.: Discussione: Sara contro Nicole: i giovani del Pdl raccolgono firme per dimissioni Minetti

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 21 Gen 2011 - 16:18
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Da milano.corriere.it:

consiglio regionale

Sara contro Nicole: i giovani del Pdl raccolgono firme per dimissioni Minetti

La 25enne consigliera di zona aveva già denunciato un anno fa il caso dell'igienista dentale nel listino

MILANO - Un gruppo di giovani militanti del Pdl ha organizzato a Milano una raccolta di firme perché Nicole Minetti, la consigliera regionale coinvolta nel caso Ruby, si dimetta. A lanciare l'iniziativa è stata una giovane militante del Pdl, Sara Giudice, 25 anni, figlia del consigliere comunale Vincenzo Giudice, consigliera di zona 6 dal 2006, che ora sta raccogliendo le sottoscrizioni. «Sono già un migliaio - spiega - e rappresentano un malcontento diffuso, sono il segnale che la base si risveglia: è la gente normale, che ha creduto e crede in un progetto, che ora ha bisogno di conferme». «Se io da sola esprimo la mia contrarietà, non arrivo da nessuna parte - continua Sara -. Se invece ci esprimiamo in molti, dimostriamo che il malcontento non è cosa isolata. In tanti mi hanno chiesto: "Che cosa speri di ottenere con questa raccolta di firme?". Lo so, ne sono cosciente, ma se nessuno inizia, se nessuno si muove, non si riescono mai a cambiare le cose».

IL COORDINATORE: «INIZIATIVA INDIVIDUALE» - «Questa persona rappresenta se stessa. I giovani del Pdl sono un'altra cosa». Il coordinatore lombardo del Popolo delle Libertà, Guido Podestà, commenta così la raccolta di firme contro Nicole Minetti avviata da Sara Giudice. «Nessuno - ha aggiunto Podestà - è colpevole fino a quando non c'è una sentenza passato in giudicato. La presunzione di innocenza è un concetto fondamentale ed è la base del vivere civile. È grave che venga messo in dubbio questo principio». Anche la consigliera Cristina Crupi ha voluto prendere le distanze dall'iniziativa della Podestà: «Esprimo vicinanza a Nicole Minetti».

IL CASO ALLE REGIONALI - Già un anno fa Sara Giudice aveva già denunciato, durante la campagna elettorale per le Regionali, il «caso Minetti»: «Cosa c’entrano le soubrette con il consiglio regionale della più importante regione d’Italia?». Laureata alla Iulm, master al Sole 24 Ore, due esperienze di lavoro all’estero e un contratto in una multinazionale, Sara si ribellava all'idea di vedersi «scavalcata», nel listino di Formigoni, da una ex ballerina di Colorado Cafè e Scorie, igienista dentale al San Raffaele. «Anche quando si parla di dare spazio alle donne, mi chiedo quali siano le donne a cui pensa il nostro partito e se la tanto citata meritocrazia valga per tutte o solo per qualcuna», aveva denunciato Sara.

LA QUERELLE SULLE FIRME - Intanto il portavoce del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha replicato ai radicali nella querelle sulla raccolta firme. «I radicali, che tanto parlano di legalità, di diritto, di garantismo, che si dichiarano liberali liberisti e libertari, oggi, come il più ideologico dipietrismo giustizialista - si osserva nel comunicato -, non tengono conto di ciò che non è camuffabile, confutabile e falsificabile: il verbale della Corte d'Appello di Milano, che conferma che le accettazioni di candidatura erano state raccolte il 19 febbraio 2010. Carta canta». «La questione è semplice: oggi Marco Cappato, candidato alle prossime amministrative con Pisapia e contro Letizia Moratti, cerca ancora visibilità per trovare consenso tra i milanesi. Ci si augura che a questo punto - ha concluso -, vicino al voto per il sindaco, non scenderanno in campo anche Pannella e Bonino con l'ennesimo sciopero della fame, ma si teme che questo sarà lo scenario ormai prevedibile, purtroppo lo stesso da 30 anni, perché i radicali non hanno più nulla da dire».

Redazione online
21 gennaio 2011