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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Lunedì, 31 Luglio, 2006 - 13:10

"Voce Alternativa in Galilea" remymen@gmail.com

Mercoledì 26 luglio un gruppo di attivisti, militanti in varie associazioni pacifiste ebraiche ed arabe, ed in particolare nei movimenti "Voce Alternativa in Galilea" e "Coesistenza Partecipata Ebraica ed Araba", hanno emesso e pubblicato il seguente appello:

 

Noi, residenti della Galilea e delle Valli, non crediamo al governo d'Israele ed ai suoi generali.

Noi, residenti della Galilea e delle Valli, arabi ed ebrei, non crediamo al

governo d'Israele ed al suo esercito, secondo i quali la guerra è stata

intrapresa per auto-difesa e con l'obiettivo di liberare i soldati

catturati.

Non crediamo loro perché è ormai di dominio pubblico che i piani militari

erano pronti da molto tempo.

Sappiamo che più di un mese prima dell'attacco di Hezbollah contro la

pattuglia dell'esercito, si effettuavano esercitazioni di prova per un

attacco al Libano.

Così pure, il rapimento dei ministri e dei parlamentari dell'Autorità

Palestinese era stato pianificato diverse settimane prima della cattura del

soldato Gilad Shalit da parte di Hamas.

Non crediamo al governo d'Israele ed ai suoi generali, perché c'è un abisso

tra gli obiettivi militari dichiarati e le operazioni messe in atto

dall'esercito.

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati e la distruzione di Beirut?

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati ed il demolire una fabbrica

di alimenti per neonati?

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati e la distruzione della città

di Nabatiyeh?

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati ed il bombardare la centrale

elettrica di Gaza?

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarato ed il distruggere le

infrastrutture civili in Libano e a Gaza?

Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati ed il trasformare in

profughi più di mezzo milione di civili libanesi?

Non possiamo credere loro, perché non si può sostenere di difendere una

popolazione civile per mezzo di un attacco, crudele e deliberato, ad un'altra

popolazione civile.

Ci rifiutiamo di permettere al governo d'Israele ed ai suoi generali di

agire in nome nostro, che abitiamo in Galilea e nelle Valli, per distruggere

un intero stato confinante: il Libano.

Questa politica crudele ed assassina non sarà in nostro nome!

Non si difende così la popolazione della Galilea e delle Valli!

Abbiamo già appreso, dalle precedenti guerre in Libano, che la strategia

aggressiva, che conduce a crimini di guerra e contro l'umanità, alla totale

distruzione di uno stato, porta anche ad annientare qualsiasi prospettiva di

pace e di quiete.

La tragica situazione attuale non è altro che il prodotto di una simile

politica, quella portata avanti in Libano nel 1982 da Ariel Sharon.

Ogni azione militare intrapresa dall'esercito israeliano finisce con il

danneggiare le popolazioni civili da entrambi le parti, pur facendo pagare

innanzitutto, e principalmente, un intollerabile prezzo ai civili del lato

libanese.

Non crediamo al governo d'Israele ed ai suoi generali, perché siamo convinti

che questa guerra serva principalmente agli interessi della politica degli

Stati Uniti in Medio Oriente.

Il governo libanese ha chiesto un cessate di fuoco.

Hezbollah ha concordato con la richiesta.

La Comunità Europea ha chiesto il cessate di fuoco.

Solamente il governo d'Israele ha rifiutato di prenderlo in considerazione.

L'amministrazione Bush continua ad incoraggiare il governo d'Israele a non

interrompere le operazioni belliche.
 

Noi, residenti della Galilea e delle Valli, assieme a tutti i popoli della

regione, siamo vittime dei piani per ridisegnare il Medio Oriente, del

progetto di instaurare in Medio Oriente un nuovo ordine, che non serve agli

interessi di chi vi abita.

L'esercito americano non ha portato la pace in Iraq.

L'esercito israeliano non porterà la pace in Libano.

L'esercito americano non instaurerà la democrazia in Iraq.

L'esercito israeliano non porterà la democrazia in Libano.

Le politiche americane hanno portato all'Iraq caos e distruzione.

Il fatto che l'esercito israeliano implementi politiche simili in Libano porterà soltanto altro caos, altre distruzioni.

Non accettiamo che in nostro nome provochino disastri ad un'altra

popolazione civile.

Anche se il governo d'Israele ed i suoi generali potessero convincerci che

la loro politica è la via più breve per rimuovere dal confine nord la

minaccia posta da Hezbollah, non la accetteremmo per motivi etici.

 

Rifiutiamo di accettare una strategia che giustifica l'offesa deliberata ad

una qualunque  popolazione - indipendentemente dal fatto che prenda di mira

i civili a Gaza, in Libano o in Galilea!

Crediamo che ci sia un'alternativa a questa politica aggressiva, che si basa

sul continuo violare le Convenzioni di Ginevra.

Chiediamo al governo d'Israele di dichiarare un immediato cessate il fuoco.

Ogni minuto di combattimento crea solo nuove vittime.

Riteniamo che un cessate il fuoco da parte di Israele possa portare ad un

cessate il fuoco su tutti gli altri fronti.

Chiediamo che il cessate il fuoco sia usato per l'immediata liberazione,

senza condizioni, di tutti i prigionieri politici, e per negoziare il

rilascio di tutti i prigionieri di guerra: palestinesi, libanesi ed

israeliani.

Il problema dei prigionieri politici e dei prigionieri di guerra è ora la

questione cruciale.

Solamente l'immediato rilascio, senza condizioni, di tutti i prigionieri

politici, e l'avvio di un negoziato per lo scambio dei prigionieri di

guerra, possono allontanare lo spettro di una guerra generalizzata, portando

la pace e la calma a cui agognano tutti i popoli della regione.

Noi, arabi ed ebrei che abitiamo in Galilea e nelle Valli e ci opponiamo a

questa guerra:

Rafik Bakri                (B'eina)

 

Uri Davis                  (Skhnin)                                

 

Bilha Golan                (Beit She'arim)                    

 

Rémy Mendelwzeig           (Manof - Misgav)   

 

Nakad Nakad                (Shfaramer)                         

 

Vi invitiamo ad aderire a questo appello inviando il vostro nome

all'indirizzo e-mail

remymen@gmail.com

Si possono ottenere ulteriori informazioni firmando la petizione