenti migratori di popoli orientali verso l ' Europa ) attorno all ' anno 1000 , passando per Bisanzio . Nel xiv secolo sono segnalati a Creta e in Grecia , a Corfù e in varie zone dei Balcani . All ' inizio del xv secolo eccoli in Transilvania , in Moldova e sulle rive dell ' Elba . Poi le segnalazioni della comparsa di questi strani nomadi si infittiscono . Nel 1419 sono segnalati nel sud della Francia , nel 1421 a Bologna , nel 1427 a Parigi , nel 1430 in Inghilterra , nel 1447 a Barcellona , nel 1505 in Scozia , nel 1509 in Polonia , nel 1515 in Svezia . la gente , vedendoli , crede di riconoscere in loro i tartari , i saraceni , gli egiziani , i discendenti maledetti di Caino . A chi li interroga rispondono con storie fantastiche , in parte perchè neppure essi sanno bene da dove vengano e per difendersi .
In Europa si insediano in varie zone con maggiore densità e in alcuni luoghi diventano sedentari , o quasi . Nasce così , per esempio , la grande comunità di Skopje , in Macedonia , che conta oggi 22.000 abitanti . E nascono le altre comunità balcaniche e danubiane  , la dove agli zingari , in ragione della situazione economica , è più facile vivere esercitando i loro mestieri .
Fabbri , orefici , calderai , addestratori d ' animali , cestai , lavoratori del cuoio  , musicanti , gli zingari sono ogni giorno più respinti ai margini della società tecnologicamente avanzata che non sa che farsene delle loro abilità tradizionali e antiche . In alcuni luoghi hanno cercato di mettere a profitto le loro vecchie professioni diventando idraulici e meccanici , ma le difficoltà che incontrano per inserirsi nell ' officina moderna ( o anche soltanto nella bottega artigiana ) sono tali da rendere molto esiguo il numero di quelli che riescono a trovare un ' occupazione sicura . In tal modo sono sempre più costretti , per sopravvivere , a operare nello spazio pericoloso degli espedienti  ,e , talora , dell ' illegalità .
E ' l  'immagine più consueta , ai nostri occhi , della zingara . La zingara che ci ferma , insistente , lungo la strada , ci prende la mano , la interroga e poi ci sussurra , in modo incomprensibile , i segreti del nostro futuro .
Nella vita degli zingari le arti della divinazione hanno una parte importante e sono riservate alle donne , e a loro soltanto . Mi ha detto una vecchia zingara croata : - E ' un dono che hanno soltanto le donne . Gli uomini non sono capaci di prevedere il destino . Non hanno la mano , per sentire la mano . - Ecco : la mano per sentire la mano . Ciò che distingue la chiromanzia delle zingare da quella più corrente in Occidente è il fatto che mentre quest ' ultima assegna un ' importanza rivelatrice alla " lettura " delle cosidette linee ( tanto  che comunemente si dice " leggere la mano " , il che implica una funzione preminente all ' osservazione del palmo ) , quella delle zingare è quasi interamente fondata sull ' esplorazione tattile della mano , con particolare riguardo alle dita . Per " scoprire " il futuro , la zingara deve stringere la mano di chi s ' affida a lei  , toccarla  , sfiorarla , " sentirla " fisicamente .
E ' del tutto eccezionale che gli zingari esercitino tra loro le arti divinatorie . Sono riservate ai " gadji " , agli " altri " , ai non zingari . E ciò non perchè non credano ai poteri divinatori , che ci offrono , ma perchè li temono . Mi ha detto una zingara : - Non è un imbroglio per voi . Ci crediamo anche noi . Ma abbiamo paura .

da " L ' europeo " , 28 gennaio 1971
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 31 Ago 2009 - 10:01
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