.: Discussione: Grande Milano, Grande Malpensa, Grande Alitalia.

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Enrico Vigo

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Enrico Vigo il 8 Ott 2006 - 12:51
Leggi la risposta a questo messaggio Discussione precedente ยท Discussione successiva
Archiviata (si fa per dire) la questione infrastrutturale che prima di almeno 10 anni non potrà portare benefici a tutta la regione milanese per carenze culturali, organizzative e politiche prima ancora che per ragioni di disponibilità di risorse economiche, bisogna concentrare ogni sforzo sulla ricollocazione di Milano nel centro dell’economia italiana, facendone riconoscere la funzione di motore principale.

La questione nel breve periodo rimane pertanto tutta politica, una partita da giocare con Roma per non continuare ad ingerire rospi indigesti uno dopo l’altro. V

Veniamo fuori da una era Alberini fatta di sudditanze e subalternità, dove l’immagine di Milano si è afflosciata e provincializzata, la città non ha avuto rappresentanza al giusto livello in sede nazionale. 

La sinistra in area milanese-lombarda viaggia in genere con gli stessi identici difetti, silenziosa e rinunciataria sfoggia solo la grande capacità malefica di essere passiva e obbedire alle direttive nazionali, come un  asino mansueto.

In attesa di sperimentare l’effetto Moratti sulla scena politica milanese e nazionale, non possiamo che mostrare vivo disappunto verso la cricca romana Veltroni-Rutelli (che prescinde dalla loro collocazione nel centrosinistra) che stanno facendo di tutto per tenere indenne Roma da questa finanziaria strutturalmente sbagliata.

Una finanziaria 2007 difesa a spada tratta, anche sopra le righe con qualche irriverenza sociale di troppo, dal solo D’Alema e dal sempre più isolato Prodi oramai oggetto di puro scherno da parte di un centrodestra da operetta, incapace di un rapporto dialettico costruttivo come “opposizione” nella vita politica e democratica nazionale.

Una situazione difficile di sub-governance politica, dove i “colonnelli”, gli uomini politici di seconda fascia come Veltroni & C. la fanno da padrone sempre e comunque facendo passare ogni loro desiderio ogni loro azione mirata agli interessi locali, in questo contesto Roma avrà quel che aspetta, Milano no.

Ma l’Italia ha due capitali, diversamente dalle principali democrazie europee, Roma e Milano e le leggi della natura e della morale ci impediscono di clonare Veltroni in laboratorio e di nominare il suo clone Governatore plenipotenziario di Milano per far avere a Milano quel che le spetta.

Serve allora una azione politica Bipartizan convergente, e il centrodestra, con lo stesso ex-premier Berlusconi in testa, deve fare ammenda per aver dimenticato negli scorsi 5 anni Milano e Lombardia, con un Presidente Formigoni imperturbabile notaio dei fallimenti, per ricollocare Milano nel suo ruolo naturale di capitale complementare di Roma, anzi Milano doppia capitale, morale ed economica.

In questo contesto va ristudiato il piano di risanamento Alitalia senza ingerenze ventrali da borgata romana o ubriacature da “vino dei castelli” in stile prima repubblica, dove le leggi dell’economia e del mercato devono avere quel ruolo centrale oggi maldestramente e colpevolmente scippato.

Allo stesso modo SEA deve trovare, con l’aiuto dei suoi referenti istituzionali (azionisti), il coraggio di accelerare gli investimenti per l’adeguamento dell’aerostazione di Malpensa Terminal 1 ed il completamento rapido dei lavori in corso (pista, piazzzali, finges, satellti, magazzini etc.), con un monitoraggio ossessivo dei cantieri, uno ad uno senza soste, ed un programma di lavoro determinato, e generoso di obiettivi lungimiranti e audaci.

La guerra insana a Malpensa deve cessare, bisogna ritornare al decreto Burlando e spazare via l'infausto decreto Bersani e ripensare alla assurda ostilità allo sviluppo di Malpensa.

Non possiamo assistere passivamente al massacro programmato di tre entità storiche italiane per vili ragioni di botega, quelle di Milano, Malpensa e Alitalia, nella tempesta per incoerenza, stupidità, privilegio di interessi regionali rispetto a quelli nazionali, ed infine incapacità della Lombardia di produrre politici affezionati alle proprie radici e a difendere attivamente gli interessi della propria città e regione.

Quelli che invece preferiscono fare le comparse sempre e comunque si astengano alla prossima tornata elettorale dal ripresentarsi al giudizio degli elettori, avranno per questo comunque un riconoscimento dalla collettività milanese.