.: Discussione: La scuola araba di via Ventura

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 6 Nov 2006 - 14:59
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Secondo articolo indagine via Ventura

Di Cesare Fracca ( 04/11/2006 @ 11:54:48, in Generale, letto 40 volte)

Ciao a tutti,



il team incaricato di comprendere i fatti relativi alla Scuola di via Ventura prosegue il suo cammino.

Roberta, Roger e Laura hanno incontrato altri protagonisti che hanno raccontato il loro punto di vista e, naturalmente, alcuni fatti interessanti.

Ci hanno anche consegnato del materiale didattico per completezza di informazioni.



Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di intervistare gli Enti Pubblici per fornirvi un quadro più completo possibile e poter avere una comprensione più profonda di ciò che VivereMilano pensa sia un aspetto culturale e sociale del nostro già futuro.



Attendiamo numerosi commenti e contributi da parte di tutti voi. Buona lettura.



Roger Bellia, Laura Cremonesi, Roberta Folatti.



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A scanso d’equivoci


"Manca solo l’intervento di Kofi Annan!" esordisce ironico Mahmoud Othman. Ma il suo atteggiamento è tutt’altro che supponente, ha solo voglia di sostituire, alle tante parole pronunciate, i fatti.


Di sicuro non è tenero con una certa stampa, che scrive le cose senza verificarle, parlando della "sua " scuola senza averci mai messo piede.


Presidente dell’associazione Insieme, che riunisce italiani ed egiziani nel proposito di aprire in via Ventura non solo un luogo di istruzione ma un laboratorio di integrazione, Othman ha modi gentili e molta fiducia nei milanesi. Nonostante tutto.


"C’è gente che non ha voglia di capire, che preferisce non avvicinarsi per non essere costretta a modificare i propri pregiudizi, ma ci sono anche tante persone che ci sostengono, che si sono offerte di darci una mano. Io sono aperto a 360 gradi al dialogo. Il mio ruolo, come presidente dell’associazione, non è soffiare sul fuoco, piuttosto smorzarlo quando altri tentano di appiccarlo. Comunque i risultati della disinformazione si vedono, la nostra preside Lidia Acerboni ha ricevuto venti lettere di minacce."


Othman racconta di quando è stato invitato a parlare di fronte al Consiglio comunale di Milano e nell’introduzione che precedeva il suo intervento, il presidente Massari (?) continuava a definire quella di via Ventura una scuola coranica.


"Ho dovuto interromperlo per correggere questa affermazione, la nostra è una scuola laica, accettiamo il velo ma siamo assolutamente contrari al burka. Nel nostro programma sono previste due ore di religione alla settimana e si può scegliere tra il testo musulmano e quello cristiano/copto. Forse non tutti sanno che in Egitto ci sono venti milioni di cristiani, il mio paese d’origine è uno stato moderato che combatte per arginare il fondamentalismo."


Othman ai consiglieri comunali che lo ascoltavano ha detto che ci sono gli integralisti che usano le armi – e bisogna fermarli – ma ci sono intergralisti anche in Occidente, che soffiano sul fuoco dello scontro di civiltà e forse sono più pericolosi ancora.


La scuola di via Ventura nasce grazie all’appoggio del Consolato d’Egitto, che dà una serie di precise garanzie, ma nel caso questo non bastasse Othman si è detto disposto ad accogliere gli ispettori della vigilanza anche tutte le settimane. "Dutto, della Direzione scolastica regionale, aveva parlato di sopralluoghi mensili, io ho rilanciato dichiarandomi disponibile a una vigilanza anche più stretta. Non abbiamo niente da nascondere e se questo può servire a tranquillizzare una parte di opinione pubblica, perchè no?".


"Le altre undici scuole straniere che esistono in Italia – prosegue il presidente di Insieme – non si preoccupano di insegnare l’italiano come facciamo noi o di integrare il programma italiano con quello egiziano. Per i nostri genitori è importante che ai loro figli sia garantita una doppia opportunità: continuare le superiori qui in Italia, superando l’esame della scuola italiana e al tempo stesso avere l’idoneità della scuola egiziana, nel caso decidessero di rientrare nel loro paese."


E’ questo il motivo principale per cui Insieme ha deciso di intraprendere questa avventura, che non vuole assolutamente replicare il percorso della scuola di via Quaranta, clandestina, disorganizzata e gestita da persone per certi versi equivoche.


Più che motivi religiosi, ragioni di appartenenza culturale spingono molti genitori a scegliere la scuola di via Ventura, perchè almeno un 40% di loro – da una stima di Othman – desidererebbe tornare in Egitto da qui a qualche anno. Questo fatto dovrebbe tranquillizzare ulteriormente, anzichè inquietare, chi teme un’ "invasione" e il rischio di una perdita di identità del "nostro" mondo.


Othman ci presenta Samer Elhefnawy, titolare di una piccola ditta di imbiancatura, padre di tre bambini, due dei quali iscritti in via Ventura. Timido ma deciso, con un italiano accurato ci spiega che ci tiene molto che i suoi figli abbiano aperte davanti a sè entrambe le vie, imparando sia l’italiano (che peraltro conoscono già essendo nati qui) che l’egiziano.


Se la scuola intitolata al premio Nobel Nagib Mahfuz riuscirà a garantire con sufficiente completezza un insegnamento "doppio", non potrà che rappresentare un modello per future esperienze di questo genere.


Per quanto riguarda il pericolo di isolamento, Othman ci informa che già 16 famiglie "miste", con padre egiziano e madre italiana, hanno iscritto i loro figli.


La via al mescolamento di culture è aperta. Non sarà proprio questo a far paura a certe persone?
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 19 Ott 2006 - 16:03
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