.: Discussione: Milano ed i prossimi 20-30 anni molto duri per ritornare ad essere Europea

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Enrico Vigo

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Inserito da Enrico Vigo il 3 Dic 2006 - 10:50
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Ad essere realistici, almeno 10 anni per riprendere la corsa, altri 10 per arrivare alla pari, altri 10 per tentare il riaggancio dell’eccellenza. Milano ha ripreso a trasformarsi, la percezione dei cambiamenti non è omogenea tra i cittadini per intuibili ragioni.

Finalmente abbiamo un Sindaco, Letizia Moratti, che sta spingendo con compostezza ed energia per mettere a segno la partenza dei Metrò 4 e 5, ed un Governo, Prodi, che finalmente ascolta e concretizza; entrambi stanno ribaltando, con un preciso impegno etico, un lungo periodo di confusioni, illusioni mediatiche e ubriacature che hanno spazzato via Milano dall’Europa, tra qualche lampo di luce (Fiera e depuratori acque) e troppe tragiche ombre.

Siamo ai primi timidi passi nella direzione gusta, ma siamo di fronte ad una rivoluzione copernicana, ci stiamo traghettando silenziosamente da chiacchere e finzione a concretezza di stampo schiettamente milanese, aria nuova in arrivo, ma quel che conta, ritorniamo a maneggiare positività e a guardare il futuro con meno incubi e più speranza di farcela davvero. Ci voleva evidentemente una “Donna” per darci questa speranza.
METRO’, il problema principe di Milano oggi:
Tuttavia, non per spegnere gli entusiasmi, è bene sottolineare in tema di mobilità, infrastrutture, qualità dell’aria e vivibilità, che se tutte le linee del Metrò, sia i prolungamenti che le nuove tratte 4, 5, 6, 7,  fossero già attivate, i problemi di Milano graverebbero ancora largamente irrisolti. Ben vengano le nuove tratte di Metrò, questa è l’infrastruttura in assoluto più importante. Ora resta l’obiettivo di cominciare prima possibile con l’apertura dei cantieri.
NUOVA CONDUZIONE DEI CANTIERI
Innanzitutto bisogna cambiare metodo di lavoro nei cantieri, cominciare a pensare ai tre turni giornalieri incluso il sabato e domenica, senza sosta fino al compimento delle opere, perché abbiamo davanti 5-7 anni di lavori prima di vedere concretizzarsi novità di rilievo, un periodo troppo lungo per la nostra salute, per la vivibilità di Milano.
OPERE INFRASTRUTTURALI URBANE
Poi vanno individuate tutte quelle opere infrastrutturali attese da molti anni, come l’anello della circonvallazione protetta del filobus 90/91, che per essere efficaci vanno completate prima possibile, insieme a quegli accorgimenti di viabilità spicciola che riempiono i cassetti polverosi dei Consigli di Zona come il collegamento Milano –Buccinasco (Via Faenza –Via Chidi) e tantissimi altri a seguire, basta fare un censimento dei nutriti “cahier des doleances” in attesa di essere presi in considerazione finalmente.
PEDONALIZZAZIONI
Le pedonalizzazioni in centro si sono improvvisamente fermate, anche se stanno riscuotendo uno strepitoso successo da parte di tutti i milanesi indistintamente, oggi i commercianti sono tra i primi a volerle, mentre un tempo le osteggiavano, gli stranieri in visita alla città impazziscono di gioia nel passeggiare per le strade del centro, e Milano volta loro le spalle, non studia nulla di nuovo per allargae gli spazi a disposizione. Corso Buenos Aires, una strada invidiata da mezzo mondo, versa in condizioni pietose e nessuno ha il coraggio di affrontare il problema da troppi anni.
NUOVE ALBERATURE E PARCHI URBANI
I progetti di nuove alberature in Milano sono grandiosi, mai visti prima d’ora nella storia di Milano, si pensi al Metrobosco della Provincia, coadiuvata da Regione e Comune, ma siamo ancora all’esoterismo degli intenti, la zappa per fae la buca e mettere gli alberi nella terra non è stata ancora comprata. Eppure Milano non scoppia di salute, ha bisogno di riequilibrare l’ambiente, di aria pulita, di ombra nelle sempre più ricorrenti estati torride tropicali che in questi ultimi anni hanno peggiorato il clima della città. Dobbiamo passare dai progetti alle realizzazioni, mi conforta che sia una “Donna” tenace come l’Assessora Brambilla alla Provincia di Milano all’”Ambiente”, staremo a vedere se e quando questo capitolo riuscirà ad essere concretamente scritto.
LE TANGENZIALI DI MILANO
Ancora abbiamo l’anello tangenziale di Milano (Azionista la Provincia, ma anche in misura minore il Comune di Milano), studiato per volumi di traffico nettamente inferiori, con piste di accelerazione e decelerazione brevi e pericolose, con interconnessioni troppo brusche, ne soffre il traffico e la sicurezza. Piccoli efficaci ritocchi dell’infrastruttura, tesi a migliorare la fluidità in entrata ed in uscita e la sicurezza, insieme ad un upgrading che preveda nuovi svincoli nelle zone industriali e nuove corsie che consentano l’inversione di marcia,  stabili e strutturali, un valido sfogo in caso di errore o di emergenza traffico per non rimanere imbottigliati inutilmente per ore fermi a sprecare tempo e denaro prezioso per il sistema produttivo milanese. Il Presidente Penati ha accennato ad un simbolico pedaggio aggiuntivo per tutti gli automobilisti in transito, ma come si fa a chiedere più soldi senza dare assolutamente nulla agli utenti?
ACCESSIBILITA’ a MALPENSA e FIERA, NUOVE FERROVIE, PASSANTE
La mobilità del medio raggio interprovinciale è un punto focale del problema mobilità, ed il Sindaco Letizia Moratti lo ha sottolineato in occasione dei vari incontri col Governo Prodi, non possiamo pensare che opere fondamentali come la nuova malpensa siano lasciate allo sbando nel deserto infrastrutturale e che per raggiungere Milano da ogni provincia sia ancora oggi un viaggio scomodo ed indecente, la modalità ferroviaria va radicalmente ristudiata e migliorata, l’apporto che può e deve dare la ferrovia al soluzionamento dei problemi della mobilità è enorme e fin troppo sottovalutato.
INVESTIRE BENE LE RISORSE
Sono tante le cose da fare, tra cui non secondaria quella di qualificare la spesa del Comune, chiedendo ad ogni Assessore di eliminare gli sprechi per concentrare più energie sulle cose da fare per abbattere il triste primato di città tra le più inquinate d’Europa e salvare migliaia di vite umane letteralmente mangiate vive dal cancro ogni anno a causa dell’inquinamento insostenibile.