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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Martedì, 26 Dicembre, 2006 - 10:47

notizie del 2001


Uranio, dall'Italia le carte per l'inchiesta dell'Aja
Esposto 'girato' a Carla Del Ponte dal pm militare Intelisano

 - Se verrà dimostrato che i proiettili all'uranio impoverito sono responsabili delle leucemie che hanno colpito alcuni soldati, il Tribunale internazionale dell'Aja potrebbe aprire un'inchiesta per «crimine di guerra». L'ha detto il procuratore generale del Tribunale penale internazionale, Carla Del Ponte: «Abbiamo competenza per quanto riguarda l'uranio impoverito se ci sono i presupposti per sospettare che possa aver causato queste leucemie». La Del Ponte ha aggiunto: «Aspettiamo i risultati delle numerose inchieste».
E le carte che potrebbero dare una svolta all'inchiesta provengono dall'Italia. Nei mesi scorsi, la procura militare di Roma ha vagliato la denuncia di un comitato di giuristi in cui si ipotizzano, per l'uso dei proiettili all'uranio impoverito nei Balcani, crimini di guerra. Un esposto che il pm Antonino Intelisano avrebbe girato per competenza alla procura presso il tribunale dell'Aja.
Di sicuro, tra gli accusatori c'è Joachim Lau, avvocato tedesco residente in Toscana, rappresentante in Italia della Ialana, l'Associazione internazionale degli avvocati contro le armi nucleari. Sul tavolo di Intelisano l'avvocato, fin da tempi non sospetti, ha rovesciato una copiosa documentazione sui presunti danni collaterali provocati dai proiettili all'uranio impoverito durante la guerra in Kossovo.
Negli atti si parla di «violazione di norme nazionali e internazionali» e viene chiesto di «procedere per crimini di guerra». Il rappresentante della Ialana, sottolineati gli effetti tossici e radioattivi dell'uranio polverizzato, allega una documentazione per dimostrare che «questi danni sull'organismo sono a conoscenza dei militari della Nato da decenni».
L'uranio diffuso nel tempo provoca inoltre danni all'ambiente. E, secondo l'esponente della Ialana, «circa l'80% dei raid sono partiti dal territorio italiano. Esiste, quindi sostiene una diretta e indiretta corresponsabilità penale di varie persone ignote in posizione decisionale all'interno dell'amministrazione militare nazionale e degli altri Stati della Nato su tutti i livelli».
Non solo. «Quando i soldati inalano o ingeriscono polvere di uranio, incorrono in un potenziale incremento del rischio di cancro»: così si legge in un documento della Direzione Sanità dell'Esercito Usa del 16 agosto '93 e reso noto, separatamente, dalla Ialana e dall'Anavaf. Secondo Falco Accame, presidente Anavaf, «esiste dunque una doppia verità per gli Usa, per chi è interno all'apparato e chi è fuori dell'apparato».
Intanto il presidente jugoslavo Vojislav Kostunica da parte sua, ha detto in un'intervista che «i bombardamenti della Nato sulla Jugoslavia, nei quali sono stati utilizzati proiettili all''uranio impoverito, erano criminali». Per Kostunica, la tesi secondo cui l'uranio impoverito non è nocivo «è una sciocchezza e dimostra una decadenza morale avanzata».

ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI GIURISTI
CONTRO LE ARMI NUCLEARI
MEMBRO: INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LAWYERS AGAINST NUCLEAR ARMS
LETTERA APERTA

