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Angelo Valdameri

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Inserito da Angelo Valdameri il 4 Giu 2006 - 08:37
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L’intervista di Majorino di ieri su La Repubblica mi meraviglia perché continua a perorare le stesse giustificazioni a fronte di una sconfitta che sino al giorno prima pareva una vittoria, decantata in tutti i luoghi e circostanze. Ancora una volta si giustifica una sconfitta anteponendo risultati che, a suo dire, sarebbero i migliori degli ultimi anni. Può essere ma in politica conta chi vince e non chi perde meglio. Non si vuole ammettere invece che si è sbagliata direzione, scelte, programmi e anche persone: in una parola non si è fatto quello che la gente si aspettava. Quindi non è andata a votare – circa 70.000 - soprattutto quella parte di elettori che non si riconoscono in una politica conservatrice che antepone le persone alle idee e ai programmi. Hanno perso più tempo, Majorino e soci, a stabilire gli organigrammi della futura giunta, dando scarso peso al programma – al Cantiere non c’erano dirigenti di partito di spicco né consiglieri comunali - finanche Beltrami Gadola qualche giorno fa sottolineava come dall’esperienza del cantiere sia uscito un programma annacquato, diverso da quello elaborato: un documento-sintesi mai visto prima, quale idee programmatiche dei partiti della coalizione. Che cosa ci si voleva aspettare da un simile comportamento? La delusione di chi ci aveva lavorato con tanto entusiasmo, dispendio di tempo e la conseguente decisione dei più di non dare credito ad una classe dirigente che prima include, parla di partecipazione, ma poi,esclude brutalmente. Chiedevamo forte discontinuità a partire dai contenuti e ci è stato fornito un programma “fotocopia” della destra. Perché quindi votare per la coalizione di Ferrante? Qualcuno ce lo dovrebbe spiegare. Ora come ora il centrosinistra con questa classe dirigente, inadeguata, è incapace di intercettare, rappresentare e interpretare le dinamiche della città e dei suoi cittadini. Ora basta, si cambi in fretta, altrimenti ci vorranno altri 20 anni prima che si torni al governo della città. Una svolta radicale che parta dai progetti e da una nuova classe dirigente. Abbiano, questi signori, la capacità e l’onestà di lasciare il campo ad altri.Nel settore privato sarebbe già stati dimissionati.
Angelo Valdameri















In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 30 Maggio 2006 - 18:22
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