.: Discussione: In politica entrino "più madri ad aiutare le madri�

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Karen Maria Caterina Donofrio

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Inserito da Karen Maria Caterina Donofrio il 22 Maggio 2006 - 09:29
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E' tutta colpa delle madri?
Quando attraversiamo perodi bui della nostra esistenza accade spesso di dover affermare che "tutto, ma proprio ogni ambito della nostra vita, inspiegabilmente, si é messo ad andare male", crediamo che gli episodi che ci autodeterminano siano scollegati fra loro perché appartenenti a percorsi differenti del nostro esistere, ma non é così. La vita degli individui é collegata da un "fil rouge"(come affermava Kieslovski nella sua famosa trilogia cinematografica) all'esistenza di chi li circonda e, fatto ancora più pregnante,  il presente ed il passato degli uomini tendono a riflettersi  uno nell'altro.  é possibile rintracciare Le basi teoriche di quanto detto sin ora negli studi condotti da Bowlby, Klagsbrun e tutti i teorici "dell'attacamento" i quali dimostrano che i caratteri individuali di ogni adulto abbiano quale matrice quelli sviluppati in tenerissima età e costruiti e sperimentati attraverso il rapporto con la madre.
Secondo questi studiosi l'esplorazione,  così come la gestione della paura, sono facoltà che si vengono a costruire grazie al rimando positivo o meno che  ne ha dato la madre entro il primo anno di vita e che poi si consolidano entro il terzo.
tutto il sistema comportamentale successivo, seppur segnato da nuovi episodi é orientato strategicamente secondo il modello adottato durante quel periodo. I bambini considerati "sicuri" sono coloro che riescono dopo il primo anno di vita ad esplorare il mondo pur tornando frequentemente vicino alla mamma per ottenere quella dose di sicurezza che li "caricherà positivamente" per il prossimo "viaggio"; da adulti saranno meno diffidenti nei rapporti con gli altri, più propensi a manifestare il loro affetto a partner e figli, maggiormente in grado di gestire cambiamenti e crisi.
nell' ottica di una  visione  sistemica della vita sembra allora chiaro come anche le istituzioni dovrebbero rimettere a fuoco la centralità del ruolo materno facendo pressione sul mondo del lavoro affinchè il diritto ad essere madre e lavoratrice allo stesso tempo, non passi soltanto per leggi formali di fatto ma estremamente aggirabili dalle aziende.
In alcuni paesi, prima fra tutte la Danimarca,  la rete istituzionale consente di tenere i propri figli vicino a sé durante il lavoro, chiaramente in luoghi attrezzati per consentire alla coppia mamma/bambino di vedersi anche ogni ora se l'età e le condizioni lo richiedono. I risultati di questa filosofia sembrano dimostrare che l'assenteismo femminile dai luoghi di lavoro si sia notevolmente ridotto così come pure la tensione tre colleghi e le incomprensioni "verticali" fra ruoli aziendali; Contemporaneamente,  a  livello macrosociale é sensibilmente diminuito il numero delle richieste di prestazione sanitaria per i bambini di età compresa tra 0 e 2 anni così  come la spesa degli istituti di igiene mentale rivolti alle donne.
Dunque la vita degli adulti e quella dei bambini è un legame che non si esaurisce con le cure "primarie" o meglio ancora "primario" ha assunto uno spessore che va aldilà dell'accudimento materiale e nella direzione di una fondamentale stabile sintonia tra il sentire della madre ed il sentito/agito del suo bambino.
E' fondamentale dunque che chi governa sia anche lettore della società che rappresenta e che sappia prefigurarsi il divenire delle nuove generazioni così da incentivare la costituzione di "reti" di ascolto e aiuto alle madri in difficoltà anche all'interno delle aziende. Purtroppo ad oggi, nella nostra società questo tema viene affrontato solo  quando accadono gli spiacevoli episodi di cronaca di qui tanto leggiamo arrivando così a stereotipare la "difficoltà materna" in un qualcosa di patologico del quale vergognarsi.Sono osservabili, invece,  migliaia di situazioni di frustrazione, ansia, tensione dettate esclusivamente dal non potersi dedicare come e quanto  il bimbo ha bisogno. la mamma avverte i   bisogni del bambino ma é costretta a scegliere tra il ruolo di madre e quello di lavoratrice, entrando in conflitto con sé stessa e la struttra che non la sostiene.
L'adulto che ha avuto un legame insicuro (detto anche ambivalente dagli studiosi) é stato allevato da una madre imprevedibile alle risposte del bambino, portatrice di un comportamento a tratti molto affettivo a tratti rifiutante dettato da spinte, della famiglia, dell'ambiente a lei circostante, del lavoro ad assumere contemporaneamente ruoli standard scollegati gli uni dagli altri.
Quanti di noi hanno avuto a che fare o si riconoscono in coloro che hanno difficoltà ad instaurare nuove relazioni, ad essere genitori intrusivi e controllanti, ad evere attegiamenti di disconferma del prossimo e poca responsività alle sofferenze degli altri! E' tutta colpa delle madri? chiediamolo ai neo politici che  si appresteranno a governare le nostre città, ed a gestire le  politiche sociali  di metropoli grandi e per questo ospiti di tante realtà familiari che richiederebbero un attenzione particolare. L'invito é che in politica entrino "più madri ad  aiutare le madri" affinché come donne possano gioire di aver messo al mondo un figlio sapendo di poter dare loro ben più di quel benessere apparente che ci propongono le vetrine degli imperanti centri commerciali. Si é detto spesso che la famiglia tradizionale é in crisi,   forse dovremmo chiederci come evitare che la crisi entri dentro le famiglie: disturbi emotivi, disturbi psicosomatici e della condotta, isolamento sociale, aggressività sono tutte manifestazioni in dilagante aumento che andrebbero analizzate nell'ottica di ricucire legami e ridare un tempo interiore "soft" alla diade madre/figlio; per progredire socialmente é indispensabile  consentire agli esseri umani di  non spezzare precocemente quel "fil rouge" che inconsapevolmente poi ricercheranno per tutta la loro esistenza.
Maletta  Mariajole
letture consigliate: di Maria grazia Attili "introduzione alla psicologia sociale"