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Gianfranco Bottarelli

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Inserito da Gianfranco Bottarelli il 12 Apr 2011 - 22:59
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Sul fatto che Milano vada un po' (molto) reiventata non ci sono dubbi.

Ho notato anch'io, negli ultimi tempi, che la città è un po' più vissuta nel fine settimana: vuoi per la minor disponibilità finanziaria dei milanesi, vuoi perché non mancano eventi culturali, ci sono bei musei, alcuni nuovi, e ci sono monumenti insigni seppure calati in contesti discutibili. Eppure qualcosa non funziona: Milano è e resta "centròfila" ed è e resta orientata più sul lavoro che sullo svago.

In una città dove per quasi tutti, per definizione, il centro è IN e le periferie sono OUT è molto difficile creare interconnessioni inter-quartiere. Provi Lei ad andare da viale Certosa alla Bovisa o dalla Bovisa alla Bicocca o dalla Bicocca a via Padova: a parte qualche piccolo passaggio si deve andare fino alla Circonvallazione. Sono tutte periferie adiacenti che però non si parlano perché non ci sono strade.

Quindi i passi sarebbero due: dotare ogni periferia di una qualche attrazione, di un qualcosa che le dia davvero appeal - non di quattro studi di moda o di interventi di recupero sparsi - e poi creare delle interconnessioni. Ok, siamo già nell'utopia più totale, però sarebbe un inizio. E poi? Poi bisognerebbe favorire gli spostamenti non solo fra periferie adiacenti, ma anche fra periferie distanti. Perché è chiaro che se anche c'è qualcosa di magnifico che viene fatto in viale Certosa, per arrivarci dalla Barona impiegherei più tempo che per andare all'acquario di Genova. E qui siamo già ad una seconda utopia.

Chissà, magari fra "n" generazioni ci si arriverà. Nel frattempo sarebbero auspicabili ALMENO gli interventi minimali che Lei cita, ma al momento persino quelli sono utopie. Figurarsi il resto.

Saluti,

Gianfranco Bottarelli
In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 12 Apr 2011 - 05:44
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