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Domenica, 8 Maggio, 2011 - 12:42

Milano, cambia! partendo dalla Libreria Scaldapensieri

L'appuntamento con la rassegna fotografica di giovani autori sta facendo il suo giro a Milano. Jacopo Muzio, candidato in Consiglio Comunale di Milano per la Lista Milano Civica per Pisapia Sindaco, è l'ideatore di questi eventi "on the road", circuitanti. E' una buona rassegna: volti di persone vengono abbinate a una morfologia territoriale della città in trasformazione. La trasformazione è urbanistica, ma è anche economica, sociale, culturale, civile. Ieri sera eravamo alla Libreria Scaldapensieri, in Via Don Bosco davanti al civico 39. E', la libreria, sotto la conduzione di Cristina, un punto di incontro culturale e aggregativo di forte valenza in zona. Eravamo presenti alla rassegna Jacopo e il sottoscritto, candidato in Consiglio di Zona 4 per la Lista Civica Milly Moratti per Pisapia. Abbiamo parlato della città, toccando i temi che nella zona hanno una forte importanza, ma con una dimensione glocale: pensare globale agendo localmente, suggerisce Jacopo ripercorrendo motti dei tempi del G8. Si è parlato di Cascina Monluè, un patrimonio pubblico da valorizzare e ridestinare a funzioni utili alla collettività, esiste un progetto dell'ARCI Milano di dedicare la cascina a laboratori musicali sperimentali, formativi, educativi, di indirizzo giovanile, integrativo. C'era un'intesa in Comune tra maggioranza e opposizione di devolvere capitoli di bilancio dell'EXPO 2015 per indirzzarli alla realizzazione del progetto: finora si vede la cascina in stato di abbandono, dopo due estati in cui gli eventi musicali internazionali non vengono più fatti in quanto il Comune non ha più rilasciato i permessi. Jacopo parla di EXPO diffuso sul territorio: esiste un progetto del Politecnico, a cui lui stesso ha lavorato, e credo possa essere il punto iniziale per ripensare un evento che finora ha visto partecipi anche alla distribuzione dei benefici economici appaltanti e appaltatori, le solite ditte, i soliti nomi che tanto hanno devastato la città, il suo tessuto urbano e culturale: Garibaldi, Repubblica, ma io ho aggiunto anche Montecity Rogoredo, dove lo scandalo delle bonifiche truccate ha immobilizzato un quartiere che veniva descritto come "la città nella città". Peccato però senza servizi. Ma l'immobilismo si vede, conveniamo Jacopo e il sottoscritto, sulla cultura, dove i circuiti di operatori culturali che non rientrano in una rete clientelare ufficiale, magari fuori dal coro come la stagione di Liberi Amori Possibili al Teatro Libero, sono oscurati, dimenticati, inascoltati. Cultura è democrazia, così come un'istruzione pubblica e di qualità diventa strumento indirizzato a questo: educatori di sostegno per studenti con varie disabilità sono stati ridimensionati in una struttura, come l'ITSOS di Via San Dionigi, da sempre plesso all'avanguardia strutturale, in cui si vede una madre dover presenziare durante le lezioni per aiutare il proprio figlio studente a muoversi nell'istituto, data la mancanza di personale adeguato. Penso sia l'indice, questo, di una città che palesa inciviltà, forte mancanza di senso di responsabilità di una classe dirigente, spero in dirittura d'arrivo col voto del 15/16 maggio non attenta alle esigenze sociali della metropoli. Ma si può parlare di scuole materne, di tagli corposi avutisi nell'organico, classi che vengono unite, raddoppiando il numero degli alunni e diminuendo la qualità del servizio. Si può parlare del ridimensionamento del tempo pieno, istituzione utile a garantire un'educazione continuativa con metodi anche sperimentali; parlo anche di amianto nelle strutture scolastiche, come nella primaria Morosini. Parlo anche di ciò che Jacopo ha evidenziato: di amianto nelle strutture edilizie popolari, alla luce degli scandali di un dirigente, cognato di La Russa, Osnato, inquisito per turbativa d'asta. Mi soffermerei su questo punto perchè il programma di Pisapia sindaco è totalmente alternativo rispetto a una conduzione amministrativa che ha visto un cedimento verso i poteri forti economici e un abbassamento dei controlli di legalità e di trasparenza in operazioni pubbliche: aste, appalti, concessioni. Jacopo ricorda la commissione consiliare d'inchiesta su affari privati, expo e presenza di organizzazioni illecite, mentre io penso al fatto che un sindaco nega in televisione l'esistenza di un interesse economico delle 'ndrine, come più volte denunciato dal procuratore presidente della commissione antimafia, Vigna, e come più volte evidenziatosi in diverse occasioni. Voglio partire dai contratti di quartiere: complessi residenziali che urgerebbero di interventi sociali, non solo edilizi, per rendere vivibili situazioni di disperazione e abbandono. Mi riferirei anche alla sicurezza in tali quartieri, non la sicurezza d'azione muscolare del vicesindaco, quella di facciata, quella superficiale, quella delle transenne, dei divieti di sedersi sulle panchine, quella fatta di ordinanze e coprifuoco, ne parlerò ampiamente al secondo appuntamento in zona di Milano, cambia!, al Moonshine, l'art pub di alto riferimento culturale nel quartiere: è necessario una sicurezza che porti legalità e trasparenza nella gestione degli alloggi e cerchi di intervenire in quell'intricato mercato illegale di interessi malavitosi che detengono la gestione della compravendita di alloggi sfitti. Gli alloggi sfitti sono molti, diversi a Milano: si parla di esigenza sociale abitativa: ma occorre per forza costruire nuovi complessi edilizi, magari partendo dall'abbattimento di quartieri popolari e introdurre edifici ad alto costo immobiliare, come vorrebbe l'assessore al territorio Masseroli? Jacopo parla di BEIC, si attende questa opera grandiosa, ma il PII Porta Vittoria poco aveva investito in materia, lasciando spazio a complessi commerciali, ora ridottisi nella fase esecutiva nella loro portata per mancanza di soldi, così come di parcheggi non pertinenziali devastanti. Si parla di un'altra Milano: perchè Milano cambia e il cambiamento deve essere vissuto, realizzato partecipando, coinvolgendo. Forse occorrerebbe un altro decentramento, con cosigli di zona che diventino municipalità, con un consiglio comunale che ritorni a fare ciò che in democrazia un consiglio dovrebbe poter fare: decidere. In questi anni solo pochissime volte il sindaco si è presentato in aula, mentre gli affari economici, le intese spartitorie, la gestione dei grandi progetti e delle grandi opere, grandi solo per alcuni, venivano condotti fuori dal consiglio, in un altro contesto, magari privato. Convergiamo anche su questo con Jacopo, convergiamo su una mobilità sostenibile, sull'esigenza di realizzare piste ciclabili in una rete continuativa e non interrotta, come accade a Porta Venezia, dove l'obiettivo fotografico riprende l'intera pista ciclabile che, poi, girato l'angolo, scompare magicamente. Insieme credo si possa realizzare un'altra Milano possibile, che cambia, che si trasforma: ma che trova nella trasformazione una ragione di rinnovamento sociale e culturale, attento alle sensibilità diverse. Le sensibilità sono varie e si riversano in scelte e voti: non si chiede di votare Jacopo o il sottoscritto per convenienza, ma perchè insieme si può dare a Milano quella milanesità, descrive Jacopo, fatta di sensibilità sociale e di forte attenzione alla persona. E' questa milanesità che oggi è stata soffocata e vilipesa da affarismo e individualismo, grettezza e villica provincialità.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano