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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Giovedì, 20 Luglio, 2006 - 13:17

Quando le parole diventano Kamikaze......

QUANDO LE PAROLE DIVENTANO KAMIKAZE Commento sulla legalizzazione del Partito pedofilo olandese
Nasce in Olanda, con autorizzazione governativa, il Partito dei Pedofili. Che naturalmente non si auto-definisce tale, bensì “Partito dell’amore fraterno, della libertà e della diversità”. Qualcuno traduce anche il primo termine con “carità”.
Parole familiari ai movimenti che si battono per i diritti civili delle cosiddette minoranze (culturali, religiose, sessuali ecc.). In aggiunta c’è quel vocabolo così antico, e pregno di significato, che da sempre connota l’amore cristiano: carità.
La carità è il greco agapé. Non la fredda filantropia, non l’asettico pietismo, non la compiacente elemosina. Il Dio dell’agapé-carità non è l’elemosiniere (G. Gentili), non prova amore: è egli stesso amore, ardente, operativo e gratuito. Quale appunto è, o dovrebbe essere, l’amore fraterno, che nella sua caratteristica di gratuità abbraccia ogni tipo di relazione: parentale, amicale o erotica che sia.
Il Partito dei Pedofili (pardon: dell’amore fraterno o carità) si proporrebbe di diffondere, e di difendere, quest’idea dell’amore.
Si proporrebbe di diffondere, e di difendere, il diritto di minoranze perseguitate. Perseguitate per la loro sessualità. Vedremo più sotto in quale modo.
Già altrove dichiarai che una società è in crisi quando in essa s’innesca un processo di de-semantizzazione. Quando il linguaggio viene stravolto e gli stessi vocaboli assumono un significato diverso, se non addirittura opposto, a quello originario. Allora siamo in presenza di un vero e proprio rovesciamento delle idee, della mentalità, dei costumi, persino dei corpi degli individui. Diventiamo altro perché siamo già altro, perché il linguaggio ci caratterizza come esseri umani, perché quello siamo noi; allora “amore” e “odio”, “bene” e “male” diventano concetti fluidi, per dir così intercambiabili, a seconda delle intenzioni dell’interessato. Si tratta, per usare un ossimoro, dell’assolutizzazione del relativo. Tutto è buono o tutto è cattivo a seconda del mio personalissimo, insindacabile (e, questo sì, inviolabile) metro di giudizio.
In questo disancoramento verbale, e di conseguenza intellettuale, e di conseguenza umano, il pedofilo (altro neologismo in sé improprio, inventato da un calco greco: letteralmente significa infatti “amico dei bambini”…) può ben ricorrere a parole e concetti nobili, talora persino sacri, per raggiungere i suoi scopi. Si deve riconoscere che quelli del succitato partito sono fin troppo espliciti: abbassamento dei minorenni da 16 a 12 anni, possibilità di fare sesso con animali, legittima diffusione di materiale pornografico con bambini, proiezione in tv di film a luci rosse lungo tutto l’arco della giornata e via discorrendo.  Il Tribunale dell’Aja vi si è opposto? No davvero. Questa la spiegazione: ”La libertà di riunirsi è espressione di una società democratica. Toccherà agli elettori valutarne il programma”. Ecco di nuovo la nobile parola, “libertà”, unita all’altrettanto nobile aggettivo “democratico”. Ma proviamo a sostituire quei poveri e bestemmiati vocaboli con altri ben più consoni (per esempio, “L’arbitrio di riunirsi è espressione di una società anarchica, ecc.”), e il processo di de-semantizzazione balzerà subito all’occhio.
C’è molto altro, s’intende. Gli obiettivi del Partito Pedofilo (anzi, dell’amore fraterno ecc.) sono, dicevamo, espliciti; altri ricorrono a mezzi più sottili. Da diverso tempo esiste infatti una corrente di “pensiero” che cerca significativamente di far passare l’idea di una pedofilia “cattiva”, che arriva all’omicidio ed è condannabile, e un’altra “buona”, che sarebbe, secondo tali teorici, una semplice variante della sessualità  da non reprimere se accettata con serenità e consenso (come se i minori, non solo i bambini ma anche gli adolescenti – non dimentichiamolo! – fossero psicologicamente formati) . Questa pedofilia “buona”, che per i suoi propugnatori verrebbe condannata solo da bigotti e oscurantisti, teorizza il “ritorno” a una idilliaca società dell’amore (ci risiamo), senza senso del peccato e della colpa, dove tutti possano manifestare la libertà del proprio corpo, così come veniva cantata in arcadiche poesie dell’Arabia o della Grecia antica. Tutto quanto in nome della giovinezza, dello splendore, della bellezza delle Lolite o dei Ganimedi (a seconda dei gusti), sotto il pretesto della cultura e della raffinatezza. Ma il fine cui tendono questi individui è sempre lo stesso: l’accettazione della pedofilia. Che solo nella sua manifestazione esteriore è legata al sesso: in realtà, ed ecco il punto vero, si tratta di violenza.

 

Siamo pertanto giunti  alla tappa finale del processo di de-semantizzazione; e ciò spiega perché il Tribunale dell’Aja non ha saputo opporsi neppure davanti a richieste così manifestamente e spudoratamente criminali come quelle del sedicente “Partito dell’amore fraterno” (e che Dio ci perdoni).
A questo punto nulla vieterebbe, sempre in nome della “libertà (arbitrio) di riunirsi, espressione di una società democratica (anarchica)”, la costituzione legale di un Partito dei Razzisti, che ovviamente non si chiamerebbe così ma, attingendo alla ricchezza del vocabolario, potrebbe presentarsi come “Partito delle identità, delle minoranze etniche e della cultura locale”. Non ci suonano cari e seduttivi, questi termini? Non riscuoterebbero un sicuro successo?

 

E non si venga a dire che tale “partito” non potrebbe mai nascere perché in contrasto con la democrazia stessa: nella democrazia ridotta ad anarchia è al contrario lecito tutto, persino l’auto-distruzione. Sono le parole-kamikaze l’arma fatale del nostro suicidio.
Daniela Tuscano (per info contro la pedofilia: www.associazioneprometeo.org)