portavoce:
Prof. G. Nebbia
Roma
Dr. J. Lau
Firenze
contatto:
c/o
stud. legale Lau
I- 50122 Firenze
Via delle Farine 2
Tel.055-2398546
Fax.0575-592243
e-mail:lau@elledi.it
http://www.ddh.nl/org/ialana
consulenti:
Avv. Romeo Ferruci
Avv. F. Trippanera
Dott.G Nifosi
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Pordenone
Spett. Dott Roberto Labozzetta !
Il sottoscritto Dr. Joachim Lau in funzione di membro del consiglio della IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms) - e con studio a Firenze Via delle Farine 2 mette alla Sua spettabile attenzione le seguenti considerazioni, per rivedere la sua decisione di archiviare le indagini sulla leicità della presenza di armi nucleari nel sottosuolo italiano, di questa primavera.
  • attualmente nella base militare di AVIANO (PORDENONE) si trovano almeno 18 armi nucleari come si è appreso dalle notizie dei giornali pubblicate recentemente; il Ministro della difesa italiano, in una recente interpellanza parlamentare ha dichiarato di aver conoscenza della sussistenza del fatto e che non si puo' per motivi di segretezza militare , rendere pubblici ulteriori dettagli.
  • questi fatti potrebbero essere penalmente rilevanti sotto il profilo degli Art. 697 – 678 – 679 – 244 - 241 – 110 – 112 c.p.
  1. La Repubblica italiana è vincolata al trattato di non proliferazione del 1 luglio 1968 nel quale si impegna a non fungere da recipiente di armamenti nucleari (Articoli 1 e 2 dell'N.P.T.). Il deposito della NATO appartiene al territorio nazionale e ricade pianamente nella giurisdizione italiana anche in base alle convenzioni internazionali (Vedi Statuto delle truppe NATO). Sotto il profilo dei c.d. Accordi Nucleari di Condivisione (Nuclear Sharing Arrangements) e degli accordi bilaterli tra l'Italia e gli Stati Uniti detti Dual Keys o "doppia chiave" ed in applicazione dell'Art. 1140 c.c. , la Repubblica Italiana e specificamente il suo attuale governo nonché’ i responsabili dell’esecutivo, detengono in contrasto con le convenzioni internazionali nonché con gli obblighi costituzionali, armi nucleari.
  1. Sembra altresì infranto l’Art. 678 e 679 c.p. perchè le autorità militari italiane e della NATO avevano depositato, trasportato e introdotto nello Stato materiale esplodente senza avere una relativa autorizzazione da parte dell’autorità competente ( EURATOM, AIEA). Alla base degli impegni nazionali ed internazionali, nessun governo italiano è autorizzato a tenere materiale nucleare non registrato presso le Comunità Europee o presso l’autorità di controllo di Vienna.
  2. Indipendentemente dalle notizie non confermate, che la NATO intende ritirare le armi nucleari dal territorio nazionale e dal fatto che in passato, durante la guerra fredda il concetto della sicurezza nazionale è stato valutato soltanto nell'ambito della deterrenza nucleare, occorre tornare ad una normalità pacifica tra gli Stati, nella quale nessuno puo' avere il diritto di minacciare l’altro. La presenza di armi nucleari sul territorio italiano contro un presunto nemico che ancora si identifica nella Russia, rappresenta una minaccia contraria all’articolo 2.4 della Carta ONU, come è stato inoltre affermato dalla Corte Internazionale di Giustizia nel sua "Advisory Opinion" o Opinione Consultiva dell' 8 luglio 1996. E’ altrettanto noto che il sistema di programmazione automatico per il lancio dei missili nucleari della Federazione Russa , mira a distruggere i depositi nucleari e missilistici della NATO. Esiste pertanto una certezza che anche il deposito ad Aviano in caso di un’attacco presunto o reale sia un bersaglio da colpire. Considerando la velocità dei vettori delle bombe nucleari ed il loro sistema di lancio automatico ne consegue che il territorio italiano è permanentemente sottoposto ad un pericolo e ad una minaccia nucleare come atto di ritorsione. Visto che il reato di cui all’art. 244 c.p (atti ostili verso uno stato estero che espongono lo stato italiano al pericolo di una guerra) non richiede un dolo specifico (Corte Cass. 17.0tt.1958 I.sez.) non si può escludere il sospetto che gli attuali e precedenti ministri della difesa ed altri responsabili abbiano infranto questa norma penale mettendo a disposizione di un' altro Stato le base italiane per il deposito di armi nucleari. Bisognerà inoltre, esaminare se il tacito o esplicito consenso di una pluralità di persone, ufficialmente ignote, le quali hanno accettato il deposito di armi nucleari in Italia, abbiano sottoposto una parte del territorio dello Stato sotto la sovranità di uno Stato straniero (Art.241) e/o menomato l’indipendenza della Repubblica italiana, ed in ogni caso violato gli Articoli 1 e 2 del Trattato di Non Proliferazione.
La IALANA sarebbe lieta di conoscere la sua opinione ed eventuale decisione nel merito della procedura sopra menzionata.
Con i più cortesi saluti
Dr. Joachim Lau