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.: Sandro Monti
Inserito da Sandro Giuseppe Monti il Mar, 16/05/2006 - 18:30
La mia lista:
LA ROSA NEL PUGNO
Simbolo lista:
Sandro Monti
Dove mi candido:
CONSIGLIO DI ZONA 4
Io in breve:

Sono nato a Milano  nel 1962 e ho sempre vissuto a Milano.

In particolare per circa 30 anni in zona 4.

Cosa ho fatto finora nella vita:

Nel 1981 ho conseguito la maturità clasica al Berchet, poi, lavorando, ho studiato giurisprudenza

in Statale.

Ho fatto un'esperienza di volontariato per  15 anni in associazioni  operanti nel settore del pronto

soccorso sanitario.

Scegliendo l'obiezione di coscienza ho fatto  20 mesi di servizio civile anzichè 12 mesi di  servizio

di leva. Militante radicale dal 1987 ho partecipato  a  diverse  campagne  referendarie.  Mi  piace

ricordare, una fra tutte, quella sulla giustizia, tema ancora di grande attualità. 

Da oltre 20 anni lavoro come funzionario pubblico nel settore fiscale.   

Vi spiego perchè mi candido:

Ritengo ci sia l'urgente necessità di riaffermare in tutti i settori della vita  del   paese  il  valore 

della  legalità,  in  particolare  come  elemento  di riferimento nel funzionamento delle istituzioni.

Occorre che il cittadino si riavvicini con fiducia alle istituzioni stesse, a partire da quelle di zona

con le  quali  il  contatto  quotidiano  è  più   frequente  e  facile,  sapendo  di essere soggetto

titolare di diritti e non suddito esposto alla discrezionalità o, peggio, agli abusi  del  potere.

Ciò deve   valere  pure   per   i   cittadini   stranieri   che   possono  contribuire   ad   arricchire,

anche culturalmente,  la nostra  città  e  che  è  doveroso   cercare   di  integrare  a  partire da 

piccoli segnali  quali  il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative.

I  problemi   vanno   affrontati   con   un  approccio   pragmatico   rivolgendo  una   particolare

attenzione  alle  situazioni di disagio economico-sociale.

Per  quanto   concerne   le   tossicodipendenze   occorre   avere   innanzitutto  l'obiettivo della

riduzione  del  danno, sia per il tossicodipendente  sia   per  la   collettività,  rifiutando   l'ottica

proibizionista  e   punizionista  che  ha  già mostrato tutta la propria inadeguatezza.