da ViviMilano - Il caso del giorno 

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Parco delle Cave, un appello per non dimenticare la storia


Caro Schiavi, abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta al sindaco Letizia Moratti sul futuro del Parco delle Cave, su quello straordinario esempio di rinascita (riuscita) di un luogo della città che la storia aveva degradato a parco della malavita, e vogliamo informare tramite il Corriere i16 mila cittadini che avevano sottoscritto un precedente appello in difesa dell'attuale sistema di gestione.
Il punto è questo: c'è una scelta che l'amministrazione comunale si appresta a fare, e che metterebbe in discussione quanto Milano ha realizzato finora per il bene dei cittadini. Al sindaco Moratti vogliamo ricordare che cambiare la modalità di gestione unitaria utilizzata per realizzare il Parco delle Cave, punto nevralgico del sistema verde dell' ovest della città, equivale a una sfiducia nei confronti di un modello di «co-gestione» tra istituzione e privato sociale (Comune di Milano - Italia Nostra), fondato su un rapporto solidale che ha permesso di avviare percorsi virtuosi di partecipazione.
Nel Parco delle Cave sono confluite risorse umane ed economiche, azioni di cura quotidiana dell'area e progetti di qualità da sviluppare in un lungo periodo. Il risultato è un'«opera pubblica» molto amata e frequentata dai milanesi. Presidio di partecipazione e controllo sociale, non solo per i gruppi di attività insediate, ma per tutte quelle realtà italiane e straniere che qui trovano l'occasione per partecipare alla cura di uno spazio pubblico con semplici azioni che generano radicamento al territorio e diffondono amore per la propria città.
Si tratta di un'esperienza riconosciuta valida in tutta Europa, come testimoniano le delegazioni che ogni anno la vengono a visitare. Per questo chiediamo all' Amministrazione Comunale di rivedere la propria decisione.
Alberto Ferruzzi


Italia Nostra Milano (L'appello al sindaco Letizia Moratti è firmato dagli ex sindaci Carlo Tognoli e Marco Formentini, da Francesco Borella, Gianluca Brivio Sforza, Damiano Di Simine, Massimo Ferlini, Ermete Realacci, Luigi Santambrogio, Pierluigi Torrani, Luca Beltrami Gadola, Antonello Boatti, Francesca Marzotto Caotorta, Ottavia Piccolo, don Gino Rigoldi).
Caro Ferruzzi, dispiace veder messa in discussione un'esperienza che nel 2003 ha ricevuto l'apprezzamento dell'Unesco: Parco delle Cave e Boscoincittà sono inseriti nella lista dei «tesori del mondo» e questo riconoscimento dovrebbe legittimare l'attuale sistema di gestione. Al sindaco Moratti va ricordato cos'era prima del risanamento quel parco, le pagine di nera che si riempivano con gli arresti, lo spaccio, il degrado.
Dal '97 al '98 l'invivibilità provocò uno di quei sussulti che fanno onore a Milano perché riunì cittadini e istituzioni. Reagì la gente del quartiere, i comitati di Baggio, e si impegnarono in prima persona gli assessori De Corato, Lupi e Del Debbio. Scesero in campo il questore Giovanni Finazzo e il prefetto, Roberto Sorge, diventò il riferimento per la sicurezza e la legalità. «Collaborerò con i cittadini per far rivivere il Parco delle Cave, con i volontari lo faremo rinascere», scrisse al «Corriere».
Ci riuscì. E il Parco delle Cave fu una grande battaglia vinta dal sindaco Gabriele Albertini. Nei suoi libri scrive male di noi, ma lo ringraziamo per quel che ha fatto. Alla luce dei risultati, risulta poco comprensibile la volontà di cambiare le attuali modalità di gestione: uno spezzettamento delle competenze rischia di disperdere il disegno originale di questo polmone ecologico che arriva dentro Milano.


di Giangiacomo Schiavi