.: Discussione: Zona 4 e degrado

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 11 Ott 2006 - 13:02
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Alessandro Rizzo

Gentile Sig. Luigi Lettini,
            ho letto con attenzione il suo appello, che ha espresso con toni di forte sfiducia e di forte rammarico per una situazione di abbandono e, apparentemente, non modificabile. Queste sono le situazioni riguardanti la vita quotidiana della cittadinanza che, se non vengono ascoltate come dovrebbe essere utile e doveroso fare da parte delle istituzioni, genera sconforto e forte stato di abbandono e di impotenza; tanto da eccepire l'opportunità di abbandonare la zona come unica soluzione verso uno stato di degrado generale che affligge gli animi, che permarrà nonostante tutto e che rischia, se non arginata e risolta dalle autorità competenti, di allargarsi ad altre realtà territoriali e cirsocrizionali, come sta avvenendo.
 In qualità di consigliere capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano in Consiglio di Zona 4 mi sonos entito l'esigenza e ho avvertito il dovere politico di rispondere alla sua doglianza, provvedendo a spiegarle, seppure impresa difficile nella condizione attuale del suo stato d'animo comprensibile, la causa di questa situazione che sta diventando sempre più ammorbante una realtà, quale quella circoscrizionale, ricca di opportunità e di potenzialità, ma, purtroppo, svilita da un'assenza delle possibilità politiche del Consiglio di poter intervenire in modo diretto, subitaneo ed efficace. Dico assenza in quanto il tema della sicurezza è un tema che, seppure talune e taluni dai banchi della maggioranza ne facciano questione propagandistica e ideologica, strumentalizzandone gli effetti populistici che potrebbe avere sulla popolazione, riguarda la necessità da parte del Consiglio di avere un raccordo con le autorità della vigilanza urbana presenti sul territorio; autorità che sono disconnesse dalla nostra possibilità di indirizzarne l'attività politica e di intervento, dando segnalazione dei ripetuti disagi presenti in zona e di urgenti provvedimenti di intervento. L'intervento in tema di sicurezza non deve, però, essere circostanziato alla sola dimensione dell'assicurazione dell'ordine ma, bensì e anche, deve comprendere l'urgenza di una riqualificazione urbanistica, sociale, di promozione del territorio atto a dare un contenuto civile e una dimensione sostenibile della vivibilità di questa zona. Io penso che occorra dare più voce alla cittadinanza con forme di collaborazione con le commissioni consiliari competenti al fine di provvedere piani di riqualificazione delle periferie che siano non solo piani di intervento edilizio di manutenzione ordinaria ma, anche, piani di intervento politico di promozione di servizi sociali e di garanzie civili atte a rilanciare un sostrato territoriale zonale periferico. Qualcuno in campagna elettorale amava fare riferimento ai piani che sono stati promossi a Lione per la riqulificazione delle periferie: a Lione sono stati presi dei provvedimenti, forti del fatto che esiste un reale decentrameto dei poteri dalle autorità centrali alle autorità istituzionali periferiche, in un'ottica di municipalità molto avanzata, e questi provvedimenti sono stati presi per mezzo di un coinvolgimento delle associazioni, dei comitati e delle realtà politiche e sociali che vivono il quartiere. Nessuna misura di intervento di riqualificazione urbanistica/sociale/territoriale è stato preso se non prima sentite le associazioni e i comitati, la cittadinanza che abita e vive il quartiere.
E questa metodologia di lavoro e di procedura politica non può non cosniderare la questione concernente la riutilizzazione delle aree dismesse, molto presenti nella zona, come in tutta la città. Aree dismesse che nel loro reimpiego devono prevedere l'accoglimento di progetti che siano utili per la cittadinanza.
Il problema è che appalti su appalti vengono lanciati ed emanati da parte del Comune, senza sentire i consigli di zona competenti territorialmente, a favore di imprese che hanno come unica ottica quella di costruire nuovi centri commerciali o aziendali utili al profitto di pochi, in totale diosconnessione con l'assetto urbanistico e sociale del territorio in cui vanno a collocarsi. Ne è un esempio il progetto della "città della moda" all'isola Garibaldi; ma ne è anche un esempio l'appalto per l'intervento di natura strutturale, per rimanere nel quartiere che lei vive, della Biblioteca Calvairate/Molise, il cui progetto, esposto in forma ormai definitiva alla Commissione competente di Zona, non prevede nessun tipo di riqualificazione e di rilancio del complesso, che rimane in terminid i capienza e di funzionalità totalmente invariato. Sono, questi, a parere mio delle misure atte a dare solamente superificiale visibilità propagandistica di facciata all'amministrazione municipale attuale, alla giunta in particolare modo, che può, in questo modo, dare la parvenza di lavorare per un qualche cosa, di cui la cittadinanza della zona non è al corrente e la cui utilità è totalmente disconosciuta dalla popolazione residente.  
Che fare, giustamente lei chiederà: sarà mio, come anche quella delle colleghe e dei colleghi de L'Unione, sollevare, come finora bbiamo fatto, non solo queste problematiche che affliggono la circoscrizione, ma dare l'impulso a provvedere a rendere il Consiglio reale luogo politico di conduzione e di ricerca delle soluzioni che concernono la sicurezza sociale e civile della cittadinanza, nonchè misure di intervento di qualificazione urbana delle aree sottposte, perchè dismesse, a forte pericolo di degrado e abbandono. L'opposizione ha un relativo potere, ma è atta a dare contenuti a forme di forte critica di una pratica amministrativa che prevede la totale disconnessione e incomunicabilità politica tra enti amministrativi ed esecutivi e organi politici di rappresentanza sociale. Questa pratica deve essere eliminata e superata da un potenziamento delle misure di raccordo tra i diversi enti preposti, nonchè misure efficaci per un intervento e per delineare progetti di riqulificazione che abbiano contenuto concreto e pragmatico, nonchè avvertiti dalla collettività residente nella zona di riferimento come propri perchè partecipati nella loro definizione.

Questa è democrazia partecipativa e per questo mi voglio occupare e battere in Consiglio di Zona.
Mi scusi la lunghezza della risposta, ma spero di averle enunciato i miei proponimenti per dare uno sbocco, nella dimensione attuale dei minimi e modesti poteri e competenze del Consiglio di Zona, risolutivo a queste problematiche. Almeno un'attenzione, analisi dovute e necessarie.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 - Milano

In risposta al messaggio di Luigi Lettini inserito il 9 Ott 2006 - 14:32
